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Cyberattacco a Mattarella, procura di Roma indaga per attentato alla libertà del capo dello Stato

Il cyberattacco a Sergio Mattarella ha rappresentato un tentativo di esercitare una pressione politica, dai toni eversivi, sul presidente della Repubblica. Per questo motivo la procura di Roma ha aperto un’inchiesta ipotizzando i reati di ‘Attentato alla libertà del Presidente della Repubblica’ e di ‘offesa all’onore e al prestigio del Capo dello Stato’. Parallelamente indaga il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) che oggi ha ascoltato intorno alle 14:30 (non alle 13 come indicato nella convocazioneAlessandro Pansa, il Direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS). Durante l’audizione, che non è stata trasmessa in diretta streaming, Pansa non ha consegnato ai commissari alcun dossier, sottolineando che sono ancora in corso “i necessari approfondimenti da parte delle strutture specializzate” del Dipartimento e, dunque, al momento “non è possibile formulare conclusioni”. Nella nota ufficiale del presidente del Copasir Lorenzo Guerini si sottolinea inoltre che sul tema, “che sarà seguito con attenzione dal Comitato, è stata peraltro avviata un’indagine da parte della procura di Roma le cui risultanze potranno contribuire a chiarire l’effettiva rilevanza della questione”.

Gli 007, secondo quanto si apprende, hanno in sostanza ribadito che il lavoro è molto lungo in quanto sono centinaia i profili che vanno ricercati, molti dei quali sono stati cancellati o sono ‘anonimizzati’. Uno screening complesso che non ha ancora consentito di accertare l’origine dell’attacco. Al momento dunque, non sono emerse ancora ‘evidenze’ sulla matrice. Fermo restando, ha ricordato ai commissari Pansa, che sia in occasione del referendum del dicembre 2016 sia per le elezioni del 4 marzo l’intelligence aveva fatto una serie di approfondimenti su possibili attacchi via web, non rivelando però alcun elemento concreto.

L’indagine della Procura di Roma. Tweet riconducibili ad un’unica origine

L’indagine della Procura di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Racanelli e dal pm Eugenio Albamonte (reati informatici e antiterrorismo), è stata avviata alla luce dell’informativa della polizia postale. Nel procedimento si ipotizza anche il reato di sostituzione di persona in relazione agli oltre 400 profili Twitter, tutti riconducibili ad un’unica origine, comparsi sui social network la notte tra il 27 e il 28 maggio scorso. Da quei profili partirono migliaia di messaggi di insulti e inviti alle dimissioni nei confronti della prima carica dello Stato.

Indagano anche la Polizia Postale e l’Intelligence sul tweetstorm #Mattarelladimettiti 

La Polizia Postale e l’Intelligence indagano sulla creazione in pochi minuti di oltre 400 profili Twitter, nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso quando il Colle disse no a Paolo Savona come ministro dell’Economia nel governo M5S-Lega, per chiedere le dimissioni del Capo dello Stato, dopo che Di Maio aveva annunciato con una telefonata in diretta a ‘Che tempo che fa’ la richiesta di impeachment per Mattarella. Secondo le prime descrizione investigative il primo account creato sarebbe nato non a Mosca, come ipotizzato in un primo momento, ma sullo “snodo dati” di Milano. Inoltre gli inquirenti seguono su un’unica cabina regia (probabilmente italiana) dietro all’hashtag #MattarellaDimettiti.

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