L'indagine

Cyber attacchi prima minaccia per il 27% delle imprese italiane

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Indagine al 32° Workshop Ambrosetti: le aziende del nostro Paese temono l’aumento degli attacchi informatici e la manipolazione delle informazioni. Secondo un nuovo studio, a livello mondiale sono cresciuti del +30% gli attacchi ai sistemi di controllo industriale durante il 2020, anche in Italia.

La sicurezza informatica è sempre più al centro delle preoccupazioni delle imprese italiane che, in aggiunta ai cyber attacchi, di per sé temibili per danni e conseguenze non solo di natura economica, vedono come criticità serie anche la disinformazione e le tensioni crescenti in seno all’Unione europea.

Imprese italiane e cyber attacchi

Secondo dati diffusi in occasione del 32° Workshop Ambrosetti e riportati dal Sole 24 Ore, il 27% delle imprese è preoccupata per gli attacchi informatici e le fake news.

Le difficoltà politiche e regolatorie dell’Unione preoccupano il 25,4% degli imprenditori che hanno risposto con il televoto al sondaggio.

Il mondo delle imprese vorrebbe che le istituzioni si impegnassero maggiormente per migliorare le condizioni generali del mondo del lavoro, che fossero più rapide nel prendere decisioni e nel garantire risorse finanziarie lì dove ce n’è bisogno, invece di alimentare tensioni e rimandare il confronto su problemi globali sempre più minacciosi.

Al contrario, subiscono in maniera negativa la guerra tecnologica tra Cina e Stati Uniti (15,9%), l’accumularsi degli allarmi sul clima rimasti inascoltati (11,1%), la crisi tra Mosca, Europa e Stati Uniti (9,5%), la sicurezza nel Mediterraneo (4,8%), l’attrito tra Donald Trump e Joe Biden in occasioni della tornata elettorale americana (3,5%), il terrorismo internazionale e la rinnovata conflittualità tra India e Cina in Asia.

Anche l’industria nel mirino del crimine informatico

Le paure espresse dalle imprese, soprattutto quelle relative ai cyber attacchi, sono di fatto una realtà anche per il mondo industriale. Qui le conseguenze, ovviamente, sono molto più pesanti, sia in termini di danni legati alle interruzioni della produzione, sia per le perdite finanziarie complessive.

In una recente indagine di Kaspersky, condotta a livello globale, si stima che nel secondo semestre del 2020 siano stati vittima di attacchi informatici il 33,4% dei sistemi di controllo industriale (o Ics), un dato in lieve crescita di quasi il +1% rispetto ai primi sei mesi dell’anno.

Su tali sistemi sono state bloccate minacce appartenenti a 5.365 famiglie diverse di malware, con un aumento del +30% rispetto ai primi sei mesi del 2020.

Tipologia di attacchi

Le minacce più importanti sono state backdoor (pericolosi trojan che ottengono il controllo remoto sul dispositivo infetto), spyware (programmi dannosi progettati per rubare dati), altri tipi di trojan e script e documenti dannosi.

In Italia l’incremento è stato del 27,3%, per un aumento di +3,2 punti percentuali. Tra i settori più colpiti troviamo quello dell’ingegneria e dell’integrazione di Ics, con una crescita di quasi il +8%, seguito da building automation e oil&gas, con una crescita rispettivamente del +7% e del +6,2%.

Nel mondo, la percentuale di computer Ics attaccati è aumentata nel 62%.