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Crowd4Fund. Reward crowdfunding e community sportive: un connubio che funziona

Alfonso Stefanelli

In Italia, il calcio è lo sport di gran lunga più seguito. Ma tutti gli altri sport, a livello professionistico e non, coinvolgono comunque un numero elevatissimo di persone, sia direttamente come praticanti, che indirettamente come tifosi o appassionati. Attorno a ciascun singolo sport e a ciascuna squadra o atleta nell’ambito di una disciplina sportiva, dunque, ruotano “community” molto motivate, che, soprattutto quanto più lo sport è “minore”, tanto più vi si identificano.

Il problema è sempre quello dei fondi: le sovvenzioni federali e gli sponsor coprono alcune spese, ma, spesso, ciò non basta. Il crowdfunding, facendo leva sulle comunità di riferimento, può essere una soluzione. Ma le dinamiche possono essere le stesse del classico reward crowdfunding?

Lo abbiamo chiesto ad Alfonso Stefanelli, fondatore della piattaforma di crowdfunding Triboom dedicata allo sport, che, lanciata recentemente con un modello innovativo, è già riuscita a coinvolgere realtà sportive di primo piano come Pallacanestro Cantù.

Crowd4Fund è una rubrica in collaborazione con Crowdfunding Buzz e a cura di Fabio Allegreni. Novità e approfondimenti sul Crowdfunding nelle sue diverse forme. Il focus principale è sull’Italia, senza dimenticare i trend internazionali più significativi. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

Fabio Allegreni. In un panorama affollato come quello delle piattaforme reward based, come nasce l’idea di Triboom?

 

Alfonso Stefanelli. Triboom nasce dalla necessità del settore sportivo di aprirsi a nuove prospettive e logiche nel campo del finanziamento che, partendo dalla logica delle main sponsorship, si sta dirigendo sempre più verso un marketing orientato al digital e al mondo delle Community.

Dal confronto con il mio socio Nicola Rosin è emerso come le caratteristiche di affezione, partecipazione e coinvolgimento delle Community Sportive fossero un bene assolutamente prezioso e ricercato nel mondo del business che investe cifre elevatissime finalizzate soprattutto a ricreare questi elementi riferiti al proprio marchio o prodotto.

Da qui, con l’ottica di creare valore e sostenibilità “interno” alle Community stesse, l’associazione ad un sistema di finanziamento “aperto” come il Crowdfunding Reward Based.

Questi gli elementi che a nostro avviso costituiscono una potente sinergia tra questi due mondi

Fabio Allegreni. Ma in che modo i due elementi si uniscono creando queste sinergie?

 

Alfonso Stefanelli. La sensazione di diretto coinvolgimento del backer alla vita del progetto è la stessa che ha il supporter sportivo nei confronti del proprio Club. Ricevere il reward di un progetto che si è sostenuto (e che senza di noi non avrebbe visto la luce), quindi il diretto protagonismo del backer alla riuscita dello stesso, è una sensazione molto vicina a quella che ogni tifoso prova intrinsecamente rispetto alla propria squadra del cuore. Qualsiasi tifoso al palazzetto o allo stadio, è convinto irrazionalmente che il proprio supporto sia fondamentale per la vittoria o la sconfitta. Questo aspetto viscerale è alla base del rapporto tifoso/Club e rispecchia molto quello tra backer/progetto.

Fabio Allegreni. Mi pare, quindi, che l’esistenza di una comunità di tifosi o di appassionati renda l’accesso al crowdfunding particolarmente adatto alle società sportive…

 

Alfonso Stefanelli.  Esatto. Uno dei fattori critici nel lancio e nella gestione di una Campagna di crowdfunding è il costruire una Community di interesse attorno al proprio progetto: anche le piattaforme più esposte e conosciute, infatti, garantiscono dati di traffico e contribuzione molto marginali rispetto a quello che è l’interesse generato dai contatti diretti del progettista. E’ un lavoro fondamentale e molto impegnativo.

Nello Sport, le Comunità sono già raccolte e massimamente coinvolte rispetto al proprio Club, molto spesso anche già aggregate in gruppi reali o digitali, quindi facilmente convertibili in iniziative di partecipazione

Fabio Allegreni. Gruppi reali e gruppi digitali. E’ un concetto molto interessante. Puoi approfondire?

 

Alfonso Stefanelli. La “doppia natura” delle Comunità Sportive, costituisce certamente un grande vantaggio in termini di possibilità di interazione e comunicazione: sono infatti aggregate come dicevamo in grossi bacini digitali, ma allo stesso tempo si riuniscono in forma allargata e calendarizzata a livello reale. Questo costituisce un potenziale grosso vantaggio rispetto al crowdfunding “classico” dove invece la relazione rimane quasi sempre esclusivamente digitale: distribuzione dei rewards, partecipazione ad eventi, comunicazioni, iniziative.

Fabio Allegreni. Quali altri vantaggi può generare questo connubio tra sport e crowdfunding?

 

Alfonso Stefanelli. Il mondo dello Sport costituisce un’incredibile fucina di generazione di rewards altamente appetibili per la propria “crowd”. Dal merchandising, all’interazione con i propri beniamini, eventi dedicati, forme di membership esclusiva, memorabilia, special ticketing… Un mondo infinito che apre ad una visione del crowdfunding quale strumento di marketing diretto e branding oltre che di finanziamento puro. E’ la stessa direzione che lo Sport Americano indica a prescindere dalle dinamiche legate al crowdfunding: e se lo dicono loro…

Fabio Allegreni. Vedi anche implicazioni in qualche modo connesse all’etica dello sport?

 

Alfonso Stefanelli. Elemento imprescindibile nelle dinamiche del crowdfunding e che dovrebbe essere alla base dello sport in ogni sua forma è la trasparenza. Sappiamo che non sempre è così e a maggior ragione un’interazione ed un sistema che invece vadano in questa direzione, non può non costituire altro elemento di magnetica attrazione tra Crowdfunding e Sport.

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