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Crowd4Fund. Le implicazioni fiscali del crowdfunding

Crowdfunding

Le campagne di crowdfunding, in tutte le diverse declinazioni, hanno dimostrato di poter raggiungere grandi risultati a livello internazionale, ma anche rispetto a tante iniziative italiane.

Ma quali sono le implicazioni fiscali in una campagna di crowdfuning?

Crowd4Fund è una rubrica in collaborazione con Crowdfunding Buzz e a cura di Fabio Allegreni. Novità e approfondimenti sul Crowdfunding nelle sue diverse forme. Il focus principale è sull’Italia, senza dimenticare i trend internazionali più significativi. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

Le donazioni sono degli atti di pura liberalità, in genere a fronte di progettualità non imprenditoriale, ma di matrice sociale. In questi casi l’imponibilità fiscale della donazione non è affatto scontata e deve essere valutata caso per caso.

L’offerta di ricompense, invece, genera due distinti paradigmi giuridici di riferimento, ciascuno con specifiche conseguenze fiscali.

Laddove la ricompensa abbia un valore del tutto marginale rispetto al denaro versato e si tratti quindi sostanzialmente di un gadget, si rientra nella fattispecie della c.d. donazione modale, espressamente prevista dal nostro codice civile. La donazione viene elargita a fronte della promessa di ricevere qualcosa in cambio e detta ricompensa non deve superare il valore della donazione.

Trattandosi comunque di una forma di donazione, anche in questi casi l’imponibilità fiscale deve essere valutata di caso in caso.

Molto diverso è il modello reward, largamente affermatosi su piattaforme internazionali quali Kickstarter e Indiegogo ed estremamente diffuso anche in Italia, nel quale le ricompense che si offrono hanno un valore corrispondente al contributo finanziario richiesto. In questo caso, la misura della ricompensa cambia la natura giuridica dell’operazione poiché siamo sostanzialmente di fronte ad un pre-ordine di beni o servizi, ancorché essi debbano ancora venire ad esistenza.

Peraltro, la compravendita di un bene futuro, specificamente disciplinata dal codice civile, non presenta particolari differenze sostanziali rispetto alla compravendita di un bene già esistente.

In questi casi, il trattamento fiscale è quello ordinariamente previsto per il commercio di beni o servizi.

Secondo il D.P.R. 633, che regola la materia, la soggezione delle operazioni commerciali agli adempimenti fiscali previsti per gli imprenditori dipende sostanzialmente dalla professionalità dell’operazione in esame:

Tali obblighi colpiscono non solo chi produca direttamente i beni e servizi ma anche chi svolge attività ausiliaria, come potrebbe essere la stessa piattaforma di crowdfunding.

Non a caso, negli Stati Uniti le piattaforme di crowdfunding chiariscono la necessità di adempiere agli obblighi fiscali esistenti nei differenti Stati (che hanno regimi impositivi differenti) formulando precise dichiarazioni e garantendo il rispetto delle discipline fiscali applicabili.

La stessa attenzione non è frequentemente riscontrabile in Europa, dove spesso si equivoca sui concetti di crowdfunding e donazione, come se quanto versato tramite una piattaforma fosse esente per principio da ogni carico impositivo.

E’ bene sapere che così non è e che il titolare di un progetto deve sempre valutare con un esperto la rilevanza fiscale dell’operazione, ponendo in essere gli adempimenti fiscali e contabili richiesti dalla legge nel suo specifico caso.

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