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Crowd4Fund. Equity e lending crowdfunding: un’occasione anche per i fondi

Fabio Allegreni

Le piattaforme di Equity e Lending Crowdfunding stanno avendo uno sviluppo impetuoso in tutto il mondo. Gli investimenti in equity sono relativi tipicamente a società in fase seed o early growth e vanno a finanziare aziende giovani o comunque progetti ad alto potenziale di crescita. Il Lending consente invece di finanziare imprese già consolidate, tipicamente PMI, ma che le banche non sostengono (o sostengono a costi elevati) oppure, comunque, per importi inferiori a quelli accettabili per l’emissione di un bond o anche di un mini-bond.

Crowd4Fund è una rubrica in collaborazione con Crowdfunding Buzz e a cura di Fabio Allegreni. Novità e approfondimenti sul Crowdfunding nelle sue diverse forme. Il focus principale è sull’Italia, senza dimenticare i trend internazionali più significativi. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

E’ evidente che, quindi, il crowdfunding ha un impatto notevole sulla vitalità delle PMI (e non solo delle startup) laddove le attuali istituzioni finanziarie (dai VC, alle banche al private equity) non sono sempre in grado di arrivare.

Dal punto di vista di chi investe, l’accesso alle opportunità è più facile in quanto le piattaforme ne presentano diverse, e la loro valutazione è meno onerosa, in quanto le piattaforme fanno già una scrematura.

Inoltre, tale facilità di accesso e la moltitudine di opportunità consentono di diversificare gli investimenti.

Di contro, il crowdfunding per sua natura pone un limite all’investitore nel controllo sulla governance della società finanziata, in quanto allinea condizioni e diritti a tutto il crowd.

Inoltre, la crescente molteplicità di piattaforme in tutto il mondo rende sempre più difficile monitorare e cogliere tutte le opportunità.

Ma il successo crescente di equity e lending sta procurando fenomeni di aggregazione dell’offerta e della domanda?

Lato offerta, ruolo precipuo delle piattaforme, è proprio quello di aggregare offerte. Ma non esistono ancora molti casi di servizi di aggregazione multi-piattaforme, se non alcuni riferiti esclusivamente al mondo anglosassone: businessagent.com e off3r.com.

Lato investitori, invece, i veicoli finanziari per accedere alle offerte sono rari, comunque solo limitati a singole piattaforme e riferiti solo all’equity crowdfunding. Per esempio in UK chi investe su CrowdCube può assegnare un budget ad un fondo (minimo 2.500 sterline) che a sua volta investe nelle offerte presentate sulla piattaforma.

L’americana Angel List ha istituito l’interessantissimo meccanismo dei Syndicates: un investitore con un certo track record può creare un veicolo supportato da AngelList e raccogliere l’impegno di altri investitori, che si fidano delle sue scelte, ad investire cumulativamente fino ad un importo massimo in ogni iniziativa segnalata dal “syndicator”. Si costituiscono così “pool” di investitori che finanziano iniziative specifiche, come fossero VC. Il vantaggio del “syndicator” consiste nel fatto di investire relativamente poco facendo leva sul suo carisma per aggregare altri investitori. Un altro vantaggio è che in caso di exit ha il “carry lead” cioè la possibilità di ottenere il 15% del capital gain.

Non esistono però fondi o veicoli che aggreghino in varie forme piccoli e grandi investitori e che siano specializzati nel sondare tutte le piattaforme mondiali (equity e lending) in modo da selezionare iniziative potenzialmente interessanti ed investire o co-investire a livello planetario per conto dei sottoscrittori.

Iniziative del genere potrebbero portare vantaggi per tutti gli stakeholder:

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