Key4biz

Crowd4Fund. Crowdfest: un festival per il crowdfunding in Italia

giacomo egidia

La crescita del crowdfunding in Italia, evidenziata dallo studio dell’Università Cattolica di Milano di cui abbiamo recentemente scritto, è una realtà, certo, ma la sua diffusione presso il grande pubblico non ha ancora raggiunto i livelli di altri paesi europei. Uno dei problemi principali è legato, ancora oggi, alla conoscenza dei mezzi e delle relative opportunità che il crowdfunding rappresenta, sia per chi cerca fondi che per coloro che li finanziano.

Facendo riferimento a questa necessità, due giovani fratelli, Giacomo ed Egidia Cassinese, dopo una lunga gestazione, hanno organizzato il primo festival dedicato a tutte le forme di crowdfunding (donation, reward, equity e lending) e rivolto sia a chi opera nel settore che al grande pubblico. Si tratta di Crowdfest, che si terrà a Bologna l’8, 9 e 10 aprile e che vedrà la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti italiani sul tema, startup, piattaforme, progettisti, investitori, nonché convegni, laboratori, live pitch e un’esposizione di prodotti e progetti realizzati grazie al crowdfunding.

Per saperne di più, abbiamo chiesto agli organizzatori, Giacomo ed Egidia Cassinese, di parlarcene più diffusamente.

 

 

Fabio Allegreni. Come e quando nasce l’idea di un festival sul crowdfunding?

Giacomo Cassinese. Dal desiderio di promuovere il crowdfunding come mezzo sostenibile per la crescita economica, lo sviluppo e la nascita di nuove imprese, idee e opportunità. Due anni fa, scrivendo la mia tesi di laurea, ho svolto un approfondito lavoro di ricerca su questo strumento e ho capito che per favorirne la diffusione non basta creare nuove piattaforme: ne sono presenti già moltissime, purtroppo con un fatturato ancora troppo basso, nonostante il mercato sia in rapida espansione.

Fabio Allegreni. Quindi?

Giacomo Cassinese. Ci sarebbe bisogno di una “spinta” per diffondere una vera e propria cultura del crowdfunding. Da qui l’idea di un momento di aggregazione, un evento nazionale come Crowdfest, che dia la possibilità a chi non conosce lo strumento di capire che cos’è e come si possa utilizzare, e che permetta a chi ne fa già uso di confrontarsi sulle esperienze, trovare sostenitori, investitori e collaboratori.

Fabio Allegreni. Il festival si terrà a Bologna. C’è sensibilità da parte delle istituzioni cittadine?

 

Giacomo Cassinese. Il Comune di Bologna è da diversi anni attivo nel campo del crowdfunding, in particolare sostiene i progetti civici come “Un passo per San Luca”, che è ormai diventato un caso di studio nazionale. Quando abbiamo presentato Crowdfest al Comune, ha subito appoggiato l’iniziativa concedendo il Patrocinio. Il progetto è stato poi anche premiato dall’Assessore Matteo Lepore al concorso Made in Bo organizzato dalla CNA di Bologna lo scorso dicembre.

Non è un caso se abbiamo scelto Bologna per ospitare la prima edizione del festival: le istituzioni ed i cittadini sono mentalmente aperti verso l’innovazione, l’economia collaborativa e le iniziative dei giovani, che rappresentano la vera colonna portante della città ed il motore del suo sviluppo.

Fabio Allegreni. Quali sono le caratteristiche distintive di Crowdfest?

 

Egidia Cassinese. La ricchezza e la varietà del palinsesto sono i tratti distintivi del festival, è un evento che vuole dare un quadro completo, per quanto possibile, del crowdfunding.

Attraverso i CrowdTalks verrà presentato un ampio spettro di possibili applicazioni ed usi dello strumento, per citarne alcuni: imprenditoria, cultura, scuola, Made in Italy, cinema, ricerca scientifica e medica.

Con i CrowdLabs i progettisti potranno studiare le basi per costruire delle campagne di raccolta fondi vincenti, grazie agli insegnamenti e ai consigli degli esperti del settore e dei gestori di piattaforme.

Durante i Pitch please! le startup, anche quelle che non utilizzano il crowdfunding come modello di business, avranno la possibilità di presentare le proprie idee a investitori e consulenti.

Chi, invece, ha già un progetto o un campagna da lanciare, potrà presentarli al pubblico di Crowdfest durante i Back me up per raccogliere sostenitori.

Infine, alla Made in Crowd Exhibition si potranno ammirare oggetti tecnologici e di design finanziati in crowdfunding da tutto il mondo.

Fabio Allegreni. Talks, Labs, Exhibition, Pitch… le anime del festival sono tante. Ce n’è una che ritenete predominante?

 

Egidia Cassinese. Non particolarmente, è un festival multisfaccettato che si rivolge sia ai fan che ai curiosi del crowdfunding. Le cinque aree del festival hanno quindi lo stesso peso, ma sono in armonia tra loro perché rispondono a diversi tipi di pubblico ed esigenze.

Fabio Allegreni. A questo proposito, vi aspettate un pubblico soprattutto di addetti ai lavori o più allargato?

 

Egidia Cassinese. Crowdfest è stato concepito come un evento aperto a tutti, all’interno del quale coesistono lo scopo formativo e didattico, quello di confronto e analisi sul tema e quello di dialogo e nascita di nuove collaborazioni. Ci aspettiamo quindi un pubblico più allargato, variegato. Il target principale è rappresentato sia dagli addetti ai lavori che da giovani imprenditori e startup desiderosi di approfondire la conoscenza dello strumento per far partire o crescere le proprie aziende. Contemporaneamente però la presenza di CrowdTalks come quelli sul crowdfunding civico, la ricerca scientifica e la cultura intesa nell’accezione più vasta del termine, permette di ampliare notevolmente il bacino d’utenza cui ci rivolgiamo, per dare modo ad artisti, ricercatori, istituzioni ed operatori del terzo settore di realizzare le proprie iniziative sul territorio ed apprendere nuove tecniche di coinvolgimento del proprio pubblico.

Fabio Allegreni. Rispetto a quando avete iniziato a pensare al festival, come e quanto ritenete si sia evoluta la conoscenza delle forme di crowdfunding in Italia?

 

Giacomo Cassinese. Il crowdfunding oggi è molto più conosciuto in Italia rispetto a due anni fa. Il merito va in buona parte agli addetti ai lavori, che hanno fatto una grande opera di formazione attraverso seminari, workshop e presentazioni.

Il modello reward è sicuramente il più noto, soprattutto per il campo artistico, il design e la tecnologia: ormai la dinamica delle ricompense è stata implementata da tutti, anche grazie alla notorietà delle grandi piattaforme internazionali.

Sull’equity, invece, c’è ancora tanto da fare, il tema è molto discusso e questo contribuisce ad aumentare la notorietà del modello. Tanti aspirano a fondare startup innovative e si stanno informando per poterlo fare. La forte diffusione di incubatori ed acceleratori cui stiamo assistendo contribuisce a dare fiducia e competenze ai giovani imprenditori e li avvicina a questi mercati in via di espansione.

Il donation ormai è sempre più utilizzato da Onlus, associazioni, istituzioni e cooperative; nel terzo settore è lo strumento più gettonato, sia per rinnovare i metodi di coinvolgimento dei sostenitori che per aumentare le fonti di erogazioni.

Si parla ancora troppo poco del lending, sebbene rappresenti quasi la metà del valore complessivo del crowdfunding italiano. Il prestito sociale ha un grande potenziale, soprattutto in ambito imprenditoriale, avremo modo di scoprirlo durante il festival naturalmente.

Exit mobile version