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Crisi Venezuela, Trump e i tagli del 10% delle importazioni su acciaio e alluminio, Brexit

Venezuela, l’opposizione si appella all’Esercito per contrastare Maduro

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – L’Assemblea Nazionale del Venezuela, controllata dall’opposizione sin dalle elezioni del 2015, ha respinto ieri con forza quella che ha definito una “frode” elettorale orchestrata dal presidente Nicolas Maduro, e ha proposto la convocazione di vere elezioni nell’ambito della Costituzione per il quarto trimestre del 2018. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “Abc”, che aggiunge come l’Assemblea abbia inoltre invitato le Forze Armate Nazionali (Fan) a “rispettare e applicare la Costituzione e restituire la sovranita’ al popolo venezuelano”. A questo proposito, “Abc” ricorda che le Fan e i funzionari del cosiddetto Plan Republica, “sono stati i principali testimoni delle irregolarita’ della farsa portata a termine lo scorso 20 maggio”, in occasione delle contestatissime elezioni vinte da Maduro; e che, in conformita’ con l’articolo 328 della Costituzione venezuelana, la Fan costituisce un’istituzione senza militanza politica e quindi un’istituzione a servizio e difesa della Costituzione. Anche la Commissione europea si e’ unita ieri al coro di voci internazionali che hanno respinto l’esito del voto nel Venezuela per mancanza di “liberta’ e trasparenza”, incoraggiando al contempo il regime bolivariano a ripeterle in condizioni accettabili. La portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha dichiarato ieri che “l’Ue si rammarica che non vi sia stato alcun accordo nel calendario elettorale e che il processo elettorale non abbia garantito elezioni libere e trasparenti, che avrebbero richiesto la partecipazione di tutti i partiti politici in modo equo e senza ostacoli “.

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Usa-Cina, la Casa Bianca verso la revoca delle sanzioni in cambio di una multa miliardaria e un cambio del management

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e’ tornato a commentare ieri il nodo delle pesantissime sanzioni imposte dalla sua amministrazione al colosso delle telecomunicazioni cinese Zte, al centro delle trattative commerciali tra Usa e Cina delle scorse settimane. Trump, che gia’ nei giorni scorsi aveva aperto ad un compromesso con Pechino, ha dichiarato ieri che Washington potrebbe revocare le sanzioni, optando invece per una onerosa sanzione pecuniaria, nell’ordine di 1,3 miliardi di dollari, e in cambio di modifiche al management dell’azienda cinese. Tale misura di “compromesso”, pero’, sconterebbe l’opposizione del Congresso, dove ieri un gruppo bipartisan di senatori si e’ unito per chiedere al presidente di mantenere una linea intransigente in materia di dazi e sanzioni. Durante la conferenza stampa congiunta con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, nella giornata di ieri, Trump ha definito il possibile ripensamento su Zte un “favore” al presidente cinese Xi Jinping. Le sanzioni varate dal governo Usa, pero’, hanno gia’ causato alla compagnia cinese danni economici nell’ordine di almeno 20 miliardi di yuan (3,1 miliardi di dollari), stando a fonti vicine all’azienda citate da “Bloomberg”. Stando alle fonti, Zte e’ ottimista in merito al superamento del bando imposto dagli Usa alle forniture di chip e componenti per gli smartphone e altri sistemi per le telecomunicazioni; l’azienda cinese avrebbe gia’ approntato un piano per il riavvio entro poche ore degli stabilimenti bloccati per effetto delle sanzioni, qualora Washington revocasse ma moratoria di sette anni imposta alle forniture di componentistica Usa.

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Usa-Ue, presidente Trump valuta tagli del 10 per cento delle importazioni europee di acciaio e alluminio

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente Donald Trump sta valutando misure commerciali per ridurre di circa il 10 per cento le importazioni di acciaio e alluminio europei. Un segnale, secondo il “Wall Street Journal”, che le proposte avanzate dell’Europa per assicurarsi l’esenzione dai dazi non hanno convinto la Casa Bianca. Washington aveva proposto due soluzioni a Bruxelles: una quota fissa di importazioni dall’Europa pari al 90 per cento del livello del 2017, oppure un dazio pari al 10 per cento. “Abbiamo l’impressione che vogliano limitare le importazioni di acciaio e di alluminio degli Stati Uniti”, ha detto il commissario europeo al Commercio, Cecilia Malmstrom, prima di informare i governi europei. L’Unione europea sta cercando di comprendere quali siano le richieste di Washington prima della nuova scadenza del termine delle esenzioni, fissata per il prossimo primo giugno. Gli Stati Uniti hanno proposto un sistema di quote, ma gli europei riferiscono che non ne e’ chiara la portata, ne’ i dettagli. La Ue aveva presentato un’offerta basata su quattro punti fondamentali promettendo a Trump accesso al mercato per i prodotti statunitensi e un’alleanza per affrontare i temi del commercio internazionale che entrambe le parti giudicano prioritari. Se la Casa Bianca dovesse garantire deroghe “illimitate” agli europei, Bruxelles avvierebbe colloqui con Washington per ridurre i dazi e migliorare la cooperazione a livello di normative. Inoltre l’Europa sarebbe anche disponibile a collaborare con l’amministrazione Trump per riformare l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) ed aumentare gli accordi sull’energia. Un segnale, questo, che lascia intendere che Bruxelles potrebbe aprire all’acquisto di gas naturale liquefatto statunitense.

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Spagna, ex ministro Lavoro Zaplana nascose 10,5 milioni in tangenti a Panama

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – La Guardia Civil ha arrestato ieri a Valencia l’ex ministro del Lavoro ed esponente del Partito popolare (Pp), Eduardo Zaplana, accusato di riciclaggio di denaro. La notizia e’ stata riferita da tutti i principali quotidiani spagnoli, nei quali si legge come la giustizia spagnola stia indagando Zaplana per aver rimpatriato in Spagna circa 10,5 milioni di euro di presunte tangenti ricevute durante il mandato come presidente del governo di Valencia, dal 1995 al 2002, occultati a Panama attraverso societa’ gestite dall’Uruguay. L’indagine e’ stata portata a termine dall’Unita’ operativa centrale (Uco) della Guardia Civil, nell’ambito dell’Operazione Erial che ha visto il coinvolgimento e il conseguente arresto di altre sei persone e di un ex funzionario di alto rango, Juan Cotino. L’Operazione Erial ha avuto origine da una scoperta fortuita durante l’operazione “Taula”, nella quale sono stati indagati Rita Barbera’, sindaco di Valencia dal 1991 al 2015, e i suoi consiglieri.

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Il governatore della Banca d’Inghilterra accusa, la Brexit costa 900 sterline alle famiglie britanniche

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – La Brexit pesa per 900 sterline all’anno sul bilancio delle famiglie britanniche e il Pil della Gran Bretagna perde 40 miliardi a causa del divorzio dall’Unione europea: questa valutazione, espressa dal governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, e’ una vera e propria bomba che ha suscitato immediate polemiche politiche di cui riferiscono oggi tutti i principali quotidiani del paese. “The Times” in particolare riferisce le parole pronunciate dal governatore Carney ieri, martedi’ 22 maggio, parlando alla commissione Tesoro della Camera dei Comuni: “Il reddito annuo reale delle famiglie e’ diminuito di 900 sterline rispetto alle previsioni fatte nel 2016 (prima del referendum sulla Brexit, ndr), si tratta di un sacco di soldi”, ha aggiunto, anche senza considerare che la crescita economica globale registrata nel mondo dopo il 2016 avrebbe potuto portare ancora piu’ in alto l’economia britannica, se non fosse intervenuta la Brexit. Quanto allo stato generale dell’economia della Gran Bretagna, Mark Carney ha detto che “il Pil e’ inferiore di un punto percentuale rispetto alle previsioni, nonostante gli ampi stimoli monetari messi in campo dalla Banca d’Inghilterra, le riduzioni fiscali decise dal governo e la crescita economica globale e dei paesi europei in particolare, che e’ stata superiore alle aspettative. Tutto considerato”, ha sostenuto il governatore Carney, “il Pil britannico e’ inferiore del 2 per cento a quanto avrebbe potuto essere”. Due punti percentuali, spiega il “Times”, sono equivalenti appunto a 40 milioni di sterline. L’esternazione del governatore, riferisce il giornale londinese, e’ stata prontamente criticata dal ministro degli Esteri Boris Johnson, capofila dell’ala piu’ euroscettica del governo e del Partito conservatore; mentre al contrario nel corso dell’audizione ai Comuni i dati esposti da Mark Carney non sono stati contestati dal cancelliere allo Scacchiere Philip Hammond, che nella campagna per il referendum del 2016 era contrario alla Brexit e che ora milita a favore del mantenimento di stretti legami commerciali e doganali con l’Unione europea. La polemica, scrive il “Times”, del resto approfondisce ulteriormente la frattura all’interno del governo britannico emersa con la lettera indirizzata ai colleghi dal ministro dell’Ambiente, Micheal Gove, fatta filtrare al quotidiano “The Telegraph”: nella missiva Gove accusa apertamente il cancelliere allo Scacchiere (ministro del Tesoro, ndr), Philip Hammond, di essere “poco lungimirante” e di aver sostanzialmente boicottato le “credenziali ambientaliste” del governo conservatore e provocato un’ennesima sconfitta della legge sulla Brexit alla Camera dei Lord. Secondo il ministro Gove, uno dei capofila dell’ala piu’ euroscettica del Partito conservatore, gli ostacoli frapposti dal cancelliere allo Scacchiere Hammond alla concessione di sostanziali poteri sanzionatori alla futura Autorita’ per l’ambiente ha fatto si’ che i Lords votassero contro il relativo articolo della legge sulla Brexit: il risultato e’ che anche dopo il divorzio dall’Ue la Gran Bretagna dovra’ mantenere tutte le attuali regole europee in fatto di protezione ambientale. Questo ultimo voto contrario della Camera alta del Parlamento e’ stato un’ennesima sconfitta subita dal disegno di legge per la Brexit presentato dal governo, che a questo punto con ogni probabilita’ rinuncera’ a ripresentare la legge in seconda lettura alla Camera dei Comuni e rinviera’ il tutto al prossimo autunno. La diatriba inoltre, sottolinea il “Telegraph”, non si limita affatto al singolo articolo di legge bocciato in Parlamento ne’ alla legislazione sulla Brexit, ma costituisce un gravissimo colpo inferto alla coesione del governo britannico e alla autorita’ della premier Theresa May in vista dell’imminente e cruciale vertice dei capi di stato e di governo dell’Ue in programma a Bruxelles per la meta’ di giugno.

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Francia, il presidente Macron svela il suo piano per migliorare la vita nelle banlieue

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – Ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, ha svelato il suo piano per migliorare la vita nelle banlieue. Ne parla la stampa transalpina, sottolineando che il capo di Stato francese non ha annunciato un progetto dettagliato, limitandosi a descrivere la sua strategia in un’ora e mezza di discorso. Macron ha affermato di voler “cambiare metodo” applicando una “politica di emancipazione”. Il piano preparato da Jean-Louis Borloo su richiesta del governo non sembra aver suscitato l’interesse del capo dell’Eliseo. “Non vi annuncero’ un piano citta’, questa strategia e’ vecchia quanto me” ha detto Macron, che ha promesso un appuntamento ogni due mesi con sindaci e associazioni. In merito al problema della radicalizzazione islamista nei quartieri sensibili, Macron ha fatto appello alla “riconquista repubblicana degli spiriti”. Per riuscire nel suo progetto, Macron ha fatto appello anche al mondo imprenditoriale. A luglio si firmeranno all’Eliseo una serie di accordi con le 120 aziende piu’ importanti in Francia. I gruppi saranno sottoposti a dei test per lottare contro le discriminazioni fatte al momento delle assunzioni. Alcuni rappresentanti locali che erano favorevoli al piano Borloo si sono mostrati delusi al termine dell’intervento del presidente.

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Francia, Macron riceve i dirigenti dei grandi gruppi dell’high-tech

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, incontra oggi a Parigi una sessantina di dirigenti di aziende specializzate nel digitale e nell’hi tech per il vertice “Tech for good”. “Le Monde” spiega che il capo di Stato francese cerchera’ di convincere i dirigenti ad “impegnarsi in favore dei beni comuni”. Tra gli invitati presenti al summit ci sara’ Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, e altri rappresentanti di importanti gruppi internazionali come Satya Nadella (Microsoft), Dara Khosrowshahi (Uber), Ginni Rometty (IBM) e Jimmy Wales (Wikimedia). Nel corso della giornata si attendono diversi annunci su iniziative di carattere sociale riguardanti soprattutto l’Africa. Il quotidiano afferma che Macron, intenzionato a rendere la Francia una grande “start up nation”, vuole instaurare un dialogo con questi grandi gruppi. Uber dovrebbe presentare un piano di protezione per i suoi autisti, mentre Intel dara’ il via a una collaborazione con l’istituto Curie per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nella lotta contro il cancro. Per dimostrare che l’iniziativa non e’ una semplice operazione di comunicazione, l’Eliseo ha insistito affinche’ ogni gruppo faccia importanti annunci sui futuri investimenti.

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Germania, ministero Interno: 750 estremisti di destra e 1.200 cittadini del Reich detengono armi legalmente

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – Circa 1.200 cittadini del Reich e 750 soggetti identificati come “estremisti di destra” hanno attualmente un porto d’armi in Germania. Questo e’ quanto e’ emerso da un’interpellanza parlamentare dei Verdi a cui ha risposto il governo martedi’ scorso. Da gennaio a novembre 2017, 59 estremisti di destra sono stati privati del permesso, secondo quanto riporta il quotidiano “Zeit online”. Da novembre 2016, almeno 450 porti d’armi sono stati ritirati. Per i cosiddetti cittadini del Reich, le autorita’ hanno cercato per un po’ di tempo di rastrellare le armi e i relativi permessi man mano che venivano alla luce. I cittadini di Reich non sono un vero e proprio movimento unitario, ma una galassia di individui di orientamento anarchico o nazionalista, alcuni dei quali non riconoscono la Repubblica federale, ispirandosi invece al secondo Reich tedesco.I Servizi tedeschi collocano nel perimetro del movimento circa 18.000 soggetti, alcuni dei quali rappresentano posizioni estremiste di destra. “Il grado di armamento degli estremisti di destra e dei cittadini del Reich rimane estremamente preoccupante”, ha dichiarato la portavoce per gli affari interni del gruppo parlamentare dei Verdi, Irene Mihalic, al quotidiano tedesco. E’ incomprensibile che solo 59 estremisti di destra siano stati privati del porto d’armi, ha aggiunto la parlamentare. Mihalic afferma che tutti i soggetti classificati come “estremisti di destra” dovrebbero essere ritenuti una minaccia concreta per la sicurezza dello Stato. All’inizio di aprile il numero di persone classificate come pericolose nell’area del “crimine politicamente motivato di destra” era di 26. Rispetto agli anni precedenti e’ quindi ad un nuovo massimo, mentre rispetto ad altri gruppi pericolosi rimane estremamente basso.

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Gli economisti tedeschi preoccupati dagli sviluppi politici in Italia

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – Il capo dell’Istituto tedesco per la ricerca economica Diw, Marcel Fratzscher ha avvertito che il cambiamento politico in Italia potrebbe avere un impatto enorme sulla stabilita’ economico-finanziaria dell’Europa. “Il nuovo governo italiano deve impegnarsi urgentemente a perseguire sane politiche economiche e per l’Europa, altrimenti vedo un rischio crescente di panico finanziario”, ha dichiarato l’economista all’agenzia stampa tedesca “Dpa”. La situazione economica e finanziaria dell’Italia e’ “pericolosa”, ha aggiunto Fratzscher. Secondo l’economista, anche se l’economia italiana e’ in ripresa, la retorica populista dei partiti “populisti” ha turbato le societa’ d’investimento e i mercati. La precaria situazione politica in Italia accresce l’incertezza sul futuro dell’Europa. “La Germania non sfuggira’ alla situazione italiana e dovrebbe agire ora piuttosto che reagire a un nuovo squilibrio”. Anche la Camera di commercio e industria tedesca (Dihk) guarda con preoccupazione alla formazione del governo italiano. Il suo amministratore delegato, Achim Dercks, ha dichiarato all’agenzia tedesca che “un costoso edificio governativo” sta emergendo in Italia. “Nell’interesse della competitivita’ internazionale dell’Italia”, Dercks si augura che non tutti i progetti del prossimo governo vengano implementati. Per le aziende tedesche e’ importante avere un partner commerciale e di investimento competitivo in Europa, afferma l’ad. Nel 2017 il volume degli scambi bilaterali tra Germania e Italia e’ salito a oltre 120 miliardi di euro. Piu’ di 2.200 aziende tedesche, con investimenti pari a 39 miliardi di euro, impiegano oltre 180.000 persone in Italia.

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“Financial Times” controcorrente, ci sono buone ragioni per comprare titoli di Stato italiani

23 mag 11:07 – (Agenzia Nova) – Il quotidiano economico britannico “The Financial Times” oggi mercoledi’ 23 maggio va controcorrente e pubblica una sorprendente analisi in cui si afferma che l’Italia e’ in una situazione finanziaria che le permette di affrontare l’instabilita’ politica assai meglio di cinque anni fa, durante la crisi dell’Eurozona. Da un lato il giornale della City di Londra pubblica in prima pagina un resoconto delle difficolta’ che sta incontrando la banca Monte dei Paschi di Siena (Mps), che e’ tornata a essere una “patata bollente” a causa dell’ondata di vendite che ha investito le sue obbligazioni: un evento scatenato dall’intenzione manifestata dalla coalizione di governo che sta per nascere in Italia tra l’anti-sistema Movimento 5 stelle e la Lega di estrema destra di “ridefinire la missione e gli obbiettivi” di Mps, salvata lo scorso anno dallo Stato italiano con un piano di ristrutturazione industriale concordato con le autorita’ dell’Unione europea. Nel mirino dei mercati si trovano in particolare le obbligazioni “tier 2” a 10 anni del Mps: si tratta di obbligazioni che contribuiscono al livello di capitalizzazione di un istituto di credito e la banca senese ha intenzione di immettere sul mercato entro la fine dell’anno altri 700 milioni di questi titoli per rafforzare il proprio bilancio. Secondo il “Financial Times” le tensioni sui titoli Montepaschi rappresentano un segnale di allarme per l’intero processo di cartolarizzazione dei crediti a rischio che appesantiscono i bilanci delle banche italiane e fanno temere che le politiche del nuovo governo populista possano minacciare un aumento dei costi di finanziamento di tutto il settore bancario della Penisola. Nonostante cio’, il quotidiano economico britannico oggi pubblica anche un sorprendente articolo in cui i suoi analisti, Kate Allen e Miles Johnson, elencano puntigliosamente le ragioni, sostanzialmente fondate sulla caratteristica struttura del debito pubblico dell’Italia, secondo cui sarebbe addirittura consigliabile per gli investitori considerare l’attuale congiuntura ribassista del mercato come un’occasione per comprare titoli di Stato italiani.

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