aiuti a famiglie e imprese

Crisi energia, Italia già speso 50 miliardi in aiuti (dietro solo a Germania). La classifica Ue

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Se la classifica viene vista prendendo in considerazione la spesa per gli aiuti in proporzione al Pil, l’Italia è al primo posto, perché gli interventi valgono il 2,8% del Pil, il 2,3% della Spagna, l'1,8% della Francia e l'1,7% della Germania.

50 miliardi di aiuti a famiglie e imprese sono stati spesi dall’Italia da settembre 2021 a luglio 2022.
Il nostro Paese è secondo solo alla Germania, che ha speso 60 miliardi e al terzo posto figura la Francia con 44 miliardi e a seguire la Spagna con 27 miliardi.

Questa è la stima dello studio del think tank europeo Bruegel, che ha stilato la classifica con 25 Stati europei.

Se la classifica viene vista prendendo in considerazione la spesa per gli aiuti in proporzione al Pil, l’Italia è al primo posto, perché gli interventi valgono il 2,8% del Pil, il 2,3% della Spagna, l’1,8% della Francia e l’1,7% della Germania.

Tutte le misure del Governo Draghi

I primi 3 miliardi

Il 27 settembre l’Italia ha approvato  misure a breve termine per un valore inferiore a 3 miliardi di euro per compensare il previsto aumento dei prezzi al dettaglio dell’energia elettrica fino alla fine del 2021.

Il finanziamento è stato suddiviso in 2 miliardi di euro per eliminare gli oneri generali di sistema nel settore elettrico e in 480 milioni di euro per ridurre gli oneri generali sulla bolletta del gas. Gli oneri di sistema sulla bolletta elettrica saranno compensati con 700 milioni di euro dai proventi delle aste di CO2 e 1,3 miliardi di euro dal Fondo nazionale per i servizi energetici e ambientali.

L’Iva sull’uso del gas naturale è scesa al 5% sulle forniture per “usi civili e industriali”. La misura è stata applica dall’ultimo trimestre del 2021 (da ottobre a dicembre). L’IVA sulle bollette del gas è ora al 10% e al 22% a seconda dei consumi. L’Italia ha rafforzato anche il ‘bonus sociale’ sulle bollette per le famiglie in difficoltà economiche e con gravi malattie, per le quali sono stanziati 450 milioni di euro. Per circa 6 milioni di piccole imprese (con utenze in bassa tensione fino a 16,5kW) e circa 29 milioni di clienti domestici, le tariffe relative agli oneri generali di sistema sono state fissate a zero  per l’ultimo trimestre del 2021.

Subito altri 2,8 miliardi

Il 9 dicembre 2021  il governo italiano ha deciso di integrare la spesa di 2,8 miliardi di euro già prevista per il 2022 con un miliardo aggiuntivo.

Il 18 dicembre 2021,  il governo ha delineato come spenderà i fondi per il 2022: 1,8 miliardi di euro saranno utilizzati per eliminare gli oneri di sistema per gli utenti di energia elettrica (famiglie e microimprese con fabbisogno energetico fino a 16,5 kilowatt). Ulteriori 480 milioni di euro sono stati stanziati per annullare gli addebiti sulla bolletta del gas per tutti gli utenti. Poi, come a settembre, ci sarà una riduzione dell’Iva al 5% sia per usi civili che industriali, con una perdita di gettito stimata in 608 milioni di euro. Infine, 912 milioni di euro saranno utilizzati per aumentare il bonus sociale (lo sconto sulle bollette per le famiglie economicamente svantaggiate o in gravi condizioni di salute) al fine di compensare nuovi aumenti. Il governo italiano ha inoltre introdotto la possibilità per i consumatori di pagare la bolletta energetica in più rate per tutto il 2022.

Il 12 gennaio 2022, il ministro dell’Industria italiano ha annunciato  un imminente aumento delle imposte sulle società per le società energetiche che hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi dell’energia. Questo arriva pochi giorni dopo che Matteo Salvini, capo del partito politico del ministro dell’Industria, ha chiesto un aumento del disavanzo di almeno 30 miliardi di euro.

+1,7 miliardi

Il 21 gennaio 2022 il Consiglio dei ministri ha annunciato  nuove misure (+1,7 miliardi di euro) a fronte di bollette elevate. Questi si aggiungono ai 3,8 miliardi di euro previsti e portano il totale a 5,5 miliardi di euro solo per il primo trimestre del 2022. Le misure extra sono più mirate a sostenere il mondo delle imprese con un credito d’imposta del 20% per tutte le società ad alta intensità energetica che subiscono un aumento dei prezzi del 30% rispetto al 2019. Parte dei finanziamenti extra saranno finanziati attraverso un’imposta sugli utili inaspettati da febbraio a entro la fine del 2022 sui produttori di energia elettrica solare, eolica, idroelettrica e geotermica.

Altro pacchetto da 4,4 miliardi

Il 19 marzo 2022 l’Italia ha approvato un nuovo pacchetto da 4,4 miliardi di euro  per allargare il bonus sociale a 5,2 milioni di famiglie (che pagheranno luce e gas ai prezzi dell’estate 2021) e per ridurre di 25 centesimi il prezzo della benzina fino a fine aprile. Altre misure contenute nel pacchetto sono i crediti d’imposta per le imprese e il pagamento rateale della bolletta energetica ai cittadini. I fondi saranno reperiti da una tassa inaspettata del 10% sulle società energetiche e porteranno l’importo totale a 20,4 miliardi di euro spesi da settembre.

Altri 8 miliardi di euro

Il 21 aprile 2022 il Senato ha approvato 8 miliardi di euro di spesa extra, di cui 5,5 miliardi per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia e il resto per aiutare i settori produttivi più colpiti dell’economia. Gli oneri di sistema sulla bolletta dell’energia elettrica saranno mantenuti a zero per tutta l’estate e l’IVA sarà fissata al 5% della bolletta del gas. Anche il bonus sociale per luce e gas è stato esteso a tutte le famiglie a basso reddito (la cui categoria è stata precedentemente ampliata). Sono stati inoltre progettati crediti d’imposta per le imprese energivore ed è stato attivato un fondo di 800 milioni per il settore automotive. Sono state inoltre adottate misure per favorire l’installazione di fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico in particolare). La laurea prevede anche che l’aria condizionata dovrà rimanere al di sopra dei 25 gradi Celsius durante il periodo estivo.

Altri 14 miliardi per aiutare le famiglie e le imprese

Il 2 maggio il premier Mario Draghi ha delineato un nuovo pacchetto di misure del valore di 14 miliardi per aiutare le famiglie e le imprese ma anche per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e degli impianti di rigassificazione. La misura-bandiera del pacchetto è un bonus una tantum di 200 euro per 28 milioni di lavoratori e pensionati (con un livello di reddito inferiore a 35.000 euro). Il decreto prevede poi una riduzione di 0,8 punti percentuali dell’aliquota previdenziale dei dipendenti pubblici, un fondo di 200 milioni di euro per le imprese che commerciano con Russia, Ucraina e Bielorussia e crediti d’imposta per le PMI per investimenti in immobilizzazioni immateriali (50%) e per la formazione (70% per le piccole imprese e 50% per le medie imprese). È stato inoltre progettato un fondo da 600 milioni di euro per aiutare le grandi città nell’attuazione degli obiettivi del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Prorogati fino a fine settembre il Superbonus (un credito d’imposta del 110% sull’efficientamento energetico degli edifici) e il bonus sociale per le spese energetiche (riguardanti le famiglie con reddito inferiore a 12mila euro). Prolungato anche il taglio delle accise sui carburanti: lo sconto, del valore di 30 centesimi al litro su benzina e diesel, viene esteso alle auto a metano, la cui accisa si azzererà e l’IVA ridotta dal 22% al 5%. Questo durerà per tutti i combustibili fino all’8 luglio 2022. Per le aziende il credito d’imposta per l’acquisto di gas ed energia elettrica sale al 25%. E gli autotrasportatori beneficeranno di un credito d’imposta del 28% per il primo trimestre 2022 per le spese sostenute per l’acquisto di gasolio. Un credito d’imposta del 10% è destinato anche alle imprese energivore per il gas naturale acquistato nel primo trimestre del 2022. Tre miliardi di euro serviranno per adeguare i prezzi degli appalti pubblici, in quanto le materie prime utilizzate nelle costruzioni risentono dell’elevata inflazione. Il progetto di decreto stanzia 3 miliardi per il 2022, 2,5 miliardi per il 2023 e 1,5 miliardi per ogni anno dal 2024 al 2026. Le misure saranno finanziate principalmente aumentando dal 10 al 25% la tassazione inaspettata delle imprese energetiche.

Nuovo decreto per stanziare altri 3 miliardi

Entro la fine di giugno 2022,  il governo ha approvato un nuovo decreto da 3 miliardi di euro per abbassare gli aumenti delle bollette energetiche. La maggior parte dei finanziamenti sarà necessaria per estendere le misure precedentemente adottate (ad esempio il livellamento degli oneri di distribuzione per le famiglie a basso reddito o la riduzione dell’IVA al 5% per le bollette del gas). La nuova parte del pacchetto prevede che Arera (Autorità per la regolazione delle reti energetiche e dell’ambiente) mantenga invariati gli oneri generali di sistema per il settore del gas naturale. Una misura, quest’ultima, che prevede una copertura per 292 milioni di euro a cui vanno aggiunti ulteriori 240 milioni di euro per fasce di consumo fino a 5.000 metri cubi annui. Il decreto disciplina anche il bonus sociale per luce e gas legato all’Isee (dichiarazione dei redditi delle famiglie) e destinato alle famiglie meno fortunate. Sono previste riduzioni per mantenere invariate, rispetto al trimestre precedente, la spesa dei clienti agevolati corrispondente ai profili tipici dei titolari dei suddetti benefici. Infine, vengono confermate anche le disposizioni per accelerare lo stoccaggio del gas naturale.

Altri 15 miliardi con il decreto Aiuti bis

Verso la fine di luglio il governo ha delineato un disegno di legge intitolato ‘Aiuti bis’ del valore di 15 miliardi, con 2 miliardi in più di misure aggiuntive. Oltre 6 miliardi saranno utilizzati per coprire l’estensione delle misure precedentemente adottate: 1,05 miliardi per estendere il taglio sull’IVA gas (dal 22% al 5%) e sui carburanti di (30 centesimi al litro), 5 miliardi per la cancellazione tasse sulle bollette energetiche. Inoltre, fino al 31 ottobre 2022 è sospesa l’efficacia di ogni clausola contrattuale che consenta all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali contrattuali relative alla definizione del prezzo. Inoltre, il limite esentasse sui bonus aziendali è stato raddoppiato a 516 euro se utilizzato per le spese per le bollette delle famiglie. 350 milioni sono stati assegnati ai municipi e 50 alle città metropolitane per aiutarli con le spese energetiche. Anche il settore dei trasporti ha beneficiato del disegno di legge, con ulteriori 101 milioni in cima ai 79 milioni già stanziati entro il 2022. 3,3 miliardi sono stati poi utilizzati per estendere i crediti d’imposta alle imprese, comprese le imprese del settore agricolo. Poi, 6,5 miliardi dovrebbero essere utilizzati per un nuovo buono da 200 euro per lavoratori e pensionati che non ne hanno beneficiato in primavera e si adegua anche per un aumento dell’inflazione del 2% le pensioni per i pensionati con reddito inferiore o uguale a 35mila euro. Allo stesso modo, i lavoratori con un reddito inferiore a 35mila euro annui beneficeranno di uno sconto fiscale di 1,2 punti percentuali sulla retribuzione fino a fine 2022, per un costo di 1,2 miliardi per lo Stato. 5 mld dovrebbero essere utilizzati per un nuovo buono da 200 euro per lavoratori e pensionati che non ne hanno beneficiato in primavera e si adegua anche per un aumento dell’inflazione del 2% le pensioni per i pensionati con reddito inferiore o uguale a 35 mila euro. Allo stesso modo, i lavoratori con un reddito inferiore a 35mila euro annui beneficeranno di uno sconto fiscale di 1,2 punti percentuali sulla retribuzione fino a fine 2022, per un costo di 1,2 miliardi per lo Stato. 5 mld dovrebbero essere utilizzati per un nuovo buono da 200 euro per lavoratori e pensionati che non ne hanno beneficiato in primavera e si adegua anche per un aumento dell’inflazione del 2% le pensioni per i pensionati con reddito inferiore o uguale a 35 mila euro. Allo stesso modo, i lavoratori con un reddito inferiore a 35mila euro annui beneficeranno di uno sconto fiscale di 1,2 punti percentuali sulla retribuzione fino a fine 2022, per un costo di 1,2 miliardi per lo Stato.