Finestra sul mondo

Crisi Catalogna, Facebook e la Russia, Roma Contro Google, Il Front National resta senza banca

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Moody’s, la Catalogna avra’ bisogno di 9 miliardi di euro dopo le prossime elezioni

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Il nuovo governo catalano che risultera’ eletto dal prossimo 21 dicembre avra’ bisogno di un sostegno finanziario da parte dello Stato superiore ai 9 miliardi di euro, stando a quanto pubblicato in un rapporto dell’agenzia di rating Moody’s. Secondo la relazione intitolata “I governi regionali della Spagna”, la Generalitat presenta una situazione finanziaria molto debole per mantenere un tasso di risparmio lordo negativo del 4 per cento e un deficit di finanziamento del 9 per cento. “Instabilita’ politica influenzera’ negativamente l’economia della regione e in particolare la fiducia degli investitori stranieri e del settore turistico”, si legge nel rapporto pubblicato dal quotidiano spagnolo “El Mundo”. Il settore turistico e’ infatti uno dei piu’ colpiti dalla crisi politica insieme a quello immobiliare. Il prezzo delle proprieta’, in particolare di quelle di lusso, e’ sceso del 20 per cento da quando si e’ tenuto il referendum indipendentista, mentre la domanda e’ diminuita di circa il 50 per cento tra il 1° ottobre e il 15 novembre, riferisce il quotidiano “Abc”. Il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy ha chiesto ieri agli imprenditori, riuniti a Barcellona in occasione del Foment del Treball, di fermare il trasferimento delle sedi legali aziendali dalla Catalogna. Sono quasi 2.700 le aziende che hanno spostato la sede fuori dalla Catalogna, stando a quanto pubblicato dal quotidiano “La Vanguardia”.

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Usa, Facebook rendera’ noto ai suoi utenti se hanno seguito pagine russe legate alle presidenziali 2016

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Facebook ha annunciato oggi che progetta di far conoscere a milioni di suoi utenti a chi e’ “piaciuto” o chi ha seguito uno o piu’ delle 290 pagine create sulla sua piattaforma o su Instagram da operatori russi intrappolati nella presunta campagna di disinformazione sulle elezioni presidenziali statunitensi dello scorso anno. L’annuncio manca tuttavia di indicare, sottolinea il quotidiano “Wall Street Journal”, gli oltre 100 milioni di altri utenti che si sono imbattuti nelle pubblicita’ o nei post e che possono aver messo un “mi piace”, un “condividi” o un “commenta”. Risultano scarse anche le informazioni sugli utenti che hanno seguito le pagine. Entro la fine dell’anno la compagnia sostiene che attivera’ uno strumento per controllare se gli utenti hanno seguito una qualunque delle pagine studiate per sembrare gestire da statunitensi, ma in realta’ create da una sola azienda vicina al Cremlino, la Internet Research Agency. L’iniziativa di Facebook risponde alla richiesta arrivata durante l’audizione, del 2 novembre scorso, presso il Congresso Usa e espressa da senatore del Partito democratico Richard Blumenthal. I dirigenti delle “Big Tech” (inclusi Google e Twitter) sono stati ascoltati sulla vicenda della circolazione sulle loro piattaforme di pubblicita’ politiche acquistate presumibilmente dalla Russia per influenzare le presidenziali del 2016. Il senatore ha accolto positivamente l’iniziativa di Facebook di oggi auspicando che Google e Twitter facciano altrettanto. Al momento le due compagnie non hanno voluto commentare se intendono procedere in modo analogo.

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Roma contro Google

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Il Parlamento italiano vuole porre fine all’elusione fiscale dei giganti informatici statunitensi Google, Facebook e Apple. “Abbiamo aspettato dieci anni perche’ qualcosa si muovesse”, ha affermato Massimo Mucchetti, presidente della commissione Bilancio di Roma. Il senatore del Partito democratico (Pd) vuole cambiare le cose gia’ il prossimo anno: ha presentato un emendamento alla legge di bilancio del 2018, che e’ ora in discussione presso le due Camere del Parlamento a Roma. Non e’ il primo tentativo dell’ex giornalista, ma le prospettive di approvazione dell’emendamento stavolta paiono buone. Recentemente, anche il Primo ministro Paolo Gentiloni ha specificamente chiesto l’immediata introduzione della “tassa sul web”, come prevede l’imposta per le compagnie Internet in Italia. Durante la riunione dei ministri delle Finanze di settembre a Tallin, il tentativo da parte di Germania, Francia, Italia e Spagna di introdurre una sorta di tassa sulle vendite delle multinazionali digitali non ha trovato maggioranza. Alcuni Stati, infatti, fanno proprio della fiscalita’ di favore al settore tecnologico uno dei principali motori della loro economia. Cosi’ ora gli italiani agiscono da soli. “Dobbiamo fare uno sforzo, se non vogliamo piu’ essere derubati”, afferma Mucchetti. “Stanno succhiando denaro dai nostri dati e non pagano nemmeno le tasse in Europa”, si e’ lamentato il senatore. Le aziende di questo tipo saranno obbligate in futuro a pagare le tasse anche se non hanno nominalmente sede in Italia. Il piano e’ quello di applicare una tassazione al 6 per cento. Si tratta di somme considerevoli. Secondo Mucchetti, si stima che Google generi poco meno di 2 miliardi di euro di vendite in Italia. Il 90 per cento sono utili, su cui ha pagato cinque milioni di euro di tasse. E “Google non e’ l’eccezione, ma il pioniere”. Sulla base della proposta, il gruppo del motore di ricerca, in Italia avrebbe dovuto trasferire 120 milioni di euro all’ufficio delle imposte. Secondo la proposta, i clienti aziendali italiani di Google, Facebook, Booking.com e altri dovrebbero in futuro trattenere l’IVA sulle loro fatture e pagarla direttamente alle autorita’ fiscali. Allo stesso tempo, le banche sono tenute a comunicare alle autorita’ fiscali le carte di credito e i trasferimenti bancari verso le societa’ di Internet. Se nel corso di un semestre si registreranno piu’ di 1.500 transazioni per un ammontare di almeno 1,5 milioni di euro a favore di una societa’ internet, l’ufficio delle imposte dovra’ averne comunicazione. L’Italia non parte da zero nella lotta per la giustizia fiscale. Gia’ altre dispute l’avevano vista contro Google e Apple. A medio termine, Mucchetti reputa realistico che la “tassa sul web” possa generare entrate per lo Stato per oltre un miliardo di euro all’anno.

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Ecuador chiede ad Assange di non interferire con la crisi catalana

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Il governo dell’Ecuador ha chiesto formalmente al fondatore di Wikileaks, Julian Assange, di non intromettersi nella crisi catalana e ha preso le distanze dalle dichiarazioni del cyber attivista. “L’Ecuador ribadisce il proprio impegno verso i principi che regolano i rapporti fra tutte le nazioni, in particolare il rispetto per l’integrita’ territoriale, la sovranita’ e l’indipendenza degli Stati e la politica di non intervento negli affari interni di un Paese”, ha dichiarato il ministero degli Esteri dell’Ecuador che aggiunge come questo richiamo all’ordine nei confronti di Assange non condiziona in alcun modo la protezione concessa nel 2012. La notizia e’ stata riferita ieri dal quotidiano spagnolo “El Pais”.

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Imprese, la Federazione per il commercio Usa prevede un calo nell’assunzione degli stagionali per le festivita’ rispetto al 2016

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Le assunzioni nel periodo delle festivita’ aiutano a dare uno scossone all’economia, aumentando le entrate di centinaia di migliaia di famiglie per il Natale e offrendo la possibilita’ di guadagnare qualcosa in piu’, anche se per solo per alcuni mesi. Lo ricorda il quotidiano “New York Times”. Ma quest’anno i negozi potrebbero non ricorrere all’aiuto straordinario di personale stagionale. I grandi rivenditori possono ancora affrontare questa spesa, ma vi sono altri, come Walmart, il piu’ grande rivenditore al dettaglio degli Stati Uniti, che ha deciso quest’anno non di assumere personale extra per le festivita’, optando piuttosto per gli straordinari retribuiti alle sue migliaia di dipendenti part-time, per i quali Walmart e’ il solo lavoro. I negozi, in tutti gli Stati Uniti, dovrebbero assumere tra i 500 mila e 550 mila lavoratori stagionali per le festivita’ 2017, in calo rispetto ai 575 mila dello scorso anno, secondo dati della Federazione dei commercianti al dettaglio. La diminuzione riflette le novita’ che scuotono il commercio e piu’ in generale l’economia. La gran parte delle vendite su internet ha colpito molti negozi fisici che hanno quindi meno bisogno di personale. Molti esercizi commerciali, poi, annunciano la chiusura.

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Gran Bretagna, la legge di Bilancio del cancelliere Hammond maschera le cupe previsioni economiche del paese

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Tutti i giornali britannici oggi giovedi’ 23 novembre dedicano gran parte del loro spazio alla legge di Bilancio presentata ieri dal cancelliere allo Scacchiere (ministro del Tesoro, ndr) Philip Hammond. In particolare, secondo il quotidiano laburista “The Guardian” nel Budget 2017 il cancelliere utilizza come “specchietto per le allodole” una serie di “regalie”, in particolare il taglio della tassa di registro per l’acquisto della prima casa, allo scopo di mascherare le negative prospettive economiche del paese dopo il referendum sulla Brexit: nei prossimi cinque anni infatti la l’aumento del Pil della Gran Bretagna restera’ indietro rispetto a tutti le principali potenze mondiali. Proprio mentre Hammond ieri mercoledi’ 22 novembre presentava alla Camera dei Comuni le sue misure, infatti, l’Office for Budget Responsibility (OBR, l’organo indipendente di revisione dei conti pubblici; ndr) pubblicava le sue pessimistiche valutazioni: taglio delle stime sulla crescita del paese, dal 2 all’1,5 per cento quest’anno ed a cascata anche per gli anni successivi; ripercussioni sul reddito delle famiglie, che non recupereranno fino almeno al 2023 il potere di acquisto precedente alla crisi del 2008; timori anche per il livello dell’occupazione, anche in conseguenza del fatto che la produttivita’ del lavoro in Gran Bretagna non aumenta come dovrebbe per tornare ai livelli pre-crisi. A tutto cio’, secondo il rapporto dell’OBR citato dal “Guardian”, si aggiunge l’incertezza sulla reale consistenza dell’impatto economico della Brexit, perche’ per diverso tempo ancora non sara’ chiaro cosa in concreto il governo britannico riuscira’ ad ottenere dai complicati negoziati in corso con l’Unione Europea. Invece il quotidiano tradizionalista “The Times” dedica il suo titolo di apertura a quello che definisce un “allentamento delle politiche di austerita’”, focalizzando la sua attenzione sulle previste nuove spese per 25 miliardi di sterline (oltre 28 miliardi di euro, ndr): in particolare l’abolizione della tassa di registro per gli acquirenti di prime case; le nuove sovvenzioni al National Health Service (NHS, il Servizio sanitario nazionale; ndr), necessarie anche per garantire gli aumenti di stipendio chiesti dalle infermiere degli ospedali pubblici; l’innalzamento del tetto della “no tax area”; ed un ulteriore accantonamento per far fronte ad un aumento dei costi per la Brexit. A loro volta “The Financial Times” ed il conservatore “The Telegraph” evidenziano l’impegno profuso dal cancelliere a sostegno del mercato immobiliare e dell’industria edilizia britannica in crisi da anni: accanto alla gia’ citata abolizione della tassa di registro per gli acquirenti di prime case fino ad un valore di 300 mila sterline (circa 335 mila euro, ndr), c’e’ un pacchetto di finanziamenti e di riforme che dovrebbero consentire entro il prossimo quinquennio di costruire in Gran Bretagna 300 mila nuove case all’anno per far fronte alla storica penuria di abitazioni, che siano alla portata soprattutto dei giovani sempre piu’ attratti dalle proposte del Partito laburista di Jeremy Corbyn.

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 Francia, il Front National resta senza banca

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Marine Le Pen critica la decisione presa dalla banca Socie’te’ Ge’ne’rale in merito alla chiusura di tutti i conti del Front National. “Libe’ration” ricorda che gia’ nel 2013 l’istituto aveva deciso di non concedere piu’ prestiti. “Un lungo processo di discriminazione” secondo la leader dell’estrema destra francese, che ha commentato la scelta della banca definendola una “decisione politica”. “Le oligarchie finanziarie stanno cercando di intervenire nella democrazia francese” ha affermato durante a conferenza stampa organizzata per l’occasione. Le Pen ha poi fatto sapere che il suo partito e’ riuscito ad aprire un conto presso la banca Cre’dit du nord, filiale della Societe Ge’ne’rale, anche se ancora non ha diritto a un libretto degli assegni “l’incasso attraverso carta di credito di doni e nuove adesioni”. In questo modo si impedisce “il funzionamento normale del partito” secondo Le Pen. Dal canto suo, dopo un primo momento di silenzio, Societe’ Ge’ne’rale ha fatto sapere che le decisioni del gruppo “in materia di apertura e chiusura dei conti sono di natura esclusivamente bancaria nel rispetto delle esigenze regolamentari e quindi senza nessuna considerazione politica”. La presidente de Front National ha annunciato che denuncera’ l’istituto per “discriminazione politica”.

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Francia, Bruxelles tira le orecchie a Parigi sul deficit pubblico

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Bruxelles richiama all’ordine Parigi per il deficit pubblico del 2018. Ne parla “Les Echos”, spiegando che, sebbene la Francia quest’anno non dovrebbe avere problemi nello scendere sotto a soglia del 3 per cento prevista dal patto di stabilita’, per il prossimo anno ci potrebbero essere delle complicazioni di bilancio. Abbandonando la procedura del deficit eccessivo, la Francia entrerebbe nel braccio preventivo, che prevede “uno sforzo di 0,6 punti di Pil all’anno nel suo deficit strutturale”. Visto che per due anni consecutivi uno stato membro ha diritto ha un margine di tolleranza di 0,5 punti, Parigi dovrebbe fare uno sforzo strutturale di almeno 0,1 punti di Pil. “Il rischio evocato dalla commissione conferma la precarieta’ dei conti francesi, in un momento in cui Emmanuel Macron invita i suoi partner a riformare l’Europa in profondita’” afferma “Le Figaro”. Il quotidiano indica poi le “preoccupazioni” dell’Unione n merito al debito pubblico italiano che raggiungera’ il 130,8 per cento del Pil nel 2018. A questo si aggiunge poi la crescita piu’ debole nella zona euro.

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Silvio Berlusconi si e’ rivolto alla Corte per i diritti umani contro il divieto di ricoprire cariche pubbliche

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – La Corte europea per i diritti umani ieri mercoledi’ 22 novembre ha iniziato a discutere il ricorso presentato dall’ex presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi contro il divieto di ricoprire cariche pubbliche: una sentenza a lui favorevole, scrive il quotidiano britannico “The Guardian”, potrebbe consentire all’anziano politico di tornare a guidare il paese nonostante gli scandali che ne hanno contraddistinto la carriera. L’udienza arriva in un momento favorevole per la coalizione forgiata dal magnate dei media: l’alleanza del suo partito di centro-destra, Forza Italia, con le due formazioni di strema destra Lega Nord e Fratelli d’Italia, all’inizio di questo mese di novembre ha trionfato nelle elezioni regionali in Sicilia; un voto che e’ stato considerato come il principale test in vista delle elezioni generali che si terranno in Italia nella prossima primavera e che ha registrato appunto il clamoroso ritorno di Berlusconi al centro della vita politica italiana. Nel 2013, dopo la caduta del suo ultimo governo, il Parlamento gli tolse il suo seggio al Senato e gli impose il divieto fino al 2019 di ricoprire cariche pubbliche in base alla “legge Severino”: il collegio di difesa di Berlusconi, guidato dal famoso avvocato britannico Edward Fitzgerald, contesta l’illegittimita’ della sanzione perche’ applicata in modo retroattivo e, secondo la giornalista del “Guardian” Angela Giuffrida, molti eminenti giuristi e rispettati accademici vicini alla Corte europea sarebbero d’accordo. Data la lentezza che contraddistingue i verdetti della Corte europea, la sentenza potrebbe anche non arrivare in tempo per consentire a Berlusconi di candidarsi. Cio’ tuttavia non sembra preoccuparlo piu’ di tanto: “Spero che la corte di Strasburgo accolga il mio ricorso”, ha postato ieri sul suo account Twitter; “ma in ogni caso il mio ruolo nella prossima campagna elettorale e’ chiaro, saro’ in campo per riportare il centro-destra al governo”. Nell’attuale scenario politico italiano, nota il “Guardian” citando l’opinione del professore Francesco Giavazzi dell’Universita’ Bocconi di Milano, “Berlusconi e’ sorprendentemente riemerso come il solo leader filo-europeo, a favore dell’economia di mercato ed in grado di assicurare stabilita’ al paese”. A causa del meccanismo della nuova legge elettorale, e sulla scorte dei sondaggi, dalle prossime urne difficilmente uscira’ una chiara maggioranza. Ma con ogni probabilita’ dopo il voto Berlusconi sara’ il “king-maker”, scrive il “Guardian” citando il professor Roberto D’Alimonte dell’Universita’ Luiss di Roma, secondo cui: “E’ tornato sulla cresta dell’onda perche’ piace alla gente, dispone di ingenti risorse ed anche perche’ i suoi rivali sono deboli oppure incompetenti”.

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Bruxelles ammonisce l’Italia

23 nov 10:59 – (Agenzia Nova) – Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario per gli affari monetari Pierre Moscovici hanno inviato un ammonimento al ministro delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan. Le autorita’ di Bruxelles hanno premiato gli sforzi attuati sinora da Roma e omesso di avviare un procedimento di infrazione del Patto di stabilita’ e di crescita, spiega la missiva, ma “e’ essenziale che la legge di bilancio 2018 sia realizzata senza alcuna diluizione delle principali misure”. Inoltre, scrivono Dombrovskis e Moscovici, al fine di garantire la sostenibilita’ a lungo termine del debito, il governo non dovrebbe indebolire la prevista riforma delle pensioni. La Commissione decidera’ se avviare procedimenti nei confronti dell’Italia solo dopo le elezioni della prossima primavera. Soprattutto l’ammontare del debito italiano causa forti preoccupazioni nei confronti del governo presieduto da Paolo Gentiloni. Il rapporto debito-Pil l’anno venturo e’ previsto in leggero calo al 130,8 per cento. L’alto livello di indebitamento e la fragile ripresa dell’economia pongono “rischi elevati” per la stabilita’ delle finanze pubbliche italiane a medio termine, secondo la valutazione della Commissione. Il ministero delle Finanze di Roma afferma di essere fiducioso di poter risolvere tutte le questioni in un “dialogo costruttivo” con la Commissione, senza la necessita’ di ulteriori misure. Tutte le misure necessarie sono sotto la pressione delle prossime elezioni, come l’innalzamento dell’eta’ pensionabile. Il Fondo Monetario Internazionale, l’Istat e il Governo hanno rivisto al rialzo le loro previsioni di crescita del Pil, all’1,5 per quest’anno e all’1,4 per cento per il prossimo. “Per la crescita e’ importante un calo della disoccupazione”, ha dichiarato il primo ministro Paolo Gentiloni. Bruxelles, pero’, non e’ convinta.

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