la crisi

Crisi Big Tech, Amazon pronta a licenziare 10mila dipendenti

di |

I tagli, che rappresenterebbero circa il 3% dei dipendenti aziendali e meno dell'1% della forza lavoro globale, si concentreranno nell’area dei dispositivi Amazon Alexa, della divisione retail e nel team delle risorse umane.

Prima Twitter, poi Meta, adesso Amazon: la crisi delle Big Tech non si arresta.

Il colosso eCommerce, l’unica tra le GAFAM che sembrava immune ai licenziamenti di massa, licenzierà 10mila dipendenti a partire dalla prossima settimana.

Secondo quanto riporta Bloomberg, i tagli si concentreranno nell’area dei dispositivi Amazon Alexa, della divisione retail e nel team delle risorse umane. A dicembre dello scorso anno, Amazon aveva circa 1.608.000 dipendenti, a tempo pieno e part-time, e i tagli rappresenterebbero dunque circa il 3% dei dipendenti aziendali e meno dell’1% della forza lavoro globale. Nel nostro Paese l’azienda fondata da Jeff Bezos dà lavoro a circa 17mila persone.

Amazon: dal blocco delle assunzioni a 10mila licenziamenti

Già ad inizio novembre da Amazon avevano fatto intendere che l’aria era cambiata, con una nota del Senior Vice President of People Experience and Technology Beth Galetti, in cui aveva annunciato il blocco delle nuove assunzioni, in attesa di capire i nuovi scenari macro-economici. Adesso, però, si passa dal congelamento dei nuovi ingressi ad un vero e proprio piano di licenziamento di massa, che assomiglia molto a quello annunciato qualche giorno fa da Meta (più di 11mila dipendenti in uscita, pari al 13% della sua forza lavoro).

Secondo gli ultimi dati disponibili, nel mondo sono 1.574 le aziende tech che hanno licenziato da inizio anno. Per un totale di 121 mila posti di lavoro tagliati. Andranno poi sommati i licenziamenti di Amazon, quando saranno ufficiali. Tra i big sembrano, per ora, “resistere” Google e Apple: hanno però già annunciato che il ritmo delle assunzioni nei prossimi mesi subirà un rallentamento.

Le crisi dell’eCommerce tra post pandemia e recessione

Com’è possibile che ci siano tagli in un periodo in cui l’e-commerce diventa quotidianità per sempre più persone? La domanda non è banale. Negli “anni del Covid”, anche e soprattutto causa lockdown e restrizioni varie, il business del commercio elettronico era cresciuto a dismisura. Amazon passò da 900 a 1.700 mila miliardi di capitalizzazione. Ma al momento ha perso il 39,5% di quel valore. La lunga e lenta frenata coincise con le riaperture, che hanno ridotto i volumi delle vendite online in maniera più forte del previsto. L’ecommerce è arrivato per restare, ma forse non in maniera così pervasiva e definitiva come alcuni prevedevano.

Per il colosso di Seattle sta per iniziare il periodo tradizionalmente più caldo dell’anno, tra black friday e la lunga volata di acquisti natalizi. Se i licenziamenti partiranno proprio in questo frangente sarà la dimostrazione di come il deterioramento dell’economia globale abbia messo sotto pressione il mondo dell’e-Commerce.