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Criptovalute, accumulati bitcoin per 10 miliardi di dollari nei server-caveau di 5 continenti

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Da un’idea di un imprenditore argentino nasce la rete di bunker per criptovalute più grande del mondo. Nessuno sa esattamente quanti bitcoin siano custoditi in queste server farm sotterranee, ma l’obiettivo è offrire agli investitori un livello eccezionale di sicurezza.

Tutto è nato dall’idea di un imprenditore argentino, Wences Casares, che negli ultimi anni ha speso gran parte del suo tempo a persuadere gli investitori a spendere in bitcoin. Diceva a tutti, “è la valuta del futuro, è necessario comprare adesso per godere di una posizione di vantaggio quando arriverà il momento giusto”.

Attraverso la sua startup Xapo, l’argentino ha realizzato in cinque continenti una vasta rete di caveau, uno addirittura è finito all’interno di un bunker militare svizzero in disuso.

Qui, al sicuro da terroristi, truffatori e cyber criminali, protetti da muri di cemento armato e porte blindate anti-esplosione, sono custoditi i server multimiliardari (“encrypted server”) che valgono una fortuna digitale inestimabile.

Il quotidiano The Wall Street Journal l’ha definita la “Fort Knox” per l’accumulo di bitcoin.

La prima cosa da fare, se si possiedono criptovalute, è mantenere al sicuro la propria chiave privata, il codice che ci consente di spendere le nostre monete virtuali.

I caveau in questione seppelliscono letteralmente i codici sotto montagne di terra e di sistemi di sicurezza elettronici stratificati e sempre più complessi.

Conoscere l’esatto volume di bitcoin chiuso in questi forzieri fisici e virtuali è difficile, se non impossibile. Nessuno dall’esterno è ammesso all’interno delle strutture e il personale addetto, quel poco che ancora supporta il lavoro di un’infrastruttura completamente automatizzata, è obbligato al più totale riserbo.

Due clienti della rete di bunker Xapo hanno rivelato a Bloomber.com che la cifra più o meno attendibile di criptovalute custodite negli impianti potrebbe superare il valore di 10 miliardi di dollari.

Ma chi controlla questa banca diffusa gestita da un’azienda? È stato calcolato che la startup argentina ha più depositi di criptovalute che la rete bancaria americana. Secondo la testata, parliamo di depositi pari al 98% di quelli relativi alle 5.760 banche degli Stati Uniti.

L’operato della Xapo è sottoposto a controllo della Financial services standards association, un’organizzazione autonoma che ha il compito di verificare l’osservanza delle norme dell’antiriciclaggio.

Il servizio offerto ai clienti americani è autorizzato e a sua volta controllato dal Financial crimes enforcement network del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.

Ovviamente, nel tempo è cresciuto sia l’interesse degli investitori, tra cui il co-fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman, e il ricco ex trader di Wall Street Mike Novogratz, sia quello delle aziende e delle startup della Silicon Valley. Diverse sono le imprese che si occupano di criptografia al momento interessate al progetto della Xapo, tra cui Grayscale e CoinShares.