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“CovidLeaks”, l’importanza dei dati aperti e disaggregati sulla pandemia

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Sono mesi ormai che abbiamo a che fare con la pandemia di Covid-19 e nonostante i continui aggiornamenti su contagiati, ricoverati e purtroppo decessi, ancora non è del tutto chiaro il modo in cui le Istituzioni e il comitato tecnico scientifico raccolgono, trattano e gestiscono i dati.

L’Associazione internazionale Luca Coscioni, attiva nella tutela del diritto alla scienza e alla salute, lancia l’idea di una piattaforma che possa raccogliere segnalazioni provenienti dai cittadini, con l’impegno di protegge l’identità del mittente.

La piattaforma CovidLeaks

Si tratta di CovidLeaks, un’iniziativa “finalizzata a portare alla luce i dati sul coronavirus, attualmente resi in gran parte inaccessibili dalle Istituzioni, che li rendono parzialmente disponibili solo in forma aggregata o in formato chiuso, impedendo così elaborazioni complesse o analisi più puntuali, ad esempio a livello territoriale”.

Dati fondamentali che ci consentono di comprendere il livello di diffusione del contagio e sui quali il Governo fino ad oggi ha deciso chiusure e misure restrittive, tra cui il lockdown.

Sono passati ormai più di 20 giorni da quando il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annunciò la condivisione con la comunità scientifica dei dati sul coronavirus. Da allora, nessuna informazione in più è stata condivisa e l’Istituto Superiore di Sanità continua a fornire solo alcuni dati aggregati a livello regionale e provinciale”, ha dichiarato Marco Cappato, ideatore della piattaforma, già europarlamentare e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

Dati aperti

Lo scopo di questo sito, si legge nel documento di presentazione dell’Associazione, è “mettere a disposizione dei “whistleblower” (lanciatori di allerta) uno spazio in cui raccogliere – in modalità completamente anonima – segnalazioni da parte di privati cittadini e professionisti in possesso di tali informazioni utili”.

La piattaforma è sviluppata da GlobaLeaks, un software libero a supporto del whisteblowing anonimo.

Già 9 mesi fa la Società italiana di Statistica e alcuni tra i più autorevoli scienziati italiani chiese la disponibilità dei dati disaggregati e in formato aperto”, ha aggiunto.

La petizione online #DatiBeneComune, che chiede al Governo “dati aperti e machine readable sull’emergenza Covid-19 per monitorare realmente la situazione e poterla gestire al meglio”, ha finora raccolto l’adesione di 37.528 firmatari e 149 organizzazioni promotrici.

In un passaggio si legge: “Da questi dati dipende la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, la nostra salute mentale: vogliamo che siano pubblici! E vogliamo che siano in formato aperto, perché dobbiamo permettere agli scienziati e ai giornalisti di lavorare per bene”.

Come funziona la piattaforma

Per partecipare all’iniziativa, basta collegarsi al sito www.covidleaks.it, scegliere il contesto (ad esempio Covid-19) della segnalazione e inserire i dati richiesti sul questionario, cercando di essere molto specifici e di indicare quale parte degli eventuali allegati è di particolare interesse.

Successivamente, è chiesto all’utente di inviare la segnalazione e attendere poi il codice.

Conviene sempre conservare la ricevuta in un luogo sicuro, consigliano dall’Associazione, possibilmente diverso dal device utilizzato per inoltrare la segnalazione, perché potrebbe essere indispensabile in un secondo momento per tornare eventualmente ad interagire con la piattaforma.

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