i numeri

Costo dell’energia elettrica in Italia, il più alto nell’Ue

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Ad aprile 2025 la musica è rimasta sempre la stessa: si è passati da 150,36 a 99,85 euro per megawattora, ma l’Italia continua a pagare l’elettricità più degli altri.

Ad aprile la bolletta è scesa sotto i 100 euro/MWh ma in Spagna è un quarto

Pagare la luce in Italia continua a essere un salasso, e a dimostrarlo ci sono i dati del 2024: con un costo medio di 108,52 euro per megawattora (€/MWh), l’energia elettrica italiana si conferma la più cara d’Europa. I dati sono quelli ufficiali del Gestore dei Mercati Energetici (GME), che ogni anno monitora e pubblica le dinamiche dei prezzi sul mercato all’ingrosso dell’elettricità.

Il calo del 15% che pure si è registrato rispetto al 2023 non cambia il quadro generale e non consola più di tanto, anche perché si tratta del ribasso più contenuto tra tutti i principali paesi europei. Le famiglie continuano a sostenere bollette elevate, mentre per molte imprese — in particolare nei settori manifatturieri e ad alta intensità energetica — il caro energia rappresenta un freno concreto alla competitività. In un contesto in cui l’industria italiana già affronta margini ridotti, rallentamento della domanda e instabilità dei mercati, i costi energetici restano un ostacolo strutturale impossibile da aggirare.

Energia elettrica, quanto pagano in Francia e Scandinavia

Nel resto d’Europa l’energia costa decisamente meno, e la differenza si misura chiaramente nei numeri. Nel 2024, il prezzo medio dell’elettricità in Francia è stato di 58,02 euro per megawattora, mentre nell’Area scandinava è sceso fino a 38,06 euro per megawattora. In entrambi i casi si registrano cali significativi rispetto al 2023: -40,1% per la Francia, -36,2% per i paesi nordici. La distanza è netta: tra Italia e Francia ci sono 50,50 euro/MWh di differenza; rispetto all’Area scandinava il divario sale a 70,46 euro/MWh.

Quanto costa l’energia elettrica in Germania

Anche altri paesi dell’Europa centrale registrano prezzi nettamente inferiori rispetto all’Italia. Nel 2024, il costo medio dell’elettricità è stato di 78,51 euro per megawattora in Germania81,54 euro per megawattora in Austria e 76,05 euro per megawattora in Svizzera. La Spagna si è attestata a 63,04 euro per megawattora, posizionandosi tra i paesi con i prezzi più contenuti.

Anche in questo caso la distanza con l’Italia resta ampia: rispetto ai 108,52 euro per megawattora italiani, il divario è di 30,01 euro/MWh con la Germania, 26,98 euro/MWh con l’Austria, 32,47 euro/MWh con la Svizzera e 45,48 euro/MWh con la Spagna. Dati che confermano un gap strutturale persistente, che continua a penalizzare il sistema italiano rispetto alla media europea.

Costo dell’energia elettrica, la situazione ad aprile 2025

Ad aprile 2025 la musica è rimasta sempre la stessa: l’Italia continua a pagare l’elettricità più degli altri. È vero, il prezzo è un po’ sceso rispetto a febbraio — si è passati da 150,36 a 99,85 euro per megawattora — ma siamo comunque lontani da quello che succede negli altri grandi paesi europei. E questo pesa sulle bollette di casa, ma ancora di più sulle imprese che devono produrre beni e servizi ogni giorno facendo i conti con costi fissi che altrove non ci sono.

In Germania, che non è certo famosa per il sole o le fonti rinnovabili a basso costo, l’elettricità costa 77,94 euro. In Francia, dove il nucleare gioca un ruolo importante, siamo a 42,21 euro. Ma il vero shock arriva dalla Spagna: lì la corrente si paga 26,81 euro per megawattora. Praticamente un quarto rispetto all’Italia.

Costo energia, i mercati spot dell’elettricità

L’Italia consuma e compra tantissima energia. Nel 2024, sui mercati spot dell’elettricità — cioè quei mercati dove l’energia si scambia per il giorno dopo o, a volte, per lo stesso giorno — l’Italia ha registrato 226,8 terawattora di volumi scambiati. Un numero che ci piazza tra i maggiori acquirenti di elettricità all’ingrosso in Europa, superati solo da due aree: la Germania, con 319,6 TWh, e l’Area scandinava, che con 385,5 TWh guida la classifica europea.

Altri paesi, come la Francia (144,7 TWh) e la Spagna (174,2 TWh), acquistano meno ma a condizioni migliori. L’Area scandinava gioca una partita tutta sua: grazie alle abbondanti fonti rinnovabili, in particolare l’idroelettrico, scambia più energia di tutti e lo fa a prezzi molto più bassi. In coda, Austria (29,6 TWh) e Svizzera (29,7 TWh) restano su volumi contenuti.

Il costo dei combustibili ha fatto calare i prezzi dell’elettricità

Nel 2024 i prezzi dell’elettricità in Europa sono scesi, grazie anche alla riduzione del costo dei combustibili, ma restano comunque più alti rispetto a quelli registrati prima del 2020. In Italia, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) si mantiene sopra la soglia dei 100 euro per megawattora, con una media di 109 €/MWh, in calo del 15% rispetto all’anno precedente.

Il PUN è il prezzo medio dell’energia elettrica scambiata ogni giorno sul mercato all’ingrosso italiano: non è quello che troviamo direttamente in bolletta, ma è la base da cui partono i calcoli per determinare il costo finale della luce, soprattutto per chi ha contratti legati al mercato tutelato o indicizzati. Un valore che resta alto soprattutto perché il sistema elettrico italiano è ancora fortemente dipendente dalla produzione a gas, a differenza di altri paesi europei. Nelle altre borse continentali, i prezzi oscillano tra 58 e 82 €/MWh, con cali compresi tra il 18% e il 40%.

Tra i dati più interessanti c’è lo spread tra Germania e Francia, che ha toccato i 20 euro/MWh, il massimo storico: una differenza dovuta al fatto che la Francia ha aumentato la produzione da nucleare e idroelettrico, mentre in Germania sono calati gli impianti a carbone e lignite, dopo l’uscita dal nucleare completata nel 2023. Nell’Area scandinava, il prezzo si è fermato a 36 €/MWh, con un calo del 36%. Secondo i mercati futures, nel 2025 i prezzi torneranno a salire, mantenendo gli stessi differenziali tra Italia, Francia e Germania.

La variabile “mercato del gas”

Se l’energia elettrica in Italia continua a costare più che nel resto d’Europa, una parte della spiegazione va cercata anche nell’andamento del mercato del gas, che resta una componente fondamentale per la formazione del prezzo dell’elettricità. Nel 2024, infatti, i prezzi del gas naturale sono sì scesi rispetto all’anno precedente, ma restano ben lontani dai livelli pre-crisi. In particolare, il prezzo medio al PSV (il punto di scambio virtuale italiano) si è attestato a 36,59 euro per megawattora, mentre al TTF (il principale hub olandese) è stato di 34,33 euro/MWh, con un calo compreso tra il 14% e il 16%.

Le quotazioni hanno toccato il minimo a febbraio (tra 26 e 28 €/MWh) per poi risalire fino ai massimi di dicembre (tra 45 e 48 €/MWh), complice la ripresa stagionale della domanda e le tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Lo spread tra PSV e TTF è rimasto positivo, con punte oltre i 3 euro/MWh nei mesi estivi e a fine anno, e una media annua pari a 2,26 €/MWh, la più alta degli ultimi cinque anni. Le attese per il 2025 indicano un ritorno alla crescita dei prezzi, con uno spread simile a quello osservato nel 2024.

I dati si riferiscono al 2024
Fonte: Gestore dei Mercati Energetici

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