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Cosa guardare in Tv: Carosello Carosone su Rai 1

Da non perdere questa sera alle 21.25 su RAI 1 Carosello Carosone” , disponibile anche su Raiplay, film tv sulla magica ascesa di Renato CAROSONE, il grande musicista napoletano che, in un’epoca non facile, ha varcato i confini nazionali ed è diventato in breve tempo il musicista italiano più famoso al mondo.

Carosello Carosone è anche il titolo del primo album a 33 giri di Carosone pubblicato il 14 dicembre del ’54. Seguirono poi gli altri suoi album con lo stesso titolo .

Carosello Carosone è un film tv diretto da Lucio Pellegrini, una produzione Groenlandia in collaborazione con Rai Fiction, prodotto da Matteo Rovere e Sydney Sibilia. Scritto da Giordano Meacci e Francesca Serafini, è tratto dal libro “Carosonissimo”  di Federico Vacalebre, edito da Arcana Editore. Le musiche sono state curate dal  maestro Stefano Bollani.

A vestire i panni del  musicista napoletano il giovane e talentuoso Eduardo Scarpetta (L’amica geniale, Capri Revolution) nuovo erede della dinastia teatrale Scarpetta (dal Patriarca Eduardo Scarpetta al padre Mario Scarpetta passando per il nonno Eduardo Scarpetta e gli altri). Al suo fianco Vincenzo Nemolato (Paradise –Una nuova vita,  Gomorra – La serie 2) nel ruolo di Gegè Di Giacomo, il batterista-fantasista sempre al fianco di Carosone, e Ludovica Martino (Skam Italia, Il Campione, Sotto il sole di Riccione) nel ruolo di Lita Levidi, la ballerina di spicco che il musicista conosce ad Asmara,  di cui si innamora a prima vista e che diventerà  sua moglie.

Carosone nasce nel 1920 a Napoli e lì si diploma in pianoforte al Conservatorio nel 1937 a soli 17 anni . La musica è da sempre la  sua più grande passione, una passione nata sin da bambino strimpellando il pianoforte della madre morta prematuramente, e che il padre, impresario teatrale,  da sempre ha condiviso,  aiutandolo e spronandolo negli studi .

A soli 14 anni Renato è autore della sua prima composizione per pianoforte “Triki- Trak”.

Sempre nel 37’, appena diplomato, poco prima del secondo conflitto  mondiale,  gli viene offerta l’opportunità della prima importante scrittura   in Africa Orientale Italiana, come pianista e direttore d’orchestra a Massaua in Eritrea,  con una compagnia d’arte che però ben presto si scioglie a causa del mancato successo,  dovuto  a un pubblico che non apprezzava una musica raffinata e le canzoni e la parlata napoletana.

Ma Carosone non si arrende e decide di restare comunque in Africa, e  con non poche difficoltà, visto il periodo,  arriva ad Asmara, e lì inizia a suonare  nel night club del Teatro Odeon, affinando il suo sound e il suo stil,  prendendo spunto anche dai ritmi locali.

Qui incontra e si innamora – e sarà per sempre –di Lita, ballerina di spicco del Teatro. La sposerà e formerà con lei e  suo figlio  Pino, che accoglie da subito come  un suo figlio,  una famiglia affiatata , molto legata e felice. Un’affiatamento e un’amore che gli faranno lasciare il palcoscenico al culmine  del suo successo proprio per stare insieme a loro.

Finita la guerra e tornato in Italia, nel ’49 Renato viene chiamato a formare un trio per un nuovo locale a Napoli, lo Shaker Club,  con il chitarrista olandese ma di fama internazionale Peter Van  Wood (che fra gli anni 60 e 80 in Italia diventò  famoso come astrologo) e che resterà con lui fino al 1954,  e il batterista-fantasista napoletano Gegè Di Giacomo che diventerà ben  presto suo inseparabile compagno.

Con i due Renato forma il Trio Carosone che ottiene da subito un clamoroso successo, grazie a un sound moderno e accattivante che ripropone  brani napoletani in versione jazz e swing,  con incursioni di blues e cha cha cha ma anche rock end roll. 

Le versioni sonore del trio,  inedite e moderne conquistano in brevissimo tempo il grande  pubblico.

Per il gruppo musicale iniziano le  tourneé  ma anche  l’onore di essere tra i primissimi ospiti della appena nata televisione: Rai Radiotelevisione Italiana.

Era il 3 gennaio del ’54, alle ore 15.00, dopo appena 4 ore dall’avvio dei programmi televisivi, Carosone e il suo gruppo si esibiscono in Televisione con il programma musicale “L’orchestra delle 15.00”

Maruzzella” è il suo primo successo commerciale.

Ma è quando nel 56’ – anche se inizialmente perplesso – incontra il paroliere Nisa e la casa discografica Ricordi, che il successo di Carosone inizia veramente a decollare anche a livello internazionale..

E nel 56’ in previsione dell’inizio delle tourneè internazionali, Carosone trasforma il trio in sestetto. 

Con “Tu vuò fà l’americano” uno dei brani più famosi e di successo di Renato infatti, che unisce al sound accattivante e orecchiabile, la forte ironia dei testi, che il gruppo scala le vette delle classifiche italiane e internazionali.

 “Torero”, “Pigliate ’na pastiglia” “Caravan Petrol” , “O’ sarracino” i brani più famosi che ancora oggi vengono continuamente riproposti in versioni originali e non, e che resistono inossidabili nel tempo.

“Torero” uscita nel 57’, rimase al primo posto in classifica in America per ben due settimane.

E ancora come scordare la versione di Carosone di Malafemmina di Totò o la Donna Riccia di Domenico Modugno o ancora “Chella la”, Scalinatella , Scapricciatiello.

Carosello Carosone: la trama

Il film di Pellegrini inizia a New York, 1958. Le luci si accendono sul palco del Carnegie Hall, dove il Sestetto è pronto a esibirsi. Un sogno che si avvera per Renato Carosone che arriva in America dopo una lunga tournée di grandissimo successo in giro per il mondo da Cuba a Caracas, da Rio de Janeiro a Parigi e molto altro.

“Geniale, rivoluzionario, antidivo, sofisticato ma popolare, profondamente italiano. Esistono infiniti aggettivi per definire Renato Carosone, ma solo un modo per raccontarne la vita in un film: mettere al centro il suo rapporto ossessivo e vitale con la musica” con queste parole il regista Lucio Pellegrini spiega quale è stato il suo  approccio nel dirigere con passione questo film che riporta i meno giovani a un passato musicale e a un artista molto amato, e ai più giovani fa conoscere un po’ meglio un musicista universale.

“L’ultimo passo, il più importante, è stato il lavoro sulla musica” continua Pellegrini “che è stata la base su cui abbiamo costruito Carosello Carosone.  Stefano Bollani ha sposato il progetto con entusiasmo, si è divertito ad incidere tante canzoni del repertorio di Carosone, si è inventato le sue brillanti composizioni giovanili, ha creato una colonna sonora molto ispirata, che accompagna il film in un immaginario che abbiamo condiviso con entusiasmo”

“Ero un bambino quando Renato Carosone è entrato nella mia vita illuminandola” racconta Bollani “Gli scrissi una lettera che spedii insieme a una cassettina dove avevo registrato le sue canzoni suonate e cantate da me, piccolo pianista in erba. Era il 1983 e la sua risposta, del tutto inaspettata, mi ha aperto un mondo nuovo: “Qualsiasi cosa tu voglia fare nel campo della musica, studia il Blues che è alla base di tutto”. E così ho fatto e mi ci sono immerso,  conclude Bollani.

Il 7 settembre del 1959, al culmine del successo e a soli 39 anni Carosone decide di ritirarsi dalle scene per dedicare più tempo alla sua famiglia.

Torna a esibirsi solo dopo 15 anni , nel  1975.

Il film è ben diretto e ben scritto e soprattutto si avverte chiaramente che è stato anche molto amato.  Scarpetta nei panni di Carosone sembra essere perfettamente a suo agio sia da un punto di vista recitativo che musicale. Così anche i suoi colleghi di avventura.

La fotografia è magistrale.

Il film è pieno di musica, la bella musica di Carosone che Stefano Bollani ha saputo ricreare al meglio.

Una storia italiana, di un italiano semplice, un artista vero e ricco solo della sua passione.

Da non perdere.

Buona visione!

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