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Coronavirus, a picco viaggi e turismo: bruciati nel mondo 820 miliardi di dollari

L’epidemia di coronavirus sta lentamente ma inesorabilmente consumando una gran fetta di economia mondiale. Industria dopo industria, segmento produttivo dopo segmento produttivo, tutti chinano la testa al covid-19.

Il mercato mondiale del turismo e dei viaggi ha bruciato 820 miliardi di dollari dalla comparsa del virus in Cina, secondo stime della Global business travel association (Gbta), associazione mondiale dedicata al settore dei viaggi d’affari e degli eventi aziendali con sede a Washington D.C. e presente in tutti i Continenti.

Crisi del turismo

Le compagnie aeree hanno cancellato decine di migliaia di voli di ogni tipo, da quelli lavorativi a quelli fieristici, passando per il turismo e i viaggi di varia natura. Il settore della crocieristica ha dovuto affrontare addirittura epidemie a bordo delle navi, con sbarchi d’emergenza, dove sono stati accettati.

Le tratte turistiche più colpite, ovviamente, sono quelle tra Europa e Asia. Più in generale, però, sempre secondo dati della Gbta, è la travel industry nel suo complesso, il settore viaggi, ad aver sofferto di più questa situazione storica senza precedenti: tre aziende su quattro hanno dichiarato di aver annullato trasferte in Cina, Hong Kong e Taiwan.

La metà circa delle perdite nel settore si sono avute in Cina, circa 404 miliardi di dollari, con un crollo dei viaggi praticamente del 95%. Grave anche il dato europeo, che vede bruciare 190 miliardi di dollari.

Compagnie aeree e l’intera industria dei servizi, dall’alberghiero ai trasporti, dalle guide turistiche alla ristorazione, passando per tanti altri settori impiego collegati, sono numerosi i segmenti dell’industria turistica e dei viaggi ad aver subito l’impatto più duro del coronavirus.

Italia ed Europa

Stesso discorso per l’Italia. Tra il 1° marzo e il 31 maggio prossimo, secondo uno studio di Confturismo-Confcommercio uscito a inizio mese, le perdite per il nostro Paese potrebbero essere superiori ai 7,4 miliardi di euro, per 31,6 milioni di presenze in meno.

La Presidente della Commissione europea, Ursula von del Leyen, ha dichiarato ieri: “Vogliamo che per le compagnie aeree sia più facile mantenere le loro bande orarie negli aeroporti, anche se non operano voli a causa della diminuzione del traffico. Questa misura temporanea aiuta sia la nostra industria che l’ambiente, alleviando la pressione sul settore dell’aviazione e in particolare sulle compagnie aeree più piccole e riducendo le emissioni evitando i cosiddetti “voli fantasma”, vale a dire voli semi-vuoti effettuati per mantenere le bande orarie”.

E’ l’Asia nel suo complesso ad aver registrato un crollo dei viaggi verso le sue regioni, fino al 77% in meno. Leggermente meglio è andata all’Europa, che fino ad ora ha visto cancellati il 51% dei viaggi, ma il dato probabilmente tenderà a peggiorare e crescere, vista la quarantena che si è autoimposta l’Italia e il peggioramento della situazione in Germania, Francia e Spagna.

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