I piani

Coronavirus, si accorciano le supply chain globali. Patuanelli: “L’Italia rilancia industria 4.0 e mobilità pulita”

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Contro gli effetti economici dell’epidemia potenziare le misure che già esistono, ottimizzare le risorse e favorire i settori in crescita. Patuanelli scommette su imprese 4.0, efficienza energetica nelle costruzioni, rottamazione del parco auto più vecchio per far ripartire i consumi. Nel mondo si accorciano le catene di approvvigionamento.

In molti si stanno chiedendo quale sarà nel complesso l’impatto economico e finanziario del coronavirus su scala planetaria e locale. Di sicuro, un effetto ci sarà e sarà negativo, ma sulla sua reale entità non ci sono ancora dati precisi su cui ragionare.

Il nostro Paese, ad esempio, cerca di reagire allo shock economico prodotto dall’epidemia rilanciando l’azione di Governo su alcuni settori considerati chiave.

Strategia italiana anti coronavirus

In un contesto critico come questo, incerto e di difficile lettura, in un’intervista al Sole 24 Ore, il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, ha delineato quello che al momento sembrerebbe il piano italiano per rilanciare la crescita al tempo del coronavirus.

Sono misure in cantiere, ha spiegato il ministro, ma i settori dove agire sono chiari: efficienza energetica, “Transizione 4.0” per industria e imprese, comparto automobilistico, con la mobilità elettrica ma anche una nuova più vasta rottamazione delle auto più vecchie in circolazione, che sono la maggioranza e inquinano tantissimo.

Non misure necessariamente nuove, “dobbiamo evitare sovrapposizioni, potenziando ove necessario le misure che già esistono”, ha detto il ministro.

I settori e gli interventi

Penso ad esempio a Transizione 4.0, il piano che ha aggiornato Impresa 4.0. Valutiamo se aumentare le soglie di investimenti incentivabili con il credito di imposta o le percentuali di beneficio fiscale”, ha evidenziato Patuanelli.

Inoltre questa crisi può essere l’occasione per stanziare definitivamente le risorse per rendere gli incentivi triennali”, ha precisato il ministro.

Per quanto riguarda il sempre rilevante settore delle costruzioni: “È fondamentale il potenziamento dell’ecobonus, una misura che con la detrazione al 65% ha incrementato enormemente gli investimenti nell’edilizia”.

Si può rivitalizzare semplificando le opere pubbliche, dall’altro si può spingere portando anche al 100% la detrazione per l’efficienza energetica e accompagnandola con lo sconto in fattura”, ha proposto il responsabile dello Sviluppo, “forse la misura di shock economico più importante che possiamo mettere in campo”, aggiungendo che per l’energia rinnovabile, “serve una forte semplificazione per il repowering degli impianti eolici, un comparto da migliaia di posti di lavoro”.

E poi c’è l’automotive: “abbiamo un parco auto fatto per il 62% di auto da Euro 4 in giù, macchine che hanno almeno 10 anni. E il 32% sono Euro 3. Abbiamo bisogno di una nuova rottamazione per migliorare i livelli di emissioni e per dare un po’ di ossigeno al settore”.

Per quanto riguarda l’auto elettrica, inoltre, che ornai registra mese dopo mese grandi volumi di vendite, Patuanelli ha suggerito: “dobbiamo incentivare la realizzazione delle infrastrutture elettriche e le colonnine di ricarica, con una sburocratizzazione profonda”.

Recessione globale, si o no?

Sarà vera recessione dell’economia mondiale per il coronavirus, come molti studiosi sospettano? Secondo un’approfondita analisi di Neil Robson, responsabile azioni globali di Columbia Threadneedle Investments, non ci sono i presupposti ed è ritenuta poco probabile alla luce di quanto possiamo valutare oggi.

Il risultato più probabile è una riorganizzazione generale della produzione industriale e delle catene di approvvigionamento. Già con l’inaugurazione della politica protezionistica di Donald Trump e i suoi dazi commerciali, che tanto hanno fatto preoccupare gli economisti di mezzo modo, si era iniziato a discutere sull’opportunità di accorciare e diversificare le supply chain.

Epidemia, minaccia e opportunità

Il problema principale oggi, secondo l’esperto, è proprio la “supply disruption”, cioè l’interruzione della catena di approvvigionamento e una sua diversificazione o un suo accorciamento potrebbero tornare utili per fronteggiare la minaccia di una crisi economica estesa legata all’epidemia coronavirus in corso.

D’altronde, se da una parte il coronavirus potrebbe danneggiare mercati di massima rilevanza per l’economia mondiale, come gli smartphone e l’automobile, dall’altra potrebbe rappresentare una grande occasione di business per le imprese tecnologiche di diversi segmenti del mercato globale ICT.

Lo stesso Robson ha stimato una crescita dei comparti high tech e medtech (medical technology) a livello mondiale nel 2020, anche in presenza di un coronavirus piuttosto attivo sullo scenario globale.

Grazie alle tecnologie emergenti, poi, tra cui l’intelligenza artificiale e l’automazione, le aziende del settore potranno meglio gestire la domanda, ottimizzare la produzione, migliorare la flessibilità e ridurre i costi generali.