Il voto

Copyright, via libera finale del Consiglio europeo: il rammarico per il voto contrario dell’Italia

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L’Unione europea ha un nuovo regolamento sul diritto d’autore. A Strasburgo è andato in scena oggi l’ultimo voto e la direttiva è passata. Ora due anni per la ricezione da parte dei Paesi membri. Confindustria Cultura: “L’unico grande rammarico è rappresentato dal voto contrario dell’Italia”.

Stamattina il Consiglio europeo ha approvato a maggioranza qualificata la tanto discussa direttiva sul copyright, con 19 voti a favore, 3 astenuti e 6 contrari. Dopo mesi di confronti serrati e polemiche spesso pretestuose e guidate dai giganti di internet, soprattutto sul web e i social, un altro passo concreto è stato fatto verso la nuova riforma delle regole del diritto d’autore nell’Union europea.

Oggi, ha dichiarato il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, “con l’accordo raggiunto dal Consiglio, facciamo in modo che le regole del diritto d’autore siano più aderenti ed adatte all’era digitale. L’Europa avrà quindi regole chiare che garantiranno una remunerazione equa per i creatori, diritti forti per gli utenti e responsabilità per le piattaforme. Si tratta di completare il mercato unico digitale in Europa e la riforma sul copyright è il pezzo mancante del puzzle”.

Abbiamo raggiunto un testo equilibrato, offrendo tante opportunità per i settori creativi europei, che avranno così modo di crescere e continuare a difendere e rappresentare sia la diversità culturale europea, sia i nostri valori comuni, senza nulla togliere alle libertà di internet. Il voto di oggi è una pietra miliare nella strada verso il mercato unico digitale”, ha dichiarato il Presidente di turno del Consiglio e ministro della Cultura della Romania, Valer Daniel Breaz.
Dello stesso avviso Helen Smith, Presidente dell’associazione dei produttori indipendenti europei, che ha affermato: “Abbiamo un testo bilanciato che fissa un precedente da seguire per il resto del mondo, mettendo cittadini e creatori al centro della riforma e introducendo regole chiare per le piattaforme online”.

La votazione, avvenuta senza discussione, ha visto il no secco di Italia, Svezia, Estonia e Belgio, con l’astensione di Slovenia, Estonia e Belgio. La Germania, che si è detta favorevole al testo, ha però chiesto alla Commissione europea, che dovrà attuare la riforma, di garantire la massima libertà per gli utenti di rete e allo stesso tempo di vigilare sull’uso dei filtri in upload e su possibili episodi di censura.

Il nostro Paese continua così ad opporsi ad uno strumento di diritto ed equa compensazione di cui l’Europa mancava, non considerando, nelle critiche e nei giudizi negativi fin qui espressi, il gran ruolo che il dispositivo svolgerà nella battaglia per la difesa dei diritti degli utenti di rete contro lo strapotere delle big tech, delle corporation di internet e degli OTT.
Il nostro vice premier e ministro dello Sviluppo eocnomico, Luigi Di Maio ancora qualche settimana fa dichiarava che “la direttiva metterà il bavaglio alla rete”, con l’obiettivo di arrivare ad “un controllo ex ante sui contenuti che i cittadini vogliono condividere”.

I prossimi passi vedono ora la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e un tempo massimo di due anni per i Paesi membri per recepire la direttiva nella propria legislazione nazionale.
Il 17 aprile a Strasburgo, presso la sede del Parlamento europeo, sarà apposta formalmente la firma ufficiale sul documento relativo alla riforma del copyright.

Grazie alla nuova direttiva, si avranno maggiori possibilità di utilizzare il materiale protetto dal diritto d’autore a fini di istruzione, ricerca e conservazione del patrimonio culturale; sarà assicurato maggiore accesso transfrontaliero e online dei cittadini ai contenuti protetti dal diritto d’autore; la direttiva contribuirà ad una maggiore disponibilità di opere audiovisive su piattaforme di video su richiesta, agevolerà la digitalizzazione e la diffusione delle opere fuori commercio e garantirà che tutti gli utenti possano diffondere online copie di opere d’arte di pubblico dominio con piena certezza giuridica; si avranno norme più eque per un miglior funzionamento del mercato del diritto d’autore, che stimolerà la creazione di contenuti di elevata qualità: un nuovo diritto riconosciuto agli editori di giornali in relazione all’uso dei loro contenuti da parte dei prestatori di servizi online, un rafforzamento della posizione negoziale dei titolari dei diritti affinché possano essere remunerati per lo sfruttamento online dei loro contenuti da parte delle piattaforme di contenuti caricati dagli utenti, così come norme sulla trasparenza della remunerazione di autori e artisti interpreti o esecutori.

Ovviamente, in Italia le voci favorevoli alla direttiva non mancano e anzi si punta invece il dito proprio contro il voto del Governo: “Con il voto di oggi del Consiglio Europeo si è chiuso un percorso storico per la cultura, per l’Europa e per la democrazia”, ha dichiarato il direttore di Confindustria Cultura Italia (CCI), Fabio Del Giudice.
L’unico grande rammarico è rappresentato dal voto dell’Italia. Un voto contrario, che la schiera accanto a Paesi con una storia e una tradizione molto lontana dalla nostra. Noi – ha sottolineato Del Giudice – siamo uno dei principali Paesi produttori di contenuti culturali e creativi, un’eccellenza che esportiamo in tutto il mondo e che va tutelata. Storicamente in Europa abbiamo sempre avuto una posizione a favore della tutela e dello sviluppo della cultura e della creatività, ma oggi il Governo italiano ha chiaramente dimostrato il contrario nonostante le recenti affermazioni del Presidente del Consiglio, che in occasione di un’uscita pubblica di alcuni giorni fa, aveva sottolineato l’importanza della tutela del diritto d’autore. Dichiarazione che tuttavia non appare confermata dai fatti”.
Questo voto sancisce un nuovo inizio e una nuova tutela per il mondo della cultura europea. Resta il rammarico per il voto contrario dell’Italia”, ha invece detto il Presidente dell’Associazione Italiana Editori, (AIE) Ricardo Franco Levi, dopo l’approvazione definitiva della Direttiva sul Copyright da parte del Consiglio Europeo.
Per questo – ha proseguito – sarà la base di un lavoro ancora più importante che ci impegnerà con tutte le forze da ora in poi: spiegare le nostre ragioni al Governo perché possa muoversi su posizioni che garantiscano i produttori di cultura e di contenuti”.