Pirateria

Copyright, sotto sequestro 17 canali Telegram

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Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GdF di Bari ha posto sotto sequestro numerosi canali della popolare piattaforma di messaggistica, mentre continuano tutt’ora le indagini su diversi individui coinvolti con l’accusa di violazione del diritto d’autore, accesso abusivo e riciclaggio.

Il dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari ha posto sotto sequestro almeno 17 canali Telegram. L’accusa è sottrazione di migliaia di file in formato Pdf protetti da diritto d’autore e accesso abusivo a sistema informatico o telematico.

È quanto si apprende da un comunicato della stessa GdF di Bari, in cui si da notizia dei primi risultati dell’indagine, tutt’ora in corso, scaturita dalla denuncia della Federazione italiana editori giornali (Fieg), presentata lo scorso 10 aprile all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).

L’Authority, in particolare, aveva richiesto e auspicato l’intervento dell’Autorità giudiziaria, “per una più incisiva ed auspicabilmente definitiva azione di contrasto al fenomeno della pirateria digitale, alquanto diffuso segnatamente sui social media”.

L’indagine

Il Comando di Bari sta dando esecuzione ad un “decreto di sequestro preventivo d’urgenza” per i reati di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore.

Gli indagati sono accusati di essersi introdotti nei sistemi informatici di numerose società editrici di riviste, giornali e libri protetti da misure di sicurezza, sottraendo così migliaia di file protetti da copyright riversandoli poi sui canali della piattaforma di messaggistica istantanea Telegram.

Un’attività illecita che andava da tempo ad alimentare l’offerta pirata di contenuti digitali, in questo caso giornali e riviste, protetti da diritto d’autore.

Proprio Agcom aveva richiesto e auspicato l’intervento dell’Autorità Giudiziaria, per una più incisiva azione di contrasto al fenomeno della pirateria digitale, alquanto diffuso segnatamente sui social media.

Telegram e pirateria

Qualche giorno fa, la Fieg aveva stimato le perdite subite dalle imprese dell’editoria, a causa della pirateria digitale, attorno ai 670 mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno.

Su soli dieci canali pirata presi in esame dalla Federazione e dedicati esclusivamente alla distribuzione illecita di giornali, si sono rilevati oltre 580mila utenti (+46% di iscritti negli ultimi tre mesi) e un incremento dell’88% delle testate diffuse.

La proposta di legge

Sull’argomento è intervenuto il deputato della Lega Massimiliano Capitanio, segretario della Vigilanza Rai e primo firmatario della proposta di legge sull’antipirateria: “Il neo-schiavismo di tanti professionisti e collaboratori è una conseguenza della crisi dei giornali, dovuta anche a queste forme di criminalità. Un plauso alla Procura di Bari per l’ennesima operazione messa a segno contro alcuni canali Telegram: la chiusura dei canali non basta, bisogna identificare i responsabili”.

Se ci sono giornalisti di piccoli e grandi testate che vengono pagati 5 euro lordi a pezzo, la colpa è anche di chi, quotidianamente, si avvale di canali pirata per sfogliare quotidiani e riviste”, ha aggiunto il deputato.

Nella proposta di legge depositata alla Camera – ha concluso Capitanio – proporremo nuovi poteri per Agcom per intervenire sulle società straniere che offrono servizi a utenze telefoniche italiane e sanzioni più elevate anche per gli operatori per costituire un fondo da destinare all’editoria. Quella per la tutela della proprietà intellettuale è una battaglia difficile, spesso non compresa, forse impopolare, ma non possiamo arretrare“.