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Copyright: Marija Gabriel (Ue): “Italia rispetti il voto del Parlamento europeo, internet rimarrà libera”

A 48 ore dal voto in seduta plenaria del Parlamento europeo, che ha sancito l’approvazione definitiva della riforma del copyright in Europa, la Commissaria europea per l’economia e la società digitali, Marija Gabriel, in un’intervista a La Repubblica, è tornata sul significato della direttiva e sul suo peso nelle vicende politiche e non solo degli Stati membri.

Con 348 voti a favore e 274 contrati (36 astenuti), possiamo dire che la riforma è passata con una larga maggioranza all’interno dell’Europarlamento. Un dato non di poco conto, che la Gabriel utilizza spesso quando deve affrontare il punto di vista di chi, questa riforma, non l’ha proprio mandata giù.

L’Italia, dall’insediamento del Governo M5S-Lega, è entrata a far parte convintamente del blocco dei Paesi europei contrari alla riforma del copyright e infatti, martedì scorso, gli eurodeputati gialloverdi riunti a Strasburgo hanno votato compattamente “no” alla direttiva.

Basta pensare alle numerose dichiarazioni del sottosegretario di Stato, Vito Crimi, che più volte ha sottolineato le conseguenze negative della riforma sul copyright per le realtà editoriali più piccole, senza però ricordare che, fino ad ora, tali piccole realtà hanno solamente subito lo strapotere delle grandi multinazionali di internet, come invece ha spesso ribadito l’Agcom.

Di fatto, ora che il voto è passato, bisognerà vedere in che modo il nostro Paese riceverà la direttiva. Su questo punto, comunque, la Commissaria europea si è mostrata piuttosto ottimista.

Parlando dell’argomento alla Luiss di Roma, dove è intervenuta all’inaugurazione del secondo anno della Scuola superiore di giornalismo “Massimo Baldini”, diretta da Gianni Riotta, ha infatti affermato: “Non sindachiamo le posizioni dei singoli Stati, ma martedì si è verificato un fatto politicamente rilevante, il testo della direttiva è stato approvato dal Parlamento europeo con una solida maggioranza”.

Sostanzialmente, ha ribadito la Gabriel, “hanno votato sì eurodeputati di Paesi e partiti diversi, per cultura e orientamenti, questa è la volontà popolare e bisogna tenerne conto”.
Una considerazione di massima rilevanza, anche per un Governo, come il nostro, che da sempre si dichiara populista, espressione della volontà popolare.

Ora, a completamento dell’iter legislativo della riforma sul diritto d’autore in Europa, c’è ancora il passaggio al Consiglio d’Europa, “dove prenderanno forma gli orientamenti definitivi di tutti gli Stati, Italia inclusa”, ha spiegato la Commissaria.

A quel punto, si vedrà quale sarà la strategia di Roma.
La direttiva sul copyright, comunque, non sarà legge in ogni singolo Stato prima del 2021.
Tempi davvero (troppo) lunghi per il mondo di internet e l’ecosistema digitale, tanto che molti osservatori, pur favorevoli alla riforma, hanno evidenziato il rischio di ritrovarsi una legge tra due anni che forse andrà nuovamente rivista, per stare al passo con la rapidità dell’innovazione tecnologica.

Una direttiva avversata fin da subito dai big del web, ha tenuto a precisare Gabriel, fraintesa e spesso stravolta nel suo significato più profondo per esigenze ed interessi privati: “Le persone continueranno ad utilizzare internet nella più totale libertà ed autonomia. Per la gente comune non cambierà nulla. Le novità riguarderanno, in positivo, chi i contenuti li crea e chi li diffonde in rete”.

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