Resta in salita la strada per il via libera definitivo alla riforma del copyright nell’Unione europea (Ue). Non ci sono solamente le frizioni tra Germania e Francia a rallentare i lavori in corso, perché il malumore è diffuso. Di due giorni fa le dichiarazioni del Governo italiano che non chiude la porta alla trattativa ma chiede garanzie per i cittadini.
C’è comunque dell’ottimismo, o così sembra, ad interpretare i rumors che arrivano da Bruxelles.
Domani pomeriggio, venerdì 8 febbraio, ci sarà la riunione del Coroper, il Comitato dei rappresentanti permanenti, organo del Consiglio dell’Ue composto dai capi o vice-capi delegazione degli stati membri presso l’Unione europea.
Malumori a parte, si legge in una nota Ansa, la metà è davvero a portata di mano.
Secondo diverse fonti vicino al dossier, è ancora incerto l’esito della riunione di venerdì degli ambasciatori dei 28 Stati, il cui obiettivo è dare il mandato negoziale alla presidenza romena dell’Ue per negoziare la prossima settimana, lunedì sera o martedì mattina a Strasburgo, l’ultimo miglio della riforma del Copyright con Parlamento e Commissione Ue.
Riguardo allo stallo franco-tedesco sull’esenzione per le piccole e medie imprese tecnologiche di rispettare l’articolo 13 della riforma, sembra sia stata trovata una via di uscita: “con una nuova definizione di ‘piccole e medie imprese’ in base ai criteri di fatturato annuo, numero di utenti e periodo di esistenza, in modo da includere i ‘big’ del web ed escludere le startup”.
L’articolo 13, lo ricordiamo, prevede per Google, Facebook, YouTube e le altre big del web la responsabilità (non l’obbligo di filtri) per impedire la condivisione illegale di contenuti protetti sulle proprie piattaforme.
Altre critiche arrivano dalle stesse istituzioni Ue, “su come la presidenza romena stia gestendo le trattative, in modo poco trasparente e poco inclusivo con il rischio di nuove ‘cattive sorprese’ in vista della riunione di domani”.
Se tutto andrà bene, comunque, l’ultima partita decisiva sul copyright si giocherà all’inizio della prossima settimana, con i negoziati finalizzati a cercare di conciliare le posizioni più distanti dell’Europarlamento con quelle del Consiglio. il pericolo più grande, hanno evidenziato gli esperti, è che “l’intera riforma rischia di saltare per la fine imminente del mandato del Parlamento Ue, con le elezioni di maggio”.