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Continua la fuga da Twitter, Mastodon raggiunge i 2,5 milioni di utenti attivi al mese. Intanto Musk pensa al suo successore

Mastodon, il social network che si sta ponendo come alternativa a Twitter dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk, ha superato i 2,5 milioni di utenti attivi al mese. L’aggiornamento è arrivato dall’amministratore delegato e fondatore del social, Eugen Rochko, attraverso un post sul blog ufficiale della piattaforma.

Tra i nuovi account, giornalisti, scrittori, attori, politici e molte organizzazioni. Tra ottobre e novembre, il numero di utenti attivi al mese su Mastodon è aumentato da circa 300.000 a oltre 2,5 milioni.

Tra le righe del post ufficiale, anche una critica alla strategia dello stesso Twitter che, per cercare di ridurre il traffico verso Mastodon, ha deciso di sospendere gli account che condividono link alla piattaforma rivale e alle altre concorrenti. “Il 16 dicembre, Twitter ha sospeso il nostro account @joinmastodon dopo aver condiviso un collegamento all’account @ElonJet, che trasmette i dati di volo del jet privato di Elon Musk” afferma Rochko.

“Allo stesso tempo, anche gli account di giornalisti di importanti pubblicazioni come Cnn, New York Times, Washington Post, nonché vari giornalisti indipendenti, sono stati sospesi per essersi collegati all’account o aver parlato dell’evento. Questo è un promemoria del fatto – osserva – che le piattaforme centralizzate possono imporre limiti arbitrari e ingiusti su ciò che puoi e non puoi dire”.

Cos’è Mastodon e come funziona

Mastodon è un software di microblogging gratuito e open source con un’interfaccia simile a Twitter. È una piattaforma tedesca nata 6 anni fa, senza pubblicità e che vive grazie alle donazioni degli utenti- A idearlo è stato Eugen Rochko, ingegnere informatico tedesco, di origini russe ed ebraiche. Non ci sono restrizioni per quanto riguarda i post, a condizione che il post appropriato corrisponda a condizioni stabilite.

Mastodon, a differenza dei social più famosi, non presenta una struttura centralizzata ma è formato da vari server gestiti da utenti privati, gruppi e organizzazioni. Inoltre, il software è open source e basato sulla logica delle “stanze”, dove ognuna ha le proprie regole di moderazione.

I mille guai di Twitter: si dimette anche George Hotz

Intanto continua il fuggi fuggi anche da parte dei dipendenti. Ieri ha annunciato le proprie dimissioni da Twitter dopo sole cinque settimane l’hacker George Hotz, noto con il nomignolo Geohot. L’informatico classe 1989 era stato assunto da Elon Musk lo scorso 18 novembre allo scopo di migliorare la funzione di ricerca del social network e risolvere alcuni problemi di visualizzazione degli avvisi della piattaforma. 

In particolare, oggetto di molte critiche da parte degli utenti era il pop-up che compariva sulla piattaforma quando si scorrevano le pagine senza aver effettuato l’accesso. Il divorzio tra Geohot e il social dell’uccellino blu era nell’aria, dato che lo stesso Hotz nei giorni scorsi sul proprio profilo Twitter aveva lanciato un sondaggio in cui aveva chiesto agli utenti: “Devo dimettermi da stagista di Twitter? Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio. Non è uno scherzo”. 

Il 63.6% dei più di 81 mila votanti aveva espresso parere negativo, ma Hotz, sempre attraverso un tweet, ha ribaltato la decisione scrivendo: “Oggi mi sono dimesso da Twitter. Ho apprezzato l’opportunità ma non pensavo che potesse esserci un reale impatto in quello che stavo facendo qui. Inoltre è stato triste vedere appassire il mio GitHub (piattaforma per sviluppatori, ndr). Si torna a codificare!”. 

Nella sua breve permanenza a Twitter, Hotz ha eliminato l’avviso ma non è chiaro quanto e come abbia ottimizzato gli strumenti di ricerca dei tweet, il principale obiettivo per cui aveva presentato la sua candidatura a Musk.

Musk si dimetterà, ma quando ne avrà voglia

Dopo il sondaggio lanciato su Twitter con il quale gli utenti gli hanno di fatto chiesto di lasciare la carica di CEO del social, Musk è pronto a farsi da parte. Ma prende tempo. “Mi dimetterò da amministratore delegato non appena avrò trovato qualcuno abbastanza folle da assumere l’incarico”, ha twittato sottolineando che una volta lasciato il suo ruolo guiderà i team per il software e i server della società.

Secondo il Financial Times, tra i candidati ideali ci sarebbe Sheryl Sandberg, l’ex direttrice operativa di Meta che ha trasformato l’azienda in un gigante della pubblicità digitale. La manager però potrebbe non desiderare di assumere la guida di un’altra compagnia piena di problemi di moderazione dei contenuti.

Un altro nome è quello di Sarah Friar, ceo di Nextdoor, già direttrice finanziaria della società di pagamenti Block, creata dal cofondatore di Twitter Jack Dorsey. Ieri Cnbc, citando alcune fonti informate, sosteneva che il proprietario di Twitter stesse cercando “attivamente” un suo sostituto. Chissà se davvero lascerà il timone.

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