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Consumatori e smartphone: italiani ‘early adopter’ dei pagamenti da mobile

Presentata la ricerca “Igniting Growth in Consumer Technology realizzata da Accenture sulla percezione che i consumatori hanno di dispositivi, servizi, e contenuti digitali provenienti dal mondo dei produttori di hardware (smartphone, tablet,PC,TV), gli operatori TLC e i player di internet.

Lo studio analizza i comportamenti di acquisto, la preferenza e la fiducia negli erogatori di servizi e il futuro dei loro relativi stili di vita. Ha coinvolto 28.000 consumatori in Australia, Brasile, Canada, Cina, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Filippine, Polonia, Romania, Russia, Arabia Saudita, Slovacchia, Sud Africa, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti. La dimensione del campione per ogni paese è rappresentativo della popolazione online dai 14 ai 55 anni e oltre.

I più alti tassi di penetrazione di smartphone (91%) e tablet (60%) caratterizzano lo scenario italiano rispetto al resto d’Europa (con una media di penetrazione del 77% – smartphone – e 49% – tablet). Anche in Italia il mercato ha raggiunto la stabilità, ma presenta margini di crescita più alti rispetto alla media europea: il 56% degli intervistati ha in programma di comprare un nuovo smartphone nei prossimi 12 mesi – rispetto alla media europea del 41% – con un calo dell’8% rispetto al 2015.

Più alta della media europea anche la percentuale di consumatori intenzionati a comprare tablet – 36%, contro il 24% europeo – e TV: il 38%, rispetto al 27% dei consumatori europei.

Uguale alle altre nazioni europee la percentuale di italiani che pensa di acquistare un computer portatile: 25%, segno di un mercato dove non si prevedono innovazioni sostanziali, che ha raggiunto la maturità in tutti gli Stati.

Gli abitanti della Penisola sono molto più attratti dalle innovazioni rispetto alla media europea, caratterizzandosi come “early adopter”: il 34% ha appena comprato un nuovo dispositivo, rispetto al 24% degli europei.

Ed è proprio l’innovazione sia in termini di funzionalità all’avanguardia che di una migliore esperienza d’uso, ad essere il fattore determinante per sostenere il mercato: è ciò che spinge il 50% degli Italiani ad un nuovo acquisto (rispetto al 37% dei più pragmatici tedeschi, al 39% degli inglesi e alla media europea del 38%).

Significativa anche la percentuale di italiani motivata dal desiderio di fruire dei contenuti in uno schermo più grande, il 31%, un trend trainato dai maggiori player di smartphone.

Un ulteriore 34%, poi, è intenzionato ad un nuovo acquisto perché le funzioni base del proprio smartphone non sono considerate sufficienti per un buon utilizzo e il 18% perché ha un dispositivo rotto.

Gli italiani si dimostrano “early adopter” anche per quanto riguarda i pagamenti da mobile: il 57% li usa o è intenzionato ad utilizzarli (12% e 45% rispettivamente) contro una media europea del 42%. E’ probabilmente l’elevata penetrazione degli smartphone ad influenzare l’interesse verso questa modalità di pagamento, un aspetto che le imprese operanti in Italia dovranno considerare con attenzione nei prossimi mesi. Tra l’altro, anche la frequenza di utilizzo dei pagamenti da mobile è più alta che in Europa: il 65% dichiara di servirsene giornalmente (20%) o almeno una volta a settimana (45%), mentre in Europa la percentuale scende ad un 48% (rispettivamente 17% e 31%).

Lo studio fornisce uno scenario di mercato in stand-by.

Se l’11% dei consumatori italiani ha in programma di aumentare la spesa mensile dai propri servizi mobili l’acquisto di dispositivi come smartphone, tablet e computer portatili registrano un decremento del 20% rispetto al 2014 – anno in cui sul mercato è stata lanciata una forte offerta di prodotti e hardware nuovi e dirompenti rispetto al passato.

Un segnale, questo, di quanto sia importante innovare l’offerta di servizi per cogliere nuove opportunità di mercato, anche alla luce della scarsa propensione all’acquisto di nuovi dispositivi hardware.

Solo percentuali di crescita marginali nella domanda di dispositivi IoT (Internet of Things), mercato su cui il settore stava contando per sostenere la crescita sebbene in Italia emergano valori superiori rispetto alla media europea: il 20% pensa di comprare un dispositivo indossabile per il fitness (il doppio rispetto al 10% degli Europei), il 17% un sistema di sicurezza domestico connesso (vs una media europea dell’8%), un altro 17% di dispositivi indossabili legati alla salute, il 16% uno smartwatch, il 15% termostati per case intelligenti.

Sono i costi elevati (64%) e la preoccupazione rispetto ai rischi per la privacy (29%) e la sicurezza (29%) i principali deterrenti all’acquisto di nuovi dispositivi e servizi IoT.

Il 72% degli italiani appare preoccupato dai rischi di attachi hacker ai propri dispositivi IoT, tanto che il 39% dichiara di utilizzarli meno o non usarli più. Eppure, l’esperienza di utilizzo è migliorata rispetto all’anno scorso, considerando che la percentuale di utenti che hanno riscontrato una qualche criticità è scesa del 22%, pur rimanendo a livelli molto alti (il 72% è incappato in una – seppur lieve – complicazione).

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