Stop alle importazioni di gas russo entro il 2027, nucleare ed energia rinnovabile, al centro del Consiglio Energia tenutosi oggi in Lussemburgo. I ministri europei dell’Energia non sono però riusciti a trovare un accordo unanime sulle conclusioni politiche relative alla sicurezza energetica.
A opporsi sono state Ungheria e Slovacchia.
La presidenza di turno, guidata dalla Polonia, ha quindi adottato il testo con il sostegno di 25 Paesi. Domani la Commissione Ue presenterà la sua proposta legislativa vera e propria per l’eliminazione graduale delle importazioni energetiche russe.
Il vertice “Trasporti, telecomunicazioni ed energia”
Durante il vertice “Trasporti, telecomunicazioni ed energia”, che precede la tavola rotonda del G7 sulla sicurezza energetica globale, si è parlato soprattutto di guerra e di come rafforzare la resilienza energetica e digitale dell’Europa in questo delicato frangente storico.
L’obiettivo è chiaro, ossia migliorare l’efficienza energetica dell’Unione, riducendo i rischi per la stabilità economica degli Stati membri, e dunque fermare la macchina bellica della Russia che utilizza l’energia come strumento di pressione e ricatto. Il Clean Industrial Deal, il Piano d’Azione per l’Energia Accessibile e la Strategia dell’Unione per la Preparazione rafforzano ulteriormente questo impegno.
La tabella di marcia del RepowerEU
Tra i temi cruciali trattati nel corso del Consiglio, la tabella di marcia del REPowerEU, pubblicata il 6 maggio dalla Commissione Ue, sulla quale i ministri sono stati chiamati ad esprimersi. Il piano, avviato all’esordio del conflitto Russo-Ucraino, dovrebbe rendere il continente autonomo dall’import di energia russa. Condizione da cui siamo ancora lontani. Infatti, nonostante i progressi registrati nello sviluppo delle energie rinnovabili e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, agli atti del 2024 risulta che l’UE importi ancora 52 bcm di gas russo, 32 bcm tramite gasdotti e 20 bcm sotto forma di gas naturale liquefatto (GNL), pari a circa il 19% del totale delle importazioni di gas dell’UE. Inoltre, sempre con riferimento ai dati dello scorso anno, si registrano importazioni di petrolio greggio pari a 13 milioni di tonnellate e oltre 2.800 tonnellate di uranio (arricchito o sotto forma di combustibile).
Più nel dettaglio, allo stato dell’arte si contano ancora dieci Stati membri che acquistano gas russo, tre che continuano a importare petrolio, e sette che si approvvigionano di uranio arricchito o servizi correlati dalla Russia.
La posizione dell’Italia
“Ci auguriamo che la nostra visione sui biocarburanti basata su un approccio scientifico e rigoroso e sul ruolo che essi possono svolgere anche in futuro venga condiviso dalla Commissione europea. Siamo totalmente disponibili a confrontarci sugli strumenti più efficaci, anche per garantire il rispetto della legalità lungo tutta la filiera dei biocarburanti”.
Lo ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin, presente oggi al Consiglio Energia a Lussemburgo, affermando che il potenziale dei biocarburanti sia uno dei punti fermi della strategia climatica italiana per l’abbattimento delle emissioni anche nei trasporti stradali.
L’Italia punta sui biocarburanti ma non solo. Il titolare dell’Ambiente, ha evidenziato poi la presenza del nucleare tra gli ambiziosi obiettivi del PNIEC, il Piano Nazionale Energia e Clima, che in un’ipotesi di scenario di lungo termine prevede al 2050 una quota di energia prodotta da fonte atomica. Fratin ha quindi invitato l’Europa a lasciare agli Stati membri maggiori flessibilità sul modo di conseguire l’obiettivo di riduzione delle emissioni.
“Naturalmente, man mano che guardiamo al percorso che ci porterà al 2040 e allo zero netto nel 2050, sarà importante valutare con attenzione gli obiettivi da definire e le modalità per raggiungerli, soprattutto quelle per il reperimento delle necessarie risorse finanziarie”.
“L’Italia ha deciso di perseguire una strategia nazionale che in maniera trasparente e graduale promuove una rivalutazione pragmatica del ruolo dell’energia nucleare come fonte di energia decarbonizzata, affidabile e programmabile. L’anno scorso abbiamo inserito nell’aggiornamento del PNIEC nazionale un’ipotesi di scenario di lungo termine che prevede al 2050 una quota di energia prodotta da fonte nucleare e proprio questa mattina l’Italia ha aderito all’Alleanza per il Nucleare.
Ha chiosato Gilberto Pichetto Fratin.
Nucleare europeo: piccoli reattori, grandi ambizioni
Il dibattito si è intrecciato con la presentazione dell’ottavo Programma Illustrativo Nucleare (PINC) della Commissione Europea, che delinea le sfide e le opportunità del settore.
Tra le priorità: lo sviluppo di piccoli reattori modulari (SMR), reattori avanzati (AMR), microreattori e, in prospettiva, la fusione nucleare.
“Ben vengano queste iniziative”, ha concluso il ministro italiano, “che aprono la strada a un confronto aperto e costruttivo per garantire un futuro competitivo e sostenibile per l’Europa”