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Connettività satellitare, il direct-to-device nuova minaccia o opportunità per le telco?  

Cresce da un paio d’anni il fermento del mercato per i servizi via satellite direct-to-device. A trainare questo nuovo interesse nuove tecnologie, spinta regolatoria, nuove strategie e servizi innovativi, con le telco e operatori satellitari come Starlink e AST SpaceMobile al centro della scena, a fronte di diverse aziende che cercano di accaparrarsi una fetta di business, come dimostra la recente joint venture siglata dall’operatore satellitare Viasat con Space42, società degli Emirati Arabi Uniti, per nuovi servizi 5G non terrestri.

Lo scrive il sito specializzato Telecom Tv, sottolineando che il trend è ormai in fase avanzata.  

L’interesse delle Telco c’è eccome

L’interesse per il D2D da parte delle telco c’è eccome, ed è dimostrato anche a livello regolatorio. La 3GPP, ente di standardizzazione internazionale, ha incluso il 5G non terreste (NTN) nelle specifiche della release 17, e un numero crescente di operatori sta siglando accordi con aziende satellitari puntando sulla connettività a banda larga e o a offeerte direct-to-device (D2D) o direct-to-cell (D2C).

Secondo un nuovo report pubblicato dalla Global mobile Suppliers Association (GSA), la connettività satellitare si sta evolvendo dal ruolo di tecnologia di nicchia a tecnologia di massa, con un totlae di 170 accordi fra operatore e satellite, in 80 mercato, a fronte di 34 operatori che hanno lanciato servizi commerciali.

Servizi D2D in espansione

La GSA ha osservato che, sebbene la banda larga rurale e aziendale rimanga l’applicazione dominante, rappresentando la metà di tutte le partnership, i servizi D2D “si stanno espandendo rapidamente, con 12 lanci e 24 sperimentazioni o progetti in licenza” ad agosto 2025.

Altre 28 partnership prevedono di lanciare servizi. In termini di spettro, la banda Ka rimane la gamma di frequenza più utilizzata, sebbene le bande L e S stiano diventando sempre più importanti per le applicazioni D2D, aggiunge il rapporto. Non sorprende nessuno apprendere che Starlink, l’unità in orbita terrestre bassa (LEO) di SpaceX di Elon Musk, sia un attore dominante e attualmente conta 44 partnership, seguita da AST SpaceMobile e Lynk Global. Starlink conta già oltre 7 milioni di clienti di banda larga satellitare in tutto il mondo e servizi D2D forniti da T-Mobile US (T-Satellite).

Starlink punta alle Tlc

In particolare, Musk ha persino indicato che Starlink potrebbe diventare un “operatore globale” di servizi satellitari e terrestri a seguito del recente accordo di SpaceX per l’acquisto di licenze di spettro da EchoStar per 17 miliardi di dollari. In seguito alla notizia dell’accordo con EchoStar, ViaSatellite ha riferito che la presidente di SpaceX, Gwynne Shotwell, ha dichiarato ai partecipanti all’evento World Space Business Week di Parigi del 16 settembre che l’azienda satellitare sta collaborando con gli sviluppatori di semiconduttori per garantire che vengano realizzati chip compatibili con le risorse acquisite da Echostar – 50 MHz di spettro in banda S (AWS-4 e PCS-H) per il mercato statunitense e licenze per servizi satellitari mobili (MSS) per l’Europa – per gli smartphone. Ha anche commentato il rapporto in corso con la comunità delle telecomunicazioni.

“Inizieremo le discussioni con le compagnie telefoniche in modo diverso ora”, ha dichiarato Shotwell. “È il nostro spettro, ma vogliamo lavorare con loro, fornendo quasi capacità all’ingrosso ai loro clienti. Dobbiamo collaborare con i produttori di dispositivi, le aziende di chip e con le compagnie telefoniche per raggiungere il risultato finale. È davvero entusiasmante, ma è un lavoro enorme”.

Gli altri player in gioco

Anche altri operatori satellitari sperano di aggiudicarsi una fetta della connettività satellitare e/o del D2D, tra cui il Progetto Kuiper di Amazon, che mira a offrire i suoi servizi in cinque mercati principali in Nord America ed Europa entro l’inizio del 2026. Iridium ha recentemente firmato un accordo con Deutsche Telekom (DT) che vedrà il gruppo tedesco utilizzare il servizio Iridium NTN Direct al suo arrivo, attualmente previsto per il 2026. La divisione statunitense di DT, T-Mobile, ha già firmato un accordo con Starlink e lanciato i suoi primi servizi. Inoltre, l’azienda di satelliti geostazionari Viasat sta formando una joint venture con Space42, azienda di tecnologia spaziale con sede negli Emirati Arabi Uniti (EAU), che adotterà un “modello infrastrutturale towerco” per offrire connettività D2D all’ingrosso in tutto il mondo a fornitori di servizi terzi.

Preoccupazioni relative a spettro e dispositivi

Nonostante la crescita dell’interesse, la GSA avverte che il potenziale di tali servizi come complemento alle reti terrestri rimane poco chiaro, sottolineando i costi più elevati e il “numero limitato ma crescente di smartphone che supportano la connettività satellitare”. Allo stesso tempo, osserva che, sebbene gli utilizzi dei satelliti siano attualmente limitati, “questo settore sta muovendo i primi passi verso una crescita a lungo termine, analogamente all’evoluzione delle reti terrestri”.

Anche il gruppo di pressione degli operatori di telefonia mobile GSMA è intervenuto nel dibattito con linee guida sul miglior approccio normativo all’utilizzo dello spettro, in vista della convergenza tra i settori della telefonia mobile e satellitare. Le operazioni D2D possono utilizzare due categorie di spettro: bande di frequenza identificate per l’IMT (telecomunicazioni mobili internazionali) e assegnate al servizio mobile, e bande già assegnate per i servizi Mobile satellite services (MSS).

GSMA, salvaguardare le telco. Niente frequenze ai satellitari

Pur sostenendo chiaramente il D2D, la GSMA desidera garantire che gli operatori di telefonia mobile siano protetti durante l’implementazione dei servizi. John Giusti, responsabile della regolamentazione della GSMA, ha detto che la connettività satellitare D2D “ha il potenziale per estendere la portata della telefonia mobile, rafforzare la resilienza e offrire reali benefici alla società”.

Tuttavia, avverte che “senza una regolamentazione attenta ed equilibrata, rischia di compromettere i servizi di telefonia mobile su cui miliardi di persone fanno affidamento ogni giorno”. In particolare, la GSMA non vuole naturalmente che le autorità di regolamentazione concedano licenze separate agli operatori D2D per le stesse frequenze e aree concesse in licenza per le licenze terrestri esistenti. Affronta anche potenziali problemi di inferenza e sta adottando misure tempestive per garantire la protezione delle reti mobili terrestri esistenti.

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