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Comunità Energetiche, regole, incentivi e le incognite del PNRR. Il Convegno TEN

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Nel corso del convegno organizzato dall’Associazione TEN al Campidoglio, istituzioni e tecnici hanno discusso le novità normative e le opportunità legate alle Comunità Energetiche Rinnovabili. Ma sul futuro dell'autoconsumo diffuso pesa l'ultima revisione del PNRR, che potrebbe ridurre i fondi destinati alle energie rinnovabili.

In un precedente approfondimento abbiamo analizzato l’evoluzione delle Comunità Energetiche rinnovabili in Italia, soffermandoci sullo stato dell’arte e accendendo i riflettori sull’accelerazione che il fenomeno ha vissuto negli ultimi mesi, nonchè sui colli di bottiglia che ancora ne ostacolano la piena diffusione. 

E proprio sulle ultime modifiche al quadro regolatorio e sulle novità apportate dalla normativa in tema di incentivi, si è concentrato il convegno organizzato l’8 ottobre al Campidoglio, dall’Associazione TEN (Tecnologia Economia e Normativa per l’ambiente e il digitale). 

Intitolato “Autoconsumo Diffuso e Comunità Energetiche Rinnovabili: Evoluzione del Quadro Normativo-Regolatorio e Opportunità per i Territori”, l’evento ha visto la partecipazione di esponenti di primo piano del panorama istituzionale italiano. Tra questi Alberto Stancarelli, Capo di Gabinetto del Sindaco, Giovanni Di Scipio, Capo Ufficio Legislativo del MASE, Andrea Galliani (ARERA), Davide Valenzano (GSE), Giulia Taromboli (Politecnico di Milano), Marco Pezzaglia (Gruppo professionale energia), Claudia R. Romano (Direzione Generale Conoscenza Ricerca Lavoro e Imprese).

CER, l’evoluzione normativa

Nel corso del dibattito, gli esperti, facendo un excursus del processo legislativo che ha portato le CER a diventare un pilastro della transizione energetica, hanno illustrato i meccanismi di incentivazione gestiti da GSE ed ARERA, e delle relative opportunità per cittadini, enti locali, imprese e associazioni interessate a configurare nuove Comunità Energetiche Rinnovabili. 

L’approvazione della Direttiva RED III e del Decreto CACER hanno certamente rafforzato il quadro normativo di riferimento, aprendo la strada a una maggiore estensione dei soggetti ammessi a partecipare alle CER. Dal 2023, infatti, è stato ampliato il numero dei soci potenziali, includendo anche enti pubblici, piccole imprese e realtà del terzo settore. Gli ultimi correttivi normativi hanno poi fatto la differenza, estendendo la possibilità di creare CER incentivate anche nei comuni fino a 50.000 abitanti, innalzando le spese tecniche ammissibili dal 10% al 30%hanno spiegato gli esperti.

Opportunità per i territori

Con l’entrata in vigore delle ultime disposizioni, infatti, che estendono la platea dei beneficiari dei contributi a fondo perduto (oggi al 40% per Comuni fino a 50mila abitanti), si trasforma sempre di più il modello della produzione energetica, che da verticale “generazione-distribuzione”, diventa orizzontale “autoconsumo diffuso”. 

Con l’avvio del consumatore che diventa prosumer, il paradigma energetico è cambiato”, ha commentato Giovanni Di Scipio del MASE.

Di Scipio ha anche ricordato che le CER rientrano pienamente nella strategia di penetrazione efficace delle fonti rinnovabili, anche attraverso la definizione di aree idonee nei sedimenti autostradali

All’inizio – ha aggiunto – il Ministero non immaginava che le Comunità Energetiche potessero svilupparsi con questa rapidità. Per noi è stata una sorpresa positiva.”

Secondo Andrea Galliani di ARERA, “il quadro regolatorio dei meccanismi che sovrintendono il GSE si basa su tre configurazioni di autoconsumo diffuso: l’autoconsumatore individuale, la comunità energetica e i gruppi di autoconsumo collettivo”.

Galliani ha illustrato anche le modalità di calcolo dell’energia autoconsumata e la possibilità di condividere le eccedenze con altri membri della comunità, evidenziando la valorizzazione economica che l’autoconsumo porta all’intero sistema elettrico.

Comunità Energetiche nel Lazio

A Roma il tema è diventato una vera priorità amministrativa. Come ha sottolineato il Capo di Gabinetto del Sindaco Gualtieri, l’impegno dell’amministrazione capitolina si è concretizzato nella creazione di un Ufficio di Scopo dedicato, con una struttura di oltre 20 mila dipendenti, e nell’adozione di un regolamento comunale per la messa a disposizione degli impianti energetici a favore delle CER. Una misura che punta a favorire la nascita e la crescita delle comunità energetiche in tutti i quartieri della città.

Un primo segnale concreto è arrivato dall’Istituto Vaccari, centro educativo per ragazzi disabili, che ha ospitato la prima Comunità Energetica di Roma. Un progetto simbolico che è riuscito a coniugare sostenibilità ambientale e inclusione sociale, dimostrando come la transizione energetica possa diventare strumento di solidarietà.

Attualmente nel Lazio si contano 88 Configurazioni di autoconsumo diffuso, con una potenza di circa 7MW. Con riguardo agli incentivi previsti dal PNRR, sono state presentate 373 richieste per 20 MWriporta D.Valenzano del GSE. 

Numeri positivi destinati a crescere, ma  restano alcune criticità: su un bando da 14 milioni di euro, solo due comunità hanno presentato domanda. 

Come ha evidenziato Claudia Romano, “il dialogo con gli istituti bancari è ancora aperto, ma i fondi ci sono, anche grazie all’ampliamento del PNRR”. 

Tuttavia, proprio su questo punto si concentra ora l’attenzione: le ultime revisioni del PNRR potrebbero mettere a rischio parte di tali risorse.

Revisione del PNRR a settembre 2025, una minaccia per la Comunità Energetiche Rinnovabili

A fine settembre, il governo italiano ha dato il via alla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), tuttora al vaglio del Parlamento. Una modifica che, se approvata, potrebbe incidere sullo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Si parla di circa un miliardo sottratto ai progetti che non riusciranno a concludersi nei tempi previsti. I soldi, secondo le disposizioni del Ministro, saranno dirottati altrove. 

In sintesi, l’obiettivo del Governo è non perdere la dotazione complessiva di 194 miliardi di euro prevista dal PNRR: per questo, i fondi tagliati verrebbero riassegnati a progetti considerati più maturi. Bruxelles, infatti, eroga i finanziamenti solo al raggiungimento effettivo degli obiettivi fissati nel Piano.

La notizia è fonte di ampio dibattito e malcontento tra gli stakeholder del settore. Secondo il calendario ufficiale, la revisione del PNRR italiano dovrebbe ottenere il via libera definitivo del Consiglio UE entro il 13 novembre 2025. Seguiremo con la massima attenzione gli ultimi aggiornamenti.

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