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Comunicazioni elettroniche, Martusciello (Agcom), ‘Il nuovo Codice dimentica le piattaforme online’

Antonio-Martusciello-Agcom

Il nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche si pone l’obiettivo di creare un contesto favorevole allo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi digitali ad alta velocità e di promuoverne l’utilizzo da parte di tutti i cittadini e le imprese dell’Unione. Sebbene si tratti di un primo passo verso la consapevolezza del ruolo dei nuovi attori del mercato, tuttavia, si è ancora lontani dal realizzare un vero e proprio level playing field tra operatori tradizionali e operatori online”. E’ quanto indicato dal Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonio Martusciello, concludendo i lavori del Namex Annual Meeting 2019.

Martusciello ha dichiarato di apprezzare l’intervento del Legislatore europeo “chiamato a adattare la regolamentazione alla nuova realtà del mercato, in cui, grazie all’avvento degli Over the Top, la fornitura dei servizi di comunicazione elettronica non è più necessariamente abbinata alla fornitura di una rete”. Il nuovo Codice, “se da un lato scandisce un primo passo verso un futuro sempre più digitale dell’Europa, muovendo dalla necessità di rafforzare la competitività in un mercato sempre più globale, dall’altro si pone come strumento e fonte di nuovi diritti per i cittadini dell’Unione”.

La riforma europea”, ha spiegato il Commissario, “si pone prevalentemente nella direzione di un’estensione della convergenza tra servizi di telecomunicazioni e servizi internet, delegando i significativi processi di integrazione tra televisione e internet alla direttiva sui servizi di media audiovisivi”. In tal modo, continua Martusciello, “restano esclusi dal perimetro soggettivo di applicazione del Codice i servizi di piattaforme online per la diffusione di contenuti radiofonici o televisivi”.

Il Commissario ha aggiunto come, in futuro, “l’Autorità si troverà a svolgere la propria funzione di ‘arbitro’ in uno scenario in cui la televisione digitale terreste vedrà certamente insidiato dal broadband il ruolo di piattaforma d’elezione per ‘informare, intrattenere e istruire il grande pubblico’, sia per effetto della crescente attrattività delle offerte su reti a banda larga, sia per la progressiva erosione delle risorse di spettro a disposizione per la radiodiffusione”. Ciò, conclude Martusciello, richiederà “una particolare attenzione da parte del regolatore, che dovrà garantire quella parità di regole tra gli attori del mercato, ma soprattutto esigerà una risposta da parte dei broadcaster, chiamati a ridisegnare i propri modelli di business e a investire nell’evoluzione tecnologica della piattaforma digitale terrestre verso una TV ibrida broadcast-broadband”.

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