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Computer quantistici, il 6G sarà fattore abilitante tra dieci anni

Di macchine quantistiche ce ne sono davvero poche in circolazione. A gennaio di quest’anno, l’IBM ha annunciato il suo primo computer quantistico commerciale (il “Q System One”, utilizzabile da remoto) , ma ci sono anche Google, Intel e molti altri big dell’high tech interessati a questa nuova tecnologia.

In quest’area di ricerca e sviluppo avanzate si cerca di sfruttare le leggi della fisica e della meccanica quantistica, lavorando sull’unità di base fondamentale che il qubit: mentre l’informatica tradizionale usa i bit, che sono rappresentati da un codice binario “0” e “1”, il qubit può essere entrambi gli stati contemporaneamente.

Essere simultaneamente “0” e “1” significa muoversi molto più rapidamente e in maniera precisa, elaborare informazioni in tempi infinitamente più ridotti, poter applicare anche all’informatica il principio dell’entanglement (o correlazione quantistica), che spiega una correlazione profonda anche a distanze notevoli di due unità, che possono sempre essere “0” e “1”.

A cosa ci serve una tecnologia del genere? A moltissime cose, tra cui la gestione di una massa di dati molto più grande di quella attuale, alla comunicazione in tutte le sue declinazioni, alla crittografia per la cybersecurity e la blockchain, alle previsioni meteo, allo sviluppo e la realizzazione di nuovi materiali, alla crescita dell’High performance computing (Hpc).

Ci vorranno “almeno” una decina di anni prima di avere una macchina quantistica sul mercato, il cui funzionamento sia applicabile per scopi commerciali diffusi, ha spiegato sul quotidiano Sole 24 Ore il direttore del Quantum Hardware research group, Jim Clarke.

E circa una decina di anni saranno necessari anche allo sviluppo del futuro standard di rete 6G, considerato dagli esperti il fattore abilitante per il quantum computing.

Uno dei driver chiave per sfruttare la tecnologia quantistica è proprio il 6G, secondo quanto riportato dal sito Quantaneo. Nel Report di agosto pubblicato da Research and Markets, dal titolo “Quantum technology market: computing, communications, imaging, security, sensing, modeling and simulation 2019-2024“, il 6G offrirà all’industria il potenziale per nuove applicazioni e servizi, a partire dalle tecnologie imaging, sensing, di sicurezza e di localizzazione.
Secondo lo studio, il mercato dei qubit potrebbe arrivare a valere più di 18 miliardi di dollari entro il 2024.

La bassissima latenza, la precisione al centrimetro, le sub-mmWave (lunghezze d’onda inferiori al millimetro, saranno i primi ingredienti di una comunicazione sempre più potente, veloce e in grado di trasportare enormi volumi di dati.

L’entrata in scena del 6G consentirà anche un’accelerazione nello sviluppo dell’Hpc, le piattaforme di calcolo ad elevate prestazioni molto utili in ambito di ricerca scientifica (atomo, genetica, farmaceutica, fisica, climatologia, chimica, archeologia e molto altro).
Soprattutto, il 6G sarà fondamentale per l‘intelligenza artificiale, che consentirà di instradare e smistare le connessioni e il traffico dati, che potranno raggiungere livelli ora inimmaginabili, tra i vari nodi della rete per limitare la congestione soprattutto in aree metropolitane.

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