Draghi a Bruxelles per fare il punto a un anno dal suo Rapporto sul futuro della competitività europea
“A un anno di distanza, l’Europa si trova in una situazione più difficile. Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità stanno aumentando”. È quanto dichiarato dall’ex Premier italiano e Presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, a Bruxelles, in occasione della conferenza di alto livello per esaminare a un anno di distanza i progressi della Commissione nell’attuazione delle raccomandazioni contenute nel Rapporto Draghi sul futuro della competitività europea.
Ovviamente, Draghi non può che constatare tutti i limiti, le lentezze e le falle dell’azione della Commissione europea in questi ultimi 12 mesi. Per uscire da questa situazione insidiosa e piena di rischi per il futuro dell’Unione, invita a seguire quanto fatto nel passato per mercato unito e euro, i due risultati storici raggiunti.
“Per la sopravvivenza dell’Europa, dobbiamo fare ciò che non è mai stato fatto prima e rifiutarci di lasciarci frenare da limiti autoimposti“, ha detto con decisione Draghi, “abbiamo bisogno di date concrete e risultati misurabili – e di essere chiamati a renderne conto“.
Von der Leyen: “L’ordinaria amministrazione non basta più, è tempo di agire”
“Abbiamo bisogno di azioni urgenti per affrontare esigenze urgenti. Perché le nostre aziende e i nostri lavoratori non possono più aspettare“, ha detto la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso di apertura alla conferenza.
Che si sia a favore o contro l’operato di questa Commissione, un fatto è chiaro a tutti ormai: “L’ordinaria amministrazione non basta più, è ora di agire“.
“Ogni singolo Stato membro ha approvato la relazione Draghi. E così ha fatto il Parlamento europeo. Sappiamo tutti cosa bisogna fare. E questo è il mio messaggio finale oggi. Questo è ciò che i cittadini europei si aspettano da noi. Si aspettano che la nostra democrazia decida, agisca e dia risultati“, ha sottolineato von der Leyen.
Passi in avanti nell’AI, ma il divario con Stati Uniti e Cina “è netto”
Partendo dall’intelligenza artificiale (AI), ade esempio, l’ex Presidente della Bce ha lodato i passi in avanti, ma le vulnerabilità sono troppo evidenti.
“Sono in corso progetti per la realizzazione di almeno cinque giga factory di AI, ciascuna con oltre 100.000 Gpu avanzate. La capacità dei centri dati è destinata a triplicare nei prossimi sette anni. Entro la fine dell’anno è prevista un’importante riforma delle telecomunicazioni. Il recente investimento di Asml in Mistral è un segnale promettente per l’ecosistema interno dell’IA. Anche l’adozione è in aumento: secondo la BEI, le aziende europee stanno adottando tecnologie avanzate a un ritmo simile a quello delle loro controparti statunitensi, sebbene partendo da una base inferiore”, ha detto Draghi.
“Ma il divario è netto. Sul fronte dell’AI, lo scorso anno gli Stati Uniti hanno prodotto 40 grandi modelli di base, la Cina 15 e l’Unione europea solo 3. Tra le PMI, l’adozione dell’AI è ancora bassa, compresa tra il 13 e il 21%. E nel campo più strategico, quello dell’IA basata sulla proprietà intellettuale europea per consolidare le nostre industrie principali, i progressi sono minimi“, ha ricordato il nostro passato Presidente del Consiglio die ministri.
Draghi: “Cittadini e imprese esprimono crescente frustrazione, delusi dal lentezza dell’Ue”
“Ci è stato dolorosamente ricordato che l’inazione minaccia non solo la nostra competitività, ma anche la nostra stessa sovranità”, ha sottolineato Draghi, che ha aggiunto in relazione alla crescita e la competitività, che purtroppo “non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno”.
“Il Rapporto ha definito tre priorità per l’Europa: colmare il divario di innovazione nelle tecnologie avanzate; tracciare un percorso di decarbonizzazione a sostegno della crescita; e rafforzare la sicurezza economica. Come ha sottolineato la Presidente von der Leyen, queste sono anche al centro dell’agenda della Commissione. Accolgo con favore la sua decisione di porre la competitività al centro e il programma è ambizioso”, ha dichiarato Draghi, che però raccoglie anche un crescente malumore che sale dal basso.
“I cittadini e le aziende europee apprezzano la diagnosi, le priorità chiare e i piani d’azione. Ma esprimono anche una crescente frustrazione. Sono delusi dalla lentezza dell’Unione europea. Ci vedono incapaci di tenere il passo con la velocità del cambiamento altrove. Sono pronti ad agire, ma temono che i governi non abbiano compreso la gravità del momento“, ha sostenuto l’ex Premier italiano.
Serve “nuova velocità” e “agire insieme, non frammentare gli sforzi”
“I concorrenti negli Stati Uniti e in Cina sono molto meno vincolati, anche quando agiscono nel rispetto della legge. Continuare come al solito significa rassegnarsi a rimanere indietro. Un percorso diverso richiede nuova velocità, portata e intensità. Significa agire insieme, non frammentare i nostri sforzi. Significa concentrare le risorse dove l’impatto è maggiore. E significa produrre risultati nel giro di mesi, non di anni“, ha ribadito Draghi come un anno fa.
Gli Stati Uniti ci hanno colpito con una politica dei dazi troppo dura, mentre la Cina “è diventato un concorrente ancora più forte”, ha spiegato Draghi. Una situazione che aumenta la nostra dipendenza dagli Stati Uniti in termini di Difesa, “uno dei motivi per cui abbiamo dovuto accettare un accordo commerciale in gran parte alle condizioni americane“.