Il panel

ComoLake2023: il mercato Tlc fra soluzioni tecnologiche e l’attenzione al cliente

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A ComoLake2023 - New Generation Innovations il mercato delle Tlc di fronte ad un periodo di grandi cambiamenti fra investimenti per le nuove reti e nuove regole in arrivo per semplificare scavi e abbattere tempi di attesa dei permessi per gli impianti 5G. Parola a Labriola (Tim), Corti (WindTre), Levi (Iliad) e Galli (INWIT).

ll mercato delle Tlc di fronte ad un periodo di grandi cambiamenti fra investimenti per le nuove reti e nuove regole in arrivo per semplificare scavi e abbattere tempi di attesa dei permessi per gli impianti 5G. Questi alcuni dei temi affrontati nel panel Il mercato delle Tlc, le soluzioni tecnologiche e l’attenzione al cliente ComoLake2023 – Next Generation Innovations la conferenza internazionale organizzata da Now Italia in corso a Cernobbio a Villa Erba il 5, 6 e 7 ottobre.

Labriola, Netco fa rumore solo perché siamo l’ex incumbent

“Senza regole nuove e chiare, che offrano garanzie di ritorno sugli investimenti degli operatori, l’Italia non avrà una infrastruttura adeguata per essere competitiva con gli altri Paesi. Occorre agire ora”, ha detto l’ad di Tim Pietro Labriola.

Tim ‘paga’ l’essere l’ex monopolista ma l’operazione di separazione della rete fissa dal mobile e dai servizi è un cambiamento del modello di business come ce ne sono altri, indotto dai cambiamenti del mercato che non ripagano più gli investimenti. “Sia la Presidente del consiglio sia Butti hanno identificato questo momento storico come un momento in cui l’innovazione tecnologica sta travolgendo le modalità con cui gli operatori hanno operato fino oggi e cambiando i modelli di business. Questo può portare le aziende a rivedere le modalità con cui lavorare: tanti lo vedono in maniera disruptive rispetto al passato ma solo perché abituati a stereotipi – dice l’ad Pietro Labriola – ma non è molto diverso da quello che Corti sta facendo con WindTre, che quasi passa sottotraccia perché non è un incumbent”.

Labriola ricorda gli esempi del passato, “quello che è successo con Diego (Galli, ad di Inwit, ndr) quando abbiamo separato le antenne, per cercare di acquisire finanziamenti per le proprie attività”.

“Siamo il primo (ex) incumbent a fare la separazione della rete ma i semi di questo approccio sono stati gettati negli anni passati – fa notare – Quand’è l’ultima volta che abbiamo avuto davanti la necessita di investimenti così elevati come ora? Non ha precedenti se non quando abbiamo costruito la prima rete in rame ma allora la spesa era garantita” aggiunge. “L’attuale modello di regole non permette di garantire il ritorno” ribadisce come fatto spesso negli ultimi mesi.

Corti (WindTre): ‘In Italia occorre cambiare le regole’

Gianluca Corti, Ceo di WindTre, ha detto che “In Italia occorre cambiare le regole, in particolare modo occorre rivedere il modello di business”. Un chiaro riferimento alla ricorrente domanda della compagnia di innalzare i limiti elettromagnetici. Sul fronte del consolidamento, Corti ha detto che “Per quanto concerne il consolidamento Windtre è un esempio di come non è detto che funzioni, perché a valle del consolidamento è entrato un nuovo player e il mercato è andato a picco. Il consolidamento deve quindi essere accompagnato da un cambio strutturale delle regole a livello europeo, altrimenti non può funzionare”. Secondo il ceo “per vedere il mercato unico europeo certamente si possono staccare i servizi dalle reti e fare due tipologie di competizioni diverse, ma per farlo a un certo punto serve che compri qualcuno. C’è chi fa offerte e chi può accettarle o rifiutarle”. Per Corti “bisogna cambiare le regole e trovare velocemente fondi in Italia. L’aiuto dei 6 miliardi del Pnrr non basta”.

“Lo stato di salute in cui versa il settore delle telecomunicazioni obbliga a trovare delle soluzioni con urgenza. L’eccesso di concorrenza impedisce agli operatori di assorbire l’aumento di tutti i costi, dall’energia all’incremento del traffico, ma il consolidamento del settore da solo non basta, serve un cambio di regole strutturale e a livello continentale, non a caso i grandi player digitali e infrastrutturali ormai sono soprattutto extraeuropei” ha commentato Gianluca Corti.

Diego Galli (INWIT): ‘Adeguare i limiti elettromagnetici, grande sfida per il Paese’

Diego Galli, Direttore Generale di INWIT, ha detto che “Oggi il nostro modello di business è un modello di efficienza economica ed industriale, in primo luogo per i nostri clienti, gli operatori di tlc – ha detto – Il settore delle Towerco è capital intensive: grandi investimenti e alta necessità di remunerare il capitale investito. Noi stiamo crescendo e questo è possibile proprio perché investiamo 1 miliardo entro il 2026 nella costruzione di nuovi siti e nuove coperture, anche indoor. 

Altro tema è l’adeguamento dei limiti elettromagnetici, un’importante sfida per lo sviluppo del Paese. Ci sembra di capire che ci sia un orientamento verso un approccio di adeguamento dei limiti a un livello intermedio rispetto a quelli europei. A noi pare che questa opzione sia molto ragionevole e razionale. A ciò, si aggiungono i tempi burocratici per l’ottenimento dei permessi, necessari per la costruzione di una nuova torre. Stiamo parlando addirittura di 10 mesi, dei quali solo il 20% è tempo speso per i lavori realizzativi, mentre il resto è legato alla localizzazione del sito e all’ottenimento delle autorizzazioni. Con il PNRR, ad esempio, dobbiamo coprire più di 1300 aree in digital divide: centinaia di comuni ognuno con i suoi regolamenti. Una semplificazione a livello locale, recependo quanto previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche e delle semplificazioni nazionali, aiuterebbe e eviterebbe inutili rallentamenti. Occorre un investimento anche culturale: le infrastrutture digitali, tramite i servizi che abilitano, portano benessere sociale e sviluppo economico.”

Levi (Iliad), pronti per acquisizioni in Italia

In un contesto di mercato in grande fermento, Iliad si candida per possibili acquisizioni in Italia. Incalzato dalla moderatrice Antonella Olivieri, l’ad di Iliad Benedetto Levi ha detto che “Il consolidamento non è la soluzione a tutti i problemi o una necessità assoluta – dice – ma l’anno scorso abbiamo fatto un’offerta per il 100% di Vodafone Italia, abbiamo dimostrato già l’intenzione di voler partecipare al consolidamento, ognuno poi a livello organico sta continuando a fare il suo”.

“Siamo pronti – aggiunge – come mentalità e come disponibilità finanziaria a guardare tutte le possibilità di una crescita inorganica, ma ora non c’è nulla”.

In concreto, Levi ha comunque confermato di vedere Iliad come predatore e non preda, come parte attiva e non passiva.

“Il settore tlc in Italia e in Europa sta vivendo profonde trasformazioni: il mondo come lo conosciamo oggi tra pochi anni non esisterà più – ha detto anche Levi – iliad sta effettuando grandissimi investimenti in innovazione sul mobile (5G) e fibra (FTTH) e oggi non possiamo permetterci di rallentare e di aspettare che la burocrazia faccia il suo corso. Fin qui sono state introdotte semplificazioni e migliorie incrementali: sicuramente utili, ma non sufficienti. È imprescindibile avviare quanto prima un percorso di confronto serrato pubblico-privato, per ripensare le regole e permettere alle infrastrutture di essere sviluppate nei tempi più brevi possibili e con le migliori tecnologie”.