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Commissione Ue, nuovo pacchetto Tlc in arrivo: per il 5G pagheranno anche le Big Tech?

La Commissione Europea sta lavorando ad un nuovo pacchetto di norme, denominato Connectivity Infrastructure Act, da presentare in autunno. Lo scrive Politico.eu, L’obiettivo è accelerare il rollout del 5G nella Ue e sostenere gli obiettivi di copertura europei, che fissano al 2030 la copertura ad un Giga della popolazione. Il nuovo pacchetto potrebbe anche contenere un meccanismo che obbliga le grandi piattaforme online come Google, Meta, Netflix e Amazon a contribuire ai costi per l’infrastruttura a banda ultralarga, rispondendo così a quanto richiesto a più riprese dalle telco Ue per bocca, fra gli altri, dell’Etno, secondo cui le Big Tech dovrebbero contribuire per 20 miliardi di euro all’anno al mantenimento delle nuove reti ultrabroadband.

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Nuovi obblighi allo studio per le Big Tech

La proposta dovrebbe di fatto contenere misure che obbligano alcune grandi piattaforme online a partecipare ai costi del 5G nonché nuove misure per abbassare i costi di realizzazione dei network.

C’è da dire che nelle scorse settimane la vicepresidente esecutiva e commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager e il commissario al Mercato interno Thierry Breton hanno già fatto accenno al nuovo piano. Breton ha detto a Les Echos che gli operatori Tlc non stanno ottenendo il giusto ROI (Return on Investment) dalla manutenzione delle reti, e che è giunta l’ora di “riorganizzare una equa remunerazione delle reti”.

Nuova normativa

La nuova normativa è parte di un aggiornamento della Direttiva per la riduzione dei costi della banda larga del 2014 ed è battezzata appunto Connectivity Infrastructure Act, ha detto sotto anonimato un portavoce della Commissione Ue.

Di fatto, metterà in termini legali le linee guida del 2020 Connectivity Toolbox, che la ue ha pubblicato per aiutare i paesi della Ue a sviluppare il 5G.

La proposta sarà accompagnata da una raccomandazione sulle reti ad altissima velocità (Vhcn) ed una revisione delle linee guida sugli aiuti di stato.

Alcuni europarlamentari stanno anche spingendo per un sostegno più attivo per l’infrastruttura broadband. In una lettera a Vestager e Breton della scorsa settimana vista da Politico, cinque europarlamentari bipartisan hanno chiesto alla Commissione di rimuovere tutti gli ostacoli per incentivare la realizzazione delle reti ultraveloci in Europa.

Anche i governi Ue spingono per contributo alle reti

E anche i governi europei hanno sostenuto le intenzioni della Commissione, scrivendo in una posizione comune a maggio che “tutti gli attori del mercato che beneficiano della trasformazione digitale” dovrebbero assumersi le proprie responsabilità sociali e “fornire un contributo equo e proporzionato ai costi dei beni pubblici, servizi e infrastrutture”, secondo un testo visto da Politico.eu.

Altri hanno avvertito la Commissione di non costringere le aziende tecnologiche a coprire direttamente i costi degli operatori di telecomunicazioni in difficoltà.

Rischio Net neutrality?

Il creatore di browser e il gruppo di sostenitori dei diritti digitali Mozilla ha inviato una lettera inviata a Vestager e Breton la scorsa settimana, avvertendo che la Commissione stava potenzialmente mettendo in pericolo la neutralità della rete e i principi di Internet aperto dell’Europa.

“Siamo allarmati dai recenti rapporti che suggeriscono che la Commissione europea sta valutando nuove regole che obbligherebbero alcuni fornitori di servizi online a fornire contributi finanziari dedicati agli operatori di reti di telecomunicazioni”, afferma la lettera, firmata dal vicepresidente di Mozilla di Advocacy Ashley Boyd.

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