Il Rapporto

Come sta la democrazia? Non troppo bene. Il Rapporto dell’EIU sullo stato delle democrazie nel mondo

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Nel rapporto di quest'anno, l'EIU ha riportato un calo del punteggio medio globale da 5,37 a 5,28, il calo più grande dal 2010 dopo la crisi finanziaria globale. Questo si traduce in un dato che fa riflettere non poco: solo il 46% della popolazione vive in una democrazia "di qualche tipo".

Gli otto miliardi (o quasi) di persone nel mondo vivono in un’ampia varietà di sistemi politici e consuetudini culturali. In termini generali, potremmo dividere i Paesi di appartenenza in “liberi” e “non liberi”, un po’ come dire che da un lato c’è la democrazia e dall’altro lato c’è l’autoritarismo.

Ma sarebbe una divisione troppo semplicistica.

A far chiarezza, come ogni anno, è il rapporto sull’indice di democrazia dei Paesi del mondo curato dall’Economist Intelligence Unit (EIU), uno dei tentativi più affidabili di applicare un punteggio ai Paesi in base a quanto si avvicinano o meno agli ideali democratici.

Secondo l’EIU, lo stato della democrazia è al suo punto più basso dall’inizio delle pubblicazioni annuali del Report nel lontano 2006, in parte in conseguenza delle restrizioni pandemiche che hanno visto molti Paesi impegnati nel cercare di bilanciare la salute pubblica con la difesa della libertà personale.

Nel rapporto di quest’anno, l’EIU ha riportato un calo del punteggio medio globale da 5,37 a 5,28, il calo più grande dal 2010 dopo la crisi finanziaria globale. Questo si traduce in un dato che fa riflettere non poco: solo il 46% della popolazione vive in una democrazia “di qualche tipo“.

Ma vediamo in dettaglio i numeri raccolti.

Quali percentuali e per quali tipi di regimi?

Nel 2021, il 37% della popolazione mondiale viveva ancora sotto un regime autoritario. L’Afghanistan è in cima a questa lista, seguito da Myanmar, Corea del Nord, Repubblica Democratica del Congo e Siria. Naturalmente, la Cina rappresenta una grossa fetta della popolazione mondiale che vive sotto questo tipo di regime.

Dall’altra parte dello spettro abbiamo le “democrazie piene”, che rappresentano solo il 6,4% della popolazione. La Norvegia è in cima a questa lista, seguita da Nuova Zelanda, Finlandia, Svezia e Islanda.

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Vediamo quali sono le caratteristiche delle quattro categorie.

  1. Le “democrazie piene” sono nazioni in cui:
  2. Le libertà civili e le libertà politiche fondamentali sono completamente rispettate
  3. Esistono validi sistemi di controlli e contrappesi governativi
  4. Ci sono problemi molto limitati nel funzionamento democratico
  5. I media sono molteplici e indipendenti
  • Le “democrazie imperfette” sono nazioni in cui:
  • Le elezioni sono giuste e libere
  • Le libertà di base sono rispettate, ma potrebbero avere elementi di criticità
  • Ci sono problemi nel funzionamento della governance nelle istituzioni centrali e locali
  • I “regimi ibridi” sono nazioni in cui:
  • Si verificano regolarmente brogli o irregolarità elettorali
  • Viene esercitata pressione sull’opposizione politica
  • La corruzione è diffusa e lo stato di diritto tende a essere debole
  • I media subiscono pressioni e attacchi di vario genere
  • Ci sono problemi nel funzionamento della governance delle istituzioni centrali e locali
  • I “regimi autoritari”, infine, sono nazioni in cui:
  • Il pluralismo politico è inesistente o fortemente limitato
  • La popolazione è governata da monarchie assolute o dittature
  • Le violazioni e gli abusi delle libertà personali e civili sono comuni
  • Le elezioni si svolgono prive di correttezza sostanziale dei diritti della persona
  • I media sono di proprietà statale o controllati direttamente o indirettamente dal regime al potere
  • Il sistema giudiziario non è indipendente
  • Le critiche al governo sono censurate.

Indice della democrazia globale per continenti

Come accennato sopra, nel 2021 il punteggio della democrazia globale è sceso da 5,37 a 5,28. Ciò è stato determinato da un calo del punteggio regionale medio, ma ogni regione ha una realtà diversa. Diamo un’occhiata allo stato democratico di ciascuna regione del mondo.

1. Le Americhe

Il Nord America (Canada e Stati Uniti) è la regione al primo posto nell’indice della democrazia con un punteggio medio di 8,36, ma è sceso in modo significativo da 8,58 nel 2020.

Entrambi i Paesi hanno perso le loro posizioni nella classifica globale, tuttavia, il Canada mantiene ancora lo status di democrazia completa. Gli Stati Uniti sono ancora classificati dall’EIU come una democrazia imperfetta e lo sono dal 2016. Il lato positivo è che la partecipazione politica negli Stati Uniti è ancora molto solida rispetto al resto del mondo.

L’America Latina e i Caraibi hanno registrato il più grande calo dei punteggi regionali nel mondo. Questa regione è scesa da 6,09 nel 2020 a 5,83 nel 2021. Questo calo mostra, innanzitutto, il malcontento generale della popolazione su come i loro governi hanno gestito la pandemia.

In questa regione, gli unici Paesi che rientrano nella categoria della piena democrazia sono Costa Rica e Uruguay. Sul versante opposto, Venezuela, Nicaragua e Cuba rientrano nella classificazione di “regimi autoritari”.

2. Europa

Nel 2021, l’Europa occidentale è la regione con le “democrazie più piene” al mondo.

In effetti, 4 delle prime 5 democrazie complete si trovano in Europa. Sono Norvegia, Finlandia, Svezia e Islanda. Un notevole downgrade in questa regione si è verificato in Spagna. Il paese è ora considerato una “democrazia imperfetta”. L’Europa orientale dipinge un quadro diverso, perché non registra neanche una delle “democrazie piene”. Tre paesi (Moldavia, Montenegro e Macedonia del Nord) sono stati promossi da “regimi ibridi” a “democrazie imperfette”.

Il punteggio dell’Ucraina è sceso a 5,57, diventando un “regime ibrido”. Anche il punteggio della Russia è sceso a 3,24 mantenendo lo status di regime autoritario. È importante notare che questo rapporto dell’EIU è stato pubblicato prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina e il conflitto quasi certamente avrà un impatto sui punteggi del rapporto del prossimo anno.

3. Africa

L’Africa subsahariana ha il maggior numero di Paesi in fondo alla classifica dell’indice di democrazia.

Il fatto è che 23 Paesi sono considerati “regimi autoritari”. Nel contempo, ci sono 14 Paesi che sono “regimi ibridi”, 6 Paesi con una “democrazia imperfetta” e solo 1 Paese, Mauritius, è considerato una democrazia completa.

In Nord Africa, 4 Paesi sono considerati “regimi autoritari”: Sudan, Egitto, Libia e Algeria. Solo Marocco e Tunisia rientrano nella classificazione del “regime ibrido”.

4. Medio Oriente e Asia Centrale

Questa regione concentra un numero considerevole di Paesi classificati come “regimi autoritari”. In effetti, il punteggio complessivo di democrazia della regione è ora inferiore a quello che era prima dell’inizio della Primavera araba nel 2010.

Non ci sono Paesi che rientrano nella categoria di “democrazia piena” in questa regione. Solo Israele (7,97) e Cipro (7,43) sono considerate “democrazie imperfette”. Turchia, Georgia, Armenia e Pakistan rientrano nella categoria dei “regimi ibridi” e il resto dei Paesi della regione sono considerati “regimi autoritari”.

5. Asia orientale e Oceania

Questa è una regione vasta e piena di contrasti. Se si esclude l’Europa occidentale, l’Asia orientale e l’Oceania contengono tra le più importanti “democrazie piene”: Nuova Zelanda, Taiwan, Australia, Corea del Sud e Giappone. C’è anche un numero elevato di Paesi che rientrano nella categoria delle “democrazie imperfette”. Vale la pena notare che alcune delle relazioni geopolitiche più controverse sono tra vicini con grandi differenze nei loro punteggi: Cina e Taiwan, o Corea del Nord e Corea del Sud sono tra gli esempi più eclatanti di questa contrapposizione locale.

Democrazia in declino

Dopo due anni di pandemia, non si può non rilevare che nel mondo lo stato di salute della democrazia appare visibilmente al ribasso.

Il punteggio globale di ogni regione ha subito un calo, ad eccezione dell’Europa occidentale, che è rimasta dove era. Su 167 Paesi, 74 di essi (pari al 44%) hanno registrato un calo del proprio punteggio di democrazia.

Non può non sorgere spontanea una domanda: se le restrizioni pandemiche continueranno ad essere gradualmente revocate, la democrazia tornerà nel 2022 ai livelli registrati precedentemente allo spartiacque del Covid-19?