Previsioni

Come sarà il 2020 della tecnologia

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Secondo Brian X. Chen sul New York Times, le parole d’ordine per l’anno che inizia sono domotica, 5G, wearable, streaming.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Probabilmente non c’è disciplina più aleatoria delle predizioni per il futuro, in particolare quando riguardano le nuove tecnologie. Secondo i profeti di qualche anno fa, oggi dovremmo camminare tutti con i Google Glass inforcati, persi nelle applicazioni di realtà aumentata (nella quale le aziende continuano a investire parecchi miliardi, senza che dal lato consumer ci siano particolari successi a parte Pokemon! Go) e magari in panciolle a guardare il panorama dai finestrini della nostra vettura a guida automatica. Ah, e i visori per la realtà virtuale sarebbero ben altro che costosi accessori per i gamer più appassionati e meno propensi a soffrire il mal di mare.

Il CES è vicino

Del resto ci cascano pure i più bravi: il Nobel per l’Economia Paul Krugman nel 1998 disse che l’influenza di Internet sull’economia non sarebbe stata superiore a quella del fax. Eppure anche per i nuovi, ruggenti anni ’20 (e tralasciando le periodiche polemiche sul decennio che finisce nel 2019 o in questo 2020) in pochi hanno resistito alla tentazione di dire la loro su quello che vedremo nei prossimi mesi, anche perché molte delle tecnologie di cui si parla sono già mature e nessuno ha più voglia di scottarsi con previsioni troppo azzardate. Il prossimo CES sarà un ulteriore banco di prova per vedere in che direzione si stanno muovendo le compagnie, dai colossi agli ultimi arrivati.

Una casa che parla

Secondo Brian X. Chen sul New York Times, le parole d’ordine per l’anno che inizia sono domotica, 5G, wearable, streaming. Tutte cose già note, ma che si rivestono di nuovi significati man mano che la tecnologia si fa più pervasiva e sofisticata; ad esempio nelle nostre case, grazie a una notizia che a molti è sfuggita ma che potenzialmente avrà delle conseguenze notevoli per le smart home, ovvero l’accordo tra Amazon, Apple, Google e Zigbee Alliance per lo sviluppo di un nuovo standard che assicurerà la compatibilità tra dispositivi domotici di diverse marche.

Connected Home over IP

Il progetto, Connected Home over IP, permetterà la comunicazione tra apparecchi per la smart home, app mobili e servizi cloud definendo un set specifico di tecnologie basate sul protocollo IP per la certificazione dei dispositivi, grazie a un approccio open-source che consentirà, forse, di non avere più lo speaker audio che “parla” solo con Alexa e il decoder da manovrare tramite Siri, ma un ecosistema unico e integrato, dove ogni componente interagisce con tutti gli altri.

L’attesa per la quinta generazione

Per quanto riguarda la telefonia mobile e il 5G, chi si aspettava un’adozione rapida e un salto esponenziale rispetto al passato è rimasto deluso: gli smartphone che supportano il nuovo standard sono ancora pochi, e soprattutto di alta gamma. Questo dovrebbe essere però l’anno buono per far entrare il 5G nel vocabolario di tutto il mondo, Italia compresa: entro il 2021 Vodafone offrirà questo servizio a 100 città, TIM mira a 120 (più 200 località turistiche e 245 distretti industriali) e su coperture analoghe viaggeranno anche Wind Tre, Fastweb e Iliad, ultima a esordire (su SosTariffe.it si potranno vedere via via i costi e i servizi di ogni nuova offerta 5G).

iPhone nuovi

Un’altra grande novità sarà l’esordio, atteso, dei nuovi iPhone in grado di adeguarsi al nuovo standard, dopo che l’anno scorso Apple aveva tradito le aspettative di alcuni presentando i suoi ultimi modelli ancora in versione 4G. Ma a settembre – quando ci sarà la presentazione dei successori di iPhone 11 e iPhone Pro 11 – tutto dovrebbe essere pronto, per non perdere troppo terreno rispetto a Samsung che ha già implementato il supporto al 5G sui suoi dispostivi più recenti.

Dagli occhi alle orecchie

La natura degli “indossabili” sta via via cambiando; se qualche anno fa gli occhiali sembravano il dispositivo ideale per offrire funzionalità avanzate e connesse alla Rete per gli utenti, l’attenzione si è spostata poi sui nostri polsi, con gli smartwatch, e ora perfino alle orecchie, con AirPods e similari che sono ben più di una semplice versione 2.0 dei classici auricolari. Insomma, dalla vista all’udito, con la possibilità di interagire a voce con l’assistente vocale di turno. Anche perché il successo dei dispositivi Alexa di Amazon ha dimostrato che ci adattiamo bene a comandare i nostri apparecchi utilizzando la voce.

Streaming

E lo streaming? In Italia c’è grande attesa per Disney+, così anche chi nelle ultime settimane ha sentito parlare ovunque di baby Yoda e di The Mandalorian (la serie tv basata sull’universo di Star Wars che a molti è piaciuta più dell’ultimo film della trilogia, nelle sale in questi giorni) potrà finalmente vedere di persona di che cosa si tratta. La data fatidica in fondo è abbastanza vicina: il 31 marzo 2020, con un catalogo che Disney ha già promesso di rimpolpare con nuovi contenuti oltre alle sue esclusive (tra le altre cose debutterà Wandavision, su Scarlet Witch e Visione, primi personaggi dell’universo Marvel pronti alla nuova transizione in forma seriale).

Gli smartphone torneranno a crescere

Anche i display flessibili ormai sono un dispositivo familiare, anche se la maggior parte di noi ha visto al più qualche demo e per ora si limita a guardare con un misto di curiosità e diffidenza questi strani schermi che si piegano come un portafoglio. Se Samsung ha avuto i suoi problemi con il Fold (rotto da molti utenti durante la fase di test, tanto da obbligare la casa sudcoreana a vari aggiustamenti in corsa prima dello scorso settembre), Motorola sembra aver finalmente trovato il dispositivo che le permetterà di tornare a essere protagonista nel mercato smartphone, dopo la gloriosa era degli StarTac: il Razr ha infatti convinto, anche se il prezzo non è dei più abbordabili.

Schermi pieghevoli

In ogni caso, gli schermi pieghevoli dovrebbero essere la nuova linfa per un mercato che dopo qualche calo negli ultimi anni – dovuto paradossalmente anche alle migliorie che hanno reso gli smartphone sempre più affidabili e “difficili” da sostituire – punta a nuove zone di espansione, con consegne che secondo le stime dovrebbero crescere su scala globale dell’1,5%, arrivando a quasi un miliardo e mezzo di unità. L’appuntamento per vedere di prima mano le novità è fine febbraio, quando al Mobile World Congress si vedrà cosa hanno in serbo, oltre a Huawei, Samsung e LG, nomi sempre più noti anche nel nostro Paese, come Xiaomi e Oppo.