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Come andrà il Black Friday dell’inflazione

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Nelle settimane più calde, ovvero quelle del Black Friday e del successivo Cyber Monday, si prevede che gli statunitensi trascorreranno più di 150 milioni di ore sui telefoni Android per acquistare beni scontati, +41% rispetto allo stesso periodo del 2019, quando nessuno ancora sapeva che cosa fosse il Covid-19.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Ritorna la stagione dei grandi sconti online, ma gli interrogativi e i dubbi, sia per chi dovrebbe acquistare che per i venditori, sono tanti e di soluzione non semplice. L’anno scorso e quello precedente la pandemia aveva sì gettato sul lastrico molte attività legate all’interazione dal vivo – la vendita al dettaglio, la ristorazione, le attività sportive – ma paradossalmente aveva creato un surplus di patrimonio nelle tasche di chi non correva rischi di licenziamento e si era visto diminuire le possibilità di spesa più tradizionali, tra lockdown e negozi chiusi; in questo modo, le vendite online, unica valvola di sfogo, non si erano fermate, anzi avevano beneficiato delle “prime volte” di chi non aveva mai, o quasi mai, comprato su Internet e si era trovato ora obbligato a farlo.

Quest’anno è diverso. Quest’anno gli aumenti senza precedenti delle bollette della luce e del gas riguardano tutti (ed è forse il caso di dare un’occhiata alle promozioni che al momento permettono di risparmiare di più su SOSTariffe.it). Le famiglie si trovano a pagare il doppio o giù di lì a ogni bimestre, e i bilanci familiari devono essere per forza ricalcolati, spesso con notevoli sacrifici. Dal canto loro, le imprese più energivore fanno i conti fatture da capogiro e, per non chiudere, sono costrette ad aumentare i prezzi dei loro prodotti, provocando una pericolosa spirale inflazionistica che secondo alcuni ci farà precipitare a breve nella stagflazione, cioè nella temuta compresenza di aumento dei prezzi e stagnazione, con mancata crescita del PIL. Un circolo vizioso che, non si fa fatica a comprenderlo, minaccia anche la boccata d’ossigeno tradizionalmente rappresentata per i venditori dai saldi autunnali, che aprono la stagione natalizia. Ma come andrà quest’anno?

Dagli acquisti necessari ai beni di lusso

Le previsioni sono sempre complicate, anche perché è tutt’altro che semplice distinguere tra l’acquisto velleitario – quello che altrimenti non si sarebbe fatto, ma di cui ci si lascia convincere visto il prezzo molto più basso rispetto al solito – e quello necessario, che con qualche fatica può essere rimandato fino a quando si entra nel periodo degli sconti. Se nel primo caso si può parlare di una spesa superflua, nel secondo gli sconti online rappresentano quasi una necessità per risparmiare il più possibile, senza farsi incantare dagli acquisti consigliati che le varie piattaforme, Amazon in testa, cercano di farci passare sotto agli occhi. Dall’altra parte dello spettro ci sono invece i beni di lusso, la cui vendita, secondo le stime, crescerà invece di diminuire, visto che anche in un momento particolarmente complicato non si ferma l’accentramento delle risorse presso un’élite di ricchi che diventano ogni giorno più ricchi, e la cui propensione all’acquisto anche molto costoso non ha alcuna intenzione di fermarsi.

Aspettando il 25 novembre, ma con giudizio

Per ora, i dati raccolti da Confesercenti non sono incoraggianti: la stagione turistica è andata bene, con la complicità di condizioni meteo che sono state pressoché perfette, ma malgrado questo i volumi di vendita di agosto – quando i prezzi di gas e luce hanno subito un’ulteriore impennata – hanno fatto registrare una forte flessione sia rispetto a luglio che rispetto al 2021. Dati che vengono confermati anche per settembre e i primi giorni di ottobre; secondo i più recenti dati Istat, nel secondo trimestre del 2022 sono stati erosi, a causa dell’inflazione galoppante, più di due punti di propensione al risparmio per non fare troppi sacrifici, che però diverranno probabilmente necessari nei prossimi mesi. E se chi si può attrezzare online aveva imparato a farlo durante la pandemia, chi non può utilizzare questo canale per le proprie vendite, come i piccoli negozi di quartiere, si aspetta saldi molto meno affollati nei propri ambienti.

In base agli studi dell’Osservatorio ShopFully, leader europeo nel drive to store, l’86% degli italiani aspetta la data fatidica del 25 novembre (ma, come sempre, gli sconti inizieranno un po’ prima) per curiosare almeno un po’ tra le offerte, mentre il 45% ne approfitterà per gli acquisti di Natale. I settori più interessati saranno, come al solito, l’elettronica di consumo, la moda e gli accessori, i giocattoli e gli articoli per bambini, gli articoli per la casa e per l’arredamento e i prodotti alimentari per le feste; sei consumatori su dieci si dichiarano pronti a sperimentare anche brand e prodotti nuovi. Con criterio, però, visto il periodo non facile: il 60% del tempo passato online dagli italiani servirà proprio a comparare prodotti e servizi cercando i canali più convenienti dove effettuare poi l’acquisto. Perché, mai come quest’anno, l’imperativo sarà risparmiare.

Lontano dall’Italia, tra inflazione e propensione al consumo

Fuori dall’Europa – come ben sappiamo la parte del mondo più colpita dalla crisi con la Russia – le cose vanno un po’ meglio, anche se gli stessi Stati Uniti soffrono l’inflazione galoppante e lo ha ben mostrato il mercato azionario in queste ultime settimane. In ogni caso, tutto questo non sembra essere un disincentivo sufficiente a scoraggiare gli acquisti del Black Friday, anzi. Secondo un recente report di data.ai, solo negli USA e su telefoni Android il “traffico digitale” nelle app di e-commerce si avvicinerà ai 28 miliardi di visite nell’ultimo trimestre dell’anno, con una crescita annua pari a quasi il 10%. Nelle settimane più calde, ovvero quelle del Black Friday e del successivo Cyber Monday, il report prevede che gli statunitensi trascorreranno più di 150 milioni di ore sui telefoni Android per acquistare beni scontati, +41% rispetto allo stesso periodo del 2019, quando nessuno ancora sapeva che cosa fosse il Covid-19.

Numeri che mostrano come la propensione all’acquisto online – e soprattutto all’acquisto tramite smartphone, ormai senza rivali come dispositivi più popolari per scegliere e aggiungere al carrello – sia ormai impossibile da frenare, a meno di guai economici globali ancora più gravi di quelli che stiamo vivendo. L’analisi infatti non riguarda gli USA, ma gli acquisti globali, che (Cina esclusa) vedranno un aumento del +22% in termini di ore passate sulle app di e-commerce nella stagione ventura, fino a 450 miliardi di visite. Con la Cina, questo numero arriva addirittura a 850 miliardi, anche se la crescita complessiva è un po’ più bassa (+15%).