l'annuncio

Colao: “Dipendenza da fornitori stranieri tlc e cloud fino al 60%. Baldoni: “C’è un rischio tecnologico-geopolitico”

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Ma come si fa a calcolare questa quota di dipendenza? In attesa di conoscere i parametri per il calcolo, la strategia del Governo è la “diversificazione” delle soluzioni digitali.
Il ministro Colao annuncia anche: “Dal 27 aprile cambio di residenza online".

Tra 14 giorni tutti gli italiani potranno effettuare il cambio di residenza online, perché tutti i dati dei residenti nei 7.903 Comuni del Paese e quelli all’estero iscritti all’AIRE sono nell’Anagrafe Unica Popolazione Residente (ANPR). L’annuncio è stato dato da Vittorio Colao.

Colao: “Dal 27 aprile sarà possibile fare online anche il cambio di residenza

“Dal 27 aprile sarà possibile fare online anche il cambio di residenza. Vogliamo evitare le raccomandate, i postini, le spese di notifica e fare in modo che i funzionari della PA possano dedicarsi a cose più nobili. E questo dimostra che sappiamo fare le cose”, ha detto il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale intervistato da La Stampa.

Ad oggi solo i residenti in questi primi 31 Comuni possono già cambiare la residenza online. Questo è uno dei vantaggi dell’ANPR, dalla quale possiamo scaricare, in modo gratuito anche per questo anno, 14 tipologie diverse di certificati digitali.

Sono stati scaricati 2 milioni di certificati pubblici”, ha raccontato Colao, che ha anche annunciato la percentuale massima di dipendenza che le PA potranno avere da adesso in poi con i fornitori di tecnologie stranieri, grazie alla rivisitazione e rafforzamento della Golden Power su 5G, cloud e tecnologie future. 

“Se si supera il 60% di dipendenza allora diciamo no”. Ma come?

Sui rischi impliciti legati al 5G “non riguarda solo a questa tecnologia, alla Cina e non è specifico di Huawei, ma riguarda tutto il mondo dei dati distribuiti”, ha detto Colao, aggiungendo “poi c’è il tema geopolitico e dobbiamo capire se vogliamo avere una quota così grossa delle forniture da un solo Paese”.  

Per questo motivo, per ridurre la dipendenza tecnologica da Paesi stranieri, “abbiamo rivisto la normativa del Golden Power”, ha spiegato Colao, “in maniera molto strategica: per tutte le tecnologie di comunicazioni e poi per quelle di cloud vogliamo avviare un dialogo con le società di mercato che ci faranno vedere i loro investimenti e chi sono i fornitori, avremo la visione di un quadro d’insieme e capiremo se un fornitore arriva al 60%”.

Se si dovesse superare la quota del 60% “interverremo e diremo no”, ha spiegato il ministro. “Non vogliamo dipendere troppo da alcuni Stati, non vogliamo rischiare su alcuni nodi strategici e così proteggiamo le imprese italiane”, ha assicurato Colao. 

Ma come si fa a calcolare questa quota del 60%?

Baldoni (ACN): “Al rischio tecnologico rispondere con lo sviluppo, in Italia e in Europa, di tecnologie trusted”

In attesa di conoscere i parametri per il calcolo della percentuale massima di dipendenza tecnologica da altri Paesi per le PA italiane, è chiara la strategia del Governo su questo tema: si introduce il concetto di “diversificazione” delle soluzioni digitali (e di cybersecurity con il decreto ‘Ucraina’), perché “c’è un rischio tecnologico – che è diverso dal rischio dei cyber attacchi – e si associa al rischio energetico”, ha dichiarato Roberto Baldoni, il direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) al convegno organizzato oggi dal Centro Studi Americani.

“Avere pochissimi fornitori è un rischio”, ha spiegato Baldoni, “perché non si sa a chi rispondono e se chiudono i bocchettoni dei chip, del cloud e dell’IA ci rimandano indietro di 50 anni”.  

“C’è un problema di diversificazione”, ha aggiunto, “anche con i nostri alleati europei. Mai basarsi su un fornitore singolo, come recita il mantra del tool box europeo sul 5G”.

Allora come garantire, concretamente, la sovranità digitale? “In due modi”, ha indicato Baldoni:

  • “Con lo sviluppo autoctono di sistemi di controllo per verificare le tecnologie dei fornitori non italiani”. Qui il riferimento è al Centro Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN). È in fase di costituzione: è in corso sia il reclutamento sia l’adozione tecnologica. Il CVCN sarà operativo da luglio prossimo sotto la gestione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ed effettuerà il controllo della qualità tecnica delle soluzioni 5G e Cloud da utilizzare nelle infrastrutture critiche dell’Italia.
  • Con lo sviluppo prima in Italia e poi in Europa di una parte della tecnologia trusted, grazie a una sempre crescente workforce dedicata”.

    “La tecnologia è anche un terreno di scontro geopolitico”, come dice spesso il direttore dell’ACN, “ed è necessario arrivare a un’autonomia strategica con gli Stati europei”. Questa è la speranza.

Colao: “Governo neutrale su rete unica, ma sia al servizio di tutti ed aperta alla concorrenza”

Nell’intervista il ministro ha fatto riferimento anche al dossier della rete unica. “Il governo rimane sempre neutrale rispetto ai singoli soggetti che sono anche soggetti quotati e alcuni anche, diciamo, parzialmente posseduti dal governo quindi dobbiamo restare neutrali”, ha ribadito Colao. “Non siamo neutrali rispetto alla visione”, ha aggiunto. “La nostra visione e il bisogno del Paese”, ha spiegato, “è di avere una infrastruttura ad altissimo livello, come la Spagna, non la Germania che non è messa molto diversamente da noi, di avere fibra, di avere 5G dappertutto”. “Se la necessità è quella di avere una rete unica”, ha concluso Colao, “che questa sia al servizio di tutti, che non faccia favoritismi e che aiuti anche la scelta dei cittadini alla concorrenza”.