Le relazioni

Codice di condotta contro la disinformazione, Commissione Ue ai big del web ‘Fare di più in viste delle europee’

di |

Pubblicate oggi le prime relazioni presentate dai firmatari del Codice di condotta contro la disinformazione, tra cui Facebook e Google, firmato nell'ottobre 2018. Fatti passi in avanti, ma c’è molto da fare per assicurare un regolare svolgimento delle elezioni europee di maggio, senza lo spettro delle fake news.

Pubblicate oggi dalla Commissione europea le prime relazioni dei firmatari del Codice di buone pratiche contro la disinformazione, in particolare, Google, Facebook, Twitter, Mozilla e le associazioni del settore pubblicitario, sulle misure adottate entro il 31 dicembre 2018 per conformarvisi.

Ad oggi, le piattaforme online sono intervenute in modo più capillare e incisivo in alcuni ambiti, quali l’eliminazione dei profili falsi e la demonetizzazione dei vettori di disinformazione, e meno in altri.

Ad esempio, Facebook ha adottato o sta prendendo misure per l’attuazione di tutti gli impegni, ma ora deve fornire maggiore chiarezza su come il social network implementerà i suoi strumenti di empowerment dei consumatori e su come intende rafforzare la cooperazione con i fact-checker e la comunità di ricerca in tutta l’Unione.

Google, invece, ha adottato nel complesso le misure per attuare tutti gli impegni presi, in particolare quelli volti a migliorare il sistema di posizionamento delle pubblicità, la trasparenza degli annunci politici e nel fornire agli utenti informazioni, strumenti e supporto per migliorare l’esperienza online.

Tuttavia, alcuni di questi strumenti sono disponibili solo in pochi Stati membri.

La Commissione invita inoltre il motore di ricerca online ad ampliare le stesse ricerce su una scala più ampia.

Le relazioni di oggi si concentrano giustamente sulle azioni più urgenti, come la rimozione degli account falsi. È un buon inizio, ma ora mi aspetto che i firmatari intensifichino il loro monitoraggio e la loro segnalazione e aumentino la loro cooperazione con i fact-checker e la comunità di ricerca”, ha dichiarato Marija Gabriel, Commissario europeo per l’economia e la società digitali.

Dobbiamo garantire ai nostri cittadini l’accesso a informazioni di qualità e obiettive, che consentano loro di compiere scelte informate”.

Il monitoraggio del Codice è previsto dal Piano d’azione contro la disinformazione, adottato dall’Unione europea lo scorso dicembre per sviluppare le capacità e rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e le istituzioni dell’Ue al fine di affrontare in modo proattivo le minacce connesse alla disinformazione.

Ogni impresa del web si è sostanzialmente data delle regole ed una tabella di marcia con l’insieme delle azioni da compiersi per combattere la disinformazione in tutti gli Stati membri dell’Ue, tra cui la diffusione di messaggi pubblicitari di natura politica più trasparenti, programmi di formazione per i gruppi politici e le autorità elettorali, una maggiore cooperazione con i fact-checkers.

Di fatto, la Commissione sosterrà l’attuazione di tali azioni prima delle elezioni europee di maggio 2019, nell’interesse evidente di proteggerle da campagne nocive di disinformazione e dal diffondersi delle famigerate fake news.

Nel mese di gennaio sono state raccolte ulteriori informazioni sugli impegni presi dalle web company, altre ancora saranno esaminate nei giorni a venire. Entro febbraio 2019 sarà pubblicato il Report sui primi dati e sarà seguito da altri Report a scadenza mensile fino a maggio.

In tal modo, spiegano da Bruxelles, la Commissione avrà il tempo di verificare che siano state adottate le misure adeguate al fine di garantire il regolare svolgimento delle elezioni europee che si terranno tra il 23 ed il 26 maggio prossimi.