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Coach4You. Il Coaching? Serve eccome, specialmente alle aziende

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Due spettri si aggirano minacciosi nei luoghi di lavoro.

Il primo si chiama: doing more with less, che in italiano suona più o meno così: “arrangiatevi!”.

S’intende, arrangiatevi con meno risorse, meno tempo per imparare, più paura di sbagliare.

Il secondo è proprio la paura: quella che blocca tutte le idee, accresce la tensione tra le persone, tra i reparti…

Vi chiederete: ma che c’entra tutto questo con il coaching?

C’entra perché il coaching aiuta le persone a fare di più, ad acquisire più consapevolezza nei propri mezzi.

Non a caso 400 aziende globali consultate da una ricerca indipendente commissionata dall’Icf (International Coaching Federation) vantano:

Altre indagini indipendenti parlano di un Roi dell’investimento in coaching che può fruttare da 5,4 a 7 volte la somma investita.

PC Week scrive che le performance delle aziende che hanno investito in coaching sono risultate di molto superiori a quelle delle imprese che investivano solo in interventi formativi.

Sarà così se Bill Gates, in una Ted Conference del 2013 a New York, ha spiegato che, per crescere, ognuno di noi ha bisogno di un coach, “perché sono i feedback che ci fanno crescere. Il coach fa proprio quello”.

Lo stesso Eric Schmidt, presidente di Google, ha raccontato a Fortune che il migliore consiglio ricevuto in carriera è stato quello di prendersi un coach: “Il coach non deve giocare al tuo livello. Il suo compito è quello di tirare fuori la tua parte migliore e farti vedere le cose da una prospettiva diversa. Non a caso, tutti quelli che hanno successo hanno un coach”.

Il punto è che il coaching aiuta le persone ad affrontare percorsi difficili e a vincere la paura.

Come ha scritto Sir John Whitmore, uno dei più autorevoli coach europei: “Le grandi paure sono generalmente un accumulo di molte piccole paure. Concentrandosi esclusivamente su una sfida alla volta, si risolvono tutte“.

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