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Clubhouse, l’app del momento. Il futuro dei social è solo voce? Perché registra l’audio?

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Ci siamo iscritti a Clubhouse e descriviamo come funziona l’app, attraverso il racconto di altri utenti, e perché l'audio delle room "è registrato, temporaneamente". A quasi 1 anno dalla nascita è stata valutata 1 miliardo di dollari, perché il trend sarà più voce e meno video per i social del futuro?

Clubhouse “è una radio partecipativa”. A definire così l’app del momento sono gli stessi utenti di Clubhouse e questo articolo è stato scritto mentre abbiamo partecipiamo a una room in cui abbiamo chiesto ai partecipanti di descrivere l’applicazione.

Come si accede all’app

Al momento è disponibile solo sugli iPhone. Si accede per invito oppure una volta scaricata l’applicazione e digitato il nome e cognome si finisce nella lista di attesa fino a quando un utente, che può essere anche un contatto della tua rubrica telefonica, ti “sponsorizza” e ti dà la possibilità di entrare a far parte della community. Noi siamo entrati con quest’ultima modalità. Presto la società inizierà a sviluppare anche l’app per Android. È fissato a 18 anni il limite per registrarsi, ma al momento è bypassabile. 

“In Clubhouse c’è formazione perché si ascolta, si possono esprimere opinioni, si fa networking e il tutto con il fascino, la bellezza e il potere della voce, senza video, senza la necessità di esibire immagini, come avviene sugli altri social”, così la descrive Danilo.

È un mix tra LinkedIn e il podcast”, l’ha definito Marco Montemagno, che sta fiutando le opportunità dell’app, nella room a cui abbiamo partecipato.

Si differenza dal podcast, perché la comunicazione su Clubhouse non è unidirezionale, è come se si ascoltasse la radio, ma si può essere anche protagonisti, si può parlare, interagire e il dibattito può essere libero o definito da un topic della room e la discussione si anima continuamente.

Le prime room italiane create sono quelle per discutere di social media marketing, Seo, libri, ma anche semplicemente per chiacchierare alle 8:30 o alle 19, all’ora dell’aperitivo, ma si è online anche fino a sera tardi, perché Clubhouse tiene anche compagnia. È come la radio, appunto, ma ti consente di essere, se vuoi, interattivo. 

Il punto di forza del social è proprio la voce e siamo tutti, più o meno, sullo stesso livello. Può aprire una stanza un influencer, un personaggio pubblico, un guru e i partecipanti possono interagire con l’organizzatore: fargli domande e lui risponde. È un susseguirsi di voci di diverse persone, che vogliono parlare, altre possono essere solo listener

Il punto di forza di Clubhouse? Le stanze tematiche

Uno degli elementi di valore dell’app è la possibilità di creare e seguire room con un tema specifico, in questo modo è possibile sia affermarsi come esperto del settore, con la probabilità di aumentare il proprio business, sia di formarsi online almeno delle nozioni base. Chiusa la room è possibile avviare l’attività di networking per diverse finalità. 

È anche un nuovo spazio online per i creator, artisti, personaggi pubblici, giornalisti se interessati a creare una nuova community. Per i creator la società ha dichiarato di essere intenzionata a trovare modalità per retribuirli.

Come si evita l’hate speech?

Ogni stanza ha un moderatore, che può dare e togliere la parola ai partecipanti. Nelle room aperte in altri Paesi, la Germania è tra quelli con il maggior numero di utenti, abbiamo notato che in alto a destra è indicata la netiquette.

Il successo di Clubhouse, a quasi 1 anno dalla nascita è stata valutata 1 miliardo di dollari

Clubhouse è stata ideata in piena pandemia, marzo 2020, da Paul Davison e Rohan Seth, rispettivamente ex dipendenti di Pinterest e di Google

“Il nostro obiettivo era costruire un’esperienza sociale che sembrasse più umana, dove invece di postare, potevi riunirti con altre persone e parlare. La nostra stella polare era creare qualcosa in cui si potesse chiudere l’app alla fine della sessione sentendosi meglio di quando l’hai aperta, perché hai stretto amicizie, incontrato nuove persone e imparato qualcosa”, hanno dichiarato i due fondatori. 

L’app ha oltre 2 milioni di utenti nel mondo ed ha ottenuto un finanziamento di circa 100 milioni di dollari dalla società di venture capital Andressen Horowitz, per una valutazione complessiva di oltre 1 miliardo di dollari. In totale sono 180 gli investitori di Clubhouse. 

Tutto bello. Ma tutte queste voci dove vanno a finire? L’audio delle room viene registrato, perché?

Nella privacy policy dell’app si legge che l’audio delle stanze viene registrato, temporaneamente, per quale motivo?

“Al solo scopo di supportare le indagini su eventuali abusi o violazioni di legge, registriamo temporaneamente l’audio in una stanza mentre la room è in diretta. Se un utente segnala una violazione, mentre la stanza è attiva, conserviamo l’audio allo scopo di indagare sulla segnalazione, quindi lo eliminiamo al termine dell’indagine. Se non viene segnalata alcuna violazione in una stanza, cancelliamo la registrazione audio temporanea al termine della stanza. L’audio da microfoni disattivati non viene mai acquisito e tutte le registrazioni audio temporanee vengono crittografate”.

Queste le rassicurazioni dalla società, che ha anche spiegato di usare le voci per allenare i propri algoritmi di intelligenza artificiale con l’obiettivo di offrire agli utenti sempre più stanze in base ai propri interessi. 

Stiamo parlando di milioni di voci che fanno gola ad Amazon per allenare e affinare gli algoritmi della sua Alexa, a Google per i suoi speaker ed Apple per il suo Siri. La voce è il nuovo petrolio, molto più del riconoscimento facciale. La voce è la merce più pregiata sul mercato dei dati.

Il futuro dei social è solo voce?

Il debutto e il rapido successo di Clubhouse indica un nuovo trend delle app: la voce per connettere le persone. Non più foto, come Facebook e Instagram, o video come YouTube, o testo come Twitter.

È possibile solo parlare e/o ascoltare. E non a caso Twitter, notando il trend, ha dato vita a Spaces, che consente di integrare i tweet con messaggi audio, come i tanti che ogni giorno inviamo e riceviamo tramite WhatsApp. Ma ora gli audiomessaggi e la voce stanno diventando i protagonisti dei social network. E in molti si chiedono come trasformare le interessanti discussioni su Clubhouse in podcast per consentire anche ad altri di ascoltarle in un secondo momento? C’è chi ha già sviluppato l’app per farlo: Cappuccino registra le voci, le discussioni nei gruppi, e poi le trasforma in un podcast scaricabile.

Un altro contenuto audio. 

“La cosa che amiamo di più è come la voce possa unire le persone”, hanno detto i due fondatori di Clubhouse. L’ho abbiamo dimenticato, purtroppo. A Natale, ai compleanni e nei giorni speciali non telefoniamo più alle persone care, ma inviamo o riceviamo messaggi su WhatsApp, spesso anche immagini realizzate da altri ed inoltrate migliaia di volte. 

Ritorniamo a parlarci. Connettiamoci con la voce.