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Cloud Pa, un fondo di 500 milioni per convincere i Comuni a migrare i servizi. La candidatura sulla piattaforma Pa Digitale 2026

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Da oggi i Comuni che devono ancora avviare il percorso di migrazione o che lo hanno avviato a partire dal 1° febbraio 2020 sulla piattaforma PA digitale 2026 possono richiedere il voucher per la migrazione al cloud “per servizi più sicuri, efficaci ed efficienti”. Il voucher include il primo anno di canone di servizi cloud.

Inizia oggi la sfida del Governo per accelerare il cloud nella Pa locale. 500 milioni di euro del PNRR messi a disposizione per convincere, non è un obbligo, i Comuni a rendere più efficienti i servizi digitali. I fondi sono, infatti, previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e messi a disposizione del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del consiglio dei ministri (Missione 1 Componente 1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, investimento 1.2 “Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud). 

Il 40% delle risorse è destinato ai Comuni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). L’obiettivo dell’avviso “Abilitazione al cloud per le PA locali” è di sostenere la migrazione verso soluzioni cloud qualificate per garantire servizi affidabili e sicuri, in coerenza con quanto definito all’interno della Strategia Cloud Italia.

Da oggi gli enti possono accedere con l’identità digitale sulla piattaforma PA digitale 2026, richiedere i fondi destinati e ricevere un’assistenza dedicata. La scadenza delle candidature è prevista per il 22 luglio 2022. Dalla pubblicazione dell’avviso in poi sono previste delle finestre temporali di 30 giorni al termine delle quali il Dipartimento provvederà a finanziare le istanze pervenute nel periodo di riferimento.

I Comuni che possono richiedere il voucher

L’avviso consente ai Comuni di candidarsi per ricevere un contributo economico e attuare la migrazione di un numero minimo di servizi verso infrastrutture e soluzioni cloud qualificati. Possono partecipare i Comuni che devono ancora avviare il percorso di migrazione o che lo hanno avviato a partire dal 1 febbraio 2020.

Grazie al percorso guidato all’interno di PA digitale 2026, è possibile comporre online il proprio piano di migrazione, scegliendo da una lista di 95 servizi. Per ogni servizio sarà necessario scegliere tra due modalità di migrazione: il trasferimento dell’infrastruttura informatica (cosiddetto lift&shift) o l’aggiornamento di applicazioni in cloud.

Per ottenere i fondi necessaria la classificazione di dati e servizi che verrà verificata dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

Propedeutica alla candidatura è la classificazione dei dati e dei servizi, secondo i criteri definiti dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale in coerenza con la Strategia Cloud Italia. La classificazione è aperta a tutte le pubbliche amministrazioni e dovrà essere completata entro il 18 luglio 2022.

Nella piattaforma è possibile effettuare la classificazione verificando e confermando l’elenco dei servizi e il livello di classificazione creati automaticamente sulla base delle caratteristiche del comune. In alternativa, l’ente può determinare una nuova classificazione del servizio, attraverso la compilazione di un questionario. Una volta ultimata, la classificazione verrà verificata dall’Agenzia per la cybersicurezza.

I finanziamenti previsti

Sono finanziate attività di supporto specialistico per la migrazione verso il cloud qualificato e l’acquisto dei servizi cloud qualificati propedeutici alla migrazione.

Per poter ricevere il finanziamento non servirà presentare alcun progetto: basterà definire alcuni parametri all’interno della candidatura tra cui la dimensione dell’ente attuatore, il numero dei servizi da migrare e le modalità di migrazione. L’importo economico del voucher è definito dal Dipartimento in base alla dimensione dell’Ente (numero di abitanti) e alla tipologia di migrazione selezionata per ognuno dei servizi. Il voucher include il primo anno di canone di servizi cloud.

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