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Cloud, indagine Antitrust su Google, Apple e Dropbox. Podcast con Giovanni Calabrò (AGCM)

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato sei istruttorie nei confronti di alcuni dei principali operatori a livello globale dei servizi di cloud computing. I soggetti coinvolti sono Google (per il servizio Google Drive), Apple (per il servizio iCloud) e Dropbox, ciascuno interessato sia da un procedimento per presunte pratiche commerciali scorrette e/o violazioni della Direttiva sui diritti dei consumatori sia da uno per presunte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali.

Podcast con Giovanni Calabrò, Direttore Generale DG Tutela del Consumatore – Antitrust

Per Google ed Apple mancata o inadeguata indicazione per uso dati a fini commerciali. E consumatori non in grado di esprimere il consenso

In particolare, le istruttorie per pratiche scorrette nei confronti di Google e Apple riguardano la mancata o inadeguata indicazione, in sede di presentazione del servizio, dell’attività di raccolta e utilizzo a fini commerciali dei dati forniti dall’utente e il possibile indebito condizionamento nei confronti dei consumatori, che, per utilizzare il servizio di cloud storage, non sarebbero in condizione di esprimere all’operatore il consenso alla raccolta e all’utilizzo a fini commerciali delle informazioni che li riguardano.

Se hai iCloud devi avere anche backup alternativi. Lo dice Apple stessa. Allora perché esisti?

Nel testo dell’indagine avviata dall’Antitrust si scopre, inoltre, un elemento paradossale per il cloud di Apple.

Apple non garantisce che i contenuti che potete memorizzare o a cui potere accedere attraverso il servizio non saranno soggetti a danno involontario, alterazione, perdita o rimozione in conformità con i termini del presente contratto, e Apple non sarà responsabile qualota tale danno, alterazione, perdita o rimozione dovesse verificarsi. È vostra responsabilità conservare opportuni backup alternativi delle vostre informaizoni e dei dati vostri”.

La società, nei contratti, invita i consumatori ad avere backup alternativi a iCloud, allora qual è l’utilità del servizio di Apple?

Con Dropbox un’impresa anche recedere il contratto

Le stesse contestazioni vengono mosse pure a Dropbox, cui si imputa – in aggiunta – di aver omesso di fornire in maniera chiara e immediatamente accessibile le informazioni sulle condizioni, sui termini e sulle procedure per recedere dal contratto e per esercitare il diritto di ripensamento. Inoltre,  di non consentire all’utente l’agevole ricorso  a meccanismi extra-giudiziali di conciliazione delle controversie, cui il professionista sia soggetto, con le indicazioni necessarie per accedervi.

Clausole vessatorie nei contratti

I procedimenti per clausole vessatorie riguardano, invece, alcune condizioni contrattuali predisposte nei relativi modelli delle predette società, quali: 

Ancora non si è giunti alla consapevolezza che fidarsi ed affidarsi ai Big Tech per la gestione dei dati a breve porterà l’Italia a perdere la capacità di processare i dati. Se la velocità della capacità di computing è tutta nelle mani di Google, Apple&Co., l’Italia perderà il controllo sull’economia del Paese. Questa è la grande sfida da vincere.

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