Il Rapporto

Clima: dal 2010 a oggi 1.118 eventi estremi in Italia, danni in 602 Comuni. Roma la più colpita

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Trombe d’aria, nubifragi, esondazioni di fiumi, siccità prolungata e ondate di calore, sono tra gli eventi meteo-climatici più pesanti registrati negli ultimi 10 anni. 14 le aree più colpite, tra città e regioni. Italia unico trai grandi Paesi Ue senza piano di adattamento al clima. I danni più grandi alle infrastrutture.

10 anni di eventi disastrosi annunciati: il nuovo Rapporto dell’Osservatorio ClimaCittà 2021

Negli ultimi dieci anni, dal 2010 al 1° novembre 2021, l’Italia ha registrato 1.118 eventi meteorologici estremi, 133 dei quali nell’anno passato, con un aumento del 17,2% rispetto all’ultima edizione del Rapporto dell’Osservatorio ClimaCittà.

Una lista di eventi distruttivi e spesso tragici, in termini di vite umane perse, ampiamente annunciati.

Il nuovo studio realizzato da Legambiente offre al lettore anche una mappa interattiva del rischio climatico in Italia, con schede multimediali e dati relativi a danni a infrastrutture, abitato, campi coltivati e aree archeologico-turistiche da piogge intense/nubifragi, da allagamenti, da trombe d’aria, da mareggiate, da venti forti, da siccità prolungata, comprese frane, smottamenti ed esondazione di fiumi.

La lista degli eventi da Nord a Sud

Sono 602 i Comuni che hanno registrato almeno uno di questi eventi nel periodo di tempo considerato dal Rapporto, il 18% in più rispetto al Report precedente (95 Comuni in più).

Il documento, uscito a poco più di una settimana dalla chiusura della COP26 di Glasgow, si compone dei seguenti eventi naturali, meteo-climatici, ad alta intensità distruttiva: 486 casi di allagamenti da piogge intense; 406 casi di stop alle infrastrutture da piogge intense, con 83 giorni di stop a metropolitane e treni urbani; 308 eventi con danni causati da trombe d’aria; 134 gli eventi causati da esondazioni fluviali; 48 casi di danni provocati da prolungati periodi di siccità e temperature estreme; 41 casi di frane causate da piogge intense e 18 casi di danni al patrimonio storico.

Eventi che hanno causato anche molte vittime, ben 261, mentre secondo i dati della Protezione Civile, ogni anno spendiamo 1,55 miliardi di euro per la gestione delle emergenze, in un rapporto di 1 a 5 tra spese per la prevenzione e quelle per riparare i danni.

Roma Capitale delle calamità meteo-climatiche

Tra le città più colpite c’è al primo posto Roma, con 56 eventi meteo-climatici estremi, di cui oltre la metà hanno riguardato allagamenti da nubifragi.

Poi c’è Bari, che segue con 41 eventi estremi, di cui 20 da piogge intense e 18 da trombe d’aria con danni materiali ingenti.

Al terzo posto si posiziona Milano, con 30 eventi complessivi, di cui 20 legati alle esondazioni fluviali del Seveso e del Lambro.

Male, in termini di impatto distruttivo di questi fenomeni, anche i dati relativi a Genova e Palermo, città spesso raggiunte da eventi alluvionali prolungati, con danni seri a case e infrastrutture.

Le regioni più colpite

Dando un’occhiata alla mappa interattiva si nota subito che le regioni più colpite da queste calamità naturali o più o meno tali, visto il peso dell’azione dell’uomo sul territorio e sui cambiamenti climatici in corso, sono diverse e regioni più esposte.

Il Lazio, la Campania e la Toscana appaiono tra quelle che hanno collezionato il maggior numero di eventi estremi, ma non da meno sono Liguria, Sicilia, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

In particolare, l’attenzione va posta su quei territori ripetutamente colpiti da eventi estremi e negli stessi luoghi. Si tratta di aree come la costa romagnola e nord delle Marche, con 42 casi, della Sicilia orientale e della costa agrigentina con 38 e 37 eventi estremi.

Tra gli altri territori, ci sono il Ponente ligure e la provincia di Cuneo, con 28 casi in tutto, il Salento, con 18 eventi, di cui 12 casi di danni da trombe d’aria, la costa settentrionale della Toscana (17 eventi), il nord della Sardegna (12) ed il sud dell’isola con 9 casi.

Danni alle infrastrutture

Interessante anche il capitolo legato ai danni meteo-climatici alle infrastrutture strategiche, come i trasporti e l’energia ad esempio.

Solo nel corso del 2021, si legge nel documento, si sono verificati 14 eventi di danni causati dalla grandine.

Dal 2010 ad oggi, a causa del maltempo, si sono registrati 83 giorni di stop a metropolitane e treni urbani e 89 giorni di disservizi estesi sulle reti elettriche dovuti al maltempo.

Di fronte a questo quadro, si legge nel comunicato relativo al Rapporto, “Legambiente torna a ribadire l’urgenza di approvare quanto prima il Piano nazionale di adattamento al Clima”.

Italia ancora con un “mezzo” piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

Sono 23 i Paesi UE, con l’aggiunta del Regno Unito, che hanno adottato un piano nazionale o settoriale di adattamento ai cambiamenti climatici e tra questi non vi è l’Italia.

Il nostro Paese ha adottato un piano in tal senso, ma ancora incompleto e in parte frenato nell’implementazione dall’esplosione della pandemia di Covid-19.

Come ha spiegato di recente a Scienza in Rete Sergio Castellari, climatologo all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il nostro piano non include attualmente una pianificazione finanziaria e una possibile allocazione dei fondi, e questo, non lo rende un vero e proprio piano d’azione.