Key4biz

Cittadini Attivi. Storie di vita nella PA: mister firma digitale – agente 001 con licenza di uccidere la firma autografa!

Il titolo di questo articolo può apparire alquanto “bizzarro”, ma vi posso assicurare che questa era la   “mission: impossible” che mi era stata affidata all’inizio del nuovo millennio.

Tutto è nato, per quanto mi riguarda, nel lontano 2003 quando un pugno di “poveri disgraziati” aderendo ad una iniziativa del Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA), una sorta di CIA dell’informatica nazionale, capitanata da un certo Giovanni Manca (conosciuto nell’ambiente come il papà della Firma Digitale) grande esperto tra l’altro di fumetti e fine cantore di metafore, furono inviati, un po’ come dei novelli apostoli, tra le amministrazioni pubbliche a divulgare la lieta novella che così recitava: “stop al documento cartaceo! … da domani (?!) solo documenti informatici firmati digitalmente!!”

Ed eccoci proiettati nella dura realtà: “e adesso chi glielo dice ai colleghi che devono gettare nel cestino i tanto amati carta, penna e calamaio per utilizzare delle orrende ed impersonali Smart Card da inserire in altrettanti invadenti lettori USB? Chi li convincerà a rinunciare a quei quintali di fogli di carta racchiusi in polverosi faldoni per una comoda e veloce consultazione a video?”

Ebbene in questi primi anni sono andato di porta in porta a sponsorizzare questo impopolare prodotto come un venditore di enciclopedie  ….e ovviamente, oltre alle numerose porte sbattute in faccia, ho ricevuto la stessa risposta che per anni è stata anche il mio incubo ricorrente nelle notti insonni…”Che cosa ci faccio co ‘sta cosa…tanto io non firmo ed anche se fosse non mi fido….e se me la clonano?”….e ancora  “va be’ la prendo ma la metto nel cassetto, tanto come per tutte le innovazioni dura poco…presto finirà e ritorneremo alla carta!”…ovviamente le altre risposte le terrò per me evitando una sicura censura!

Del resto come dare torto ai quei colleghi che si opponevano a questa rivoluzione culturale: “perché prima esisteva una sola firma, quella autografa e adesso non so cosa e quale utilizzare?”  Effettivamente negli ultimi 20 anni una sequenza a dir poco inquietante di definizioni ha demoralizzato anche l’utilizzatore più volenteroso: firma debole e forte, firma elettronica, firma elettronica avanzata, firma elettronica qualificata e firma digitale …… firma remota, firma automatica, firma massiva, firma biometrica/grafometrica, firma a stampa! … per non parlare dei dispositivi: smart card, token USB, HSM.  Un labirinto senza uscita per i non addetti ai lavori e la morte civile per chi la deve proporre e far utilizzare!

Di pari passo le vicissitudini che hanno caratterizzato la storia dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (AIPA) che creò la RUPA, che divenne CNIPA, che si trasformò in DigitPA, che confluì in AgID ….che al mercato mio padre comprò!……scusate, mi sono lasciato prendere un po’ la mano!

Scopo della missione in quegli anni divenne: “Cercare di interpretare le norme, capire come andare avanti e combinare qualcosa di buono per la propria amministrazione”.

Anni passati ad inseguire la tecnologia di settore che galoppava freneticamente e le norme che, nate nel nostro Paese precocemente, languivano nel tempo con aggiustamenti, anche in attuazione di direttive europee, poco significativi se non addirittura contraddittori e confusionari contribuendo a giustificare il lento adeguamento delle amministrazioni alle stesse.

Furono anni del C…AD definito da molti come la bibbia dell’amministrazione digitale forse perché diventato anch’esso un testo antico che, proprio come la vera Bibbia, viene gelosamente custodito dalla maggioranza di noi nella propria biblioteca senza averlo mai letto!

Questo testo ha il record di certo non invidiabile di “generale inosservanza” da parte delle amministrazioni che, unito alle continue “rivisitazioni” del suo contenuto, lo rende inaccessibile ai più; forse per questo si era pensato di definirlo come una sorta di codice “unico” dell’amministrazione digitale……nella recondita speranza di non vederne prodotti altri così!

Obiettivo finale della missione fu: “non abbandonare il terreno fino ad ora conquistato; tutti i mezzi sono leciti!!”

Altri anni passati ad informare, tranquillizzare e addirittura coccolare il potenziale assegnatario del certificato di firma cercando di convincerlo ad usare un dispositivo che doveva essere utilizzato da tempo, a spiegare fino allo sfinimento che firmare digitalmente non vuol dire apporre l’immagine della propria firma autografa sotto il testo di un documento informatico e soprattutto, lasciatemi sfogare, che la firma digitale e la PEC sono due cose diverse! E’ a quel punto che fui costretto ad uccidere violentemente con l’aggravante della crudeltà la firma autografa piuttosto che accompagnarla con delicatezza verso una meritata pensione!

Oggi l’amministrazione si è adeguata a livello tecnologico, dotandosi dei migliori servizi di firma e timbratura digitale e centinaia di colleghi sono titolari di certificati di firma ed in grado di firmare digitalmente documenti informatici; rimane ancora da abbattere qualche focolaio di resistenza all’innovazione per realizzare finalmente la totale reingegnerizzazione dei processi amministrativi …..ma questa è un’altra storia, anzi un’altra mission!

ROMA-Anno della P.A. 2016: Missione compiuta? Io direi di aver assolto molti dei compiti che mi erano stati assegnati tredici anni or sono da un dirigente “illuminato” e di aver realizzato quello che mi ero prefissato: un funzionale ed avanzato servizio di firma e timbratura digitale presso la mia amministrazione e di aver formato con successo centinaia di colleghi all’utilizzo dei dispositivi di firma.

Oggi a distanza di anni ho cambiato settore lavorativo, ma sono ancora per tutti, ammetto anche con grande soddisfazione, quello che ha portato la firma digitale nella mia amministrazione: Mister Firma Digitale – agente 001 con licenza di uccidere la firma autografa!  MISSIONE COMPIUTA!

Exit mobile version