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Città in transizione, la mappa globale dell’innovazione urbana

La capacità delle città di sviluppare, gestire e guidare l’innovazione dipende in gran parte dalla presenza di una leadership audace, dalla disponibilità di personale dedicato e con le giuste competenze e da una forte attenzione ai dati, da cui estrarre informazioni utili a stabilire obiettivi da perseguire e su cui confrontarsi anche per valutarne i risultati.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, più conosciuta come Ocse (Oecd in inglese), in collaborazione con Bloomberg Philanthropies, ha realizzato una mappa mondiale interattiva dell’innovazione urbana, basta proprio sulla tendenza o meno ad investire in innovazione da parte delle città prese in esame.

Oltre 80 centri urbani, tra i più popolari al mondo (per l’Italia partecipano Torino e Palermo), esaminati dai ricercatori per comprendere quali sono i fattori che guidano l’innovazione urbana alla luce delle minacce crescente portate dall’emergenza e la crisi climatica mondiale, ma anche dalla stessa automazione nell’industria 4.0.

Servizi a cittadini e imprese più sviluppati e di maggiore qualità, inclusione sociale e crescita economica (quindi imprese e posti di lavoro), ridurre i costi e ottimizzare le risorse disponibili, creare nuove opportunità economiche e allo stesso tempo cambiare il rapporto con l’ambiente naturale, tutelandolo, preservandolo e nei limiti del possibile valorizzandolo anche dal punto di vista economico.

Quattro le aree chiave evidenziate dallo studio:

Bloomberg ha anche annunciato un nuovo programma per favorire l’innovazione urbana, della durata di nove mesi, in cui in cui verrà insegnato alle amministrazioni locali come adottare tecniche di innovazione all’avanguardia, che siano in grado di coinvolgere anche i cittadini nel testare e adattare le idee più creative e innovative.

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