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Città connesse, anche l’illuminazione è wireless: un mercato mondiale da 675 milioni di dollari

Il vecchio “palo della luce” sta andando in pensione. Ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma al suo posto arriveranno nuove strutture, polifunzionali e multiservizi. Si tratta dell’infrastruttura “connected street lighting”, cioè sistemi di illuminazione urbana di nuova generazione (con tecnologia LED), connessi in rete ed interconnessi tra loro, pensati proprio per i progetti di smart cities che si stanno sviluppando e realizzando in tutto il mondo.

Un “palo tecnologico” che consente una gestione più efficiente dei servizi, ma soprattutto più flessibile.
Grazie all’Internet of Things (IoT), l’internet delle cose immaginata per la prima volta al Massachussets Institute of Technology di Boston da Kevin Ashton nel 1999, questi sistemi avanzati possono dialogare in tempo reale tra loro, scambiarsi informazioni e svolgere diversi compiti, tra cui la videosorveglianza, il monitoraggio della qualità dell’aria e delle condizioni meteo, il controllo dei flussi di traffico, nonché la comunicazione stessa con i veicoli in transito (dotati di tecnologia Vehicle-to-vehicle communications e Vehicle-to-infrastructure).

Un “palo della luce” che non deve solo svolgere l’ovvio compito di illuminare strade e piazze, ma che può anche offrire prese per ricaricare veicoli elettrici o device personali, trasformandosi in un punto per le emergenze con soluzioni di assistenza e servizi di pubblica sicurezza.
Dal punto di vista tecnologico, l’infrastruttura connected street lighting può essere connessa in rete via cavo o wireless.
Al momento, secondo un nuovo studio Technavio, la modalità “wired” rappresenta il 54% delle connessioni, ma il modello “wireless” è stimato in rapida crescita, perché meno costoso e più semplice da installare.

Il mercato dei sistemi di illuminazione smart di nuova concezione è stimato raggiungere un valore di 675 milioni di dollari entro il 2023, con un tasso di crescita annuo (Carg 2019-2023) superiore al 28%.
Una tecnologia che sta crescendo sul mercato mondiale soprattutto per la sua capacità di offrire servizi altamente flessibili, a partire da quello principale, appunto illuminare ambienti esterni e pubblici.
In molti casi, inoltre, il palo tecnologico è anche dotato di migrogeneratori per la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili (sole e vento).

Una funzione fondamentale, quest’ultima, che fino ad ora però è stata svolta in maniera troppo rigida, con elevati consumi e costi esorbitanti per i contribuenti. “l’uso continuo dei lampioni durante le ore serali e notturne ha aumentato a dismisura i consumi e le emissioni di diossido di carbonio”, si legge nella nota che accompagna il Report.
Le amministrazioni pubbliche delle regioni e delle megalopoli asiatiche, ad esempio, hanno da tempo adottato smart street lighting systems prevalentemente in modalità wireless, tramite cui è più semplice ed efficiente gestire questo servizio a seconda delle necessità, sfruttando le comunicazioni in tempo reale lungo tutta l’infrastruttura: se non passa nessuno in strada i lampioni o si portano al minimo o si spengono proprio, per poi riaccendersi al passaggio di un veicolo o un pedone.  
Un modo per ottimizzare le risorse energetiche, ridurre al minimo i consumi e tagliare in maniera decisa le emissioni inquinanti, migliorando però allo stesso tempo la qualità del servizio al cittadino.

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