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Città a basso impatto ambientale, le soluzioni NBS in Europa: lavorare con la natura, non contro di essa

Le soluzioni basate sulla natura, o in inglese “Natural based solutions” (Nbs), sono tutte quelle che si ispirano all’ambiente naturale e sono supportate dai suoi elementi. Possono essere impiegate in numerosi settori chiave della nostra società e della nostra economica, tra cui le città.

Sono proprio le aree urbane a dover affrontare gli effetti più duri e temibili dell’estremizzazione del clima, dell’inquinamento e del surriscaldamento globale.

Nbs: natura, urbanizzazione e sostenibilità

Le Nbs sono strumenti utili agli amministratori locali, gli urbanisti e gli addetti alle costruzioni per portare “più natura” e processi naturali in ambienti urbani e non urbani.

L’idea è che “lavorare con la natura”, piuttosto che contro di essa, possa condurre a un’economia e a una società più efficienti dal punto di vista delle risorse, più verdi e resilienti, in un modo che valorizza il capitale naturale piuttosto che esaurirlo, sostenendo al contempo la crescita economica, creando posti di lavoro e aumentando il nostro benessere.

Tali soluzioni hanno un eccellente rapporto costo-benefici e, simultaneamente, forniscono benefici sociali, ambientali ed economici e aiutano a costruire resilienza.

Tra i tanti interventi concreti ci sono tetti e pareti verdi, soluzioni basate sugli ecosistemi quali parchi e foreste urbane, laghi artificiali, riqualificazione degli habitat fluviali e l’integrazione delle Nbs con le tecnologie digitali ed informatiche (smart cities, smart water technologies, soluzioni per l’efficienza energetica e l’energia pulita, smart home, nuovi materiali, internet of things).

Nei giorni scorsi è stato presentato dall’Unione europea un primo “Results Pack” con nove progetti dedicati alle Nbs per le smart cities.

Il futuro delle città sul pianeta

L’applicazione delle NBS risponde alle sfide sociali, garantisce il mantenimento dei servizi ecosistemici, e dovrebbe essere inserito nel tessuto profondo delle città, anche in considerazione del fatto che solo nell’Unione europea si prevede che l’80% dei cittadini abiterà in aree urbane entro il 2050.

A livello mondiale, secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 il 70% della popolazione si riverserà a vivere in aree urbane (oggi siamo già al 55%).

Un processo di urbanizzazione di tali dimensioni richiede una gestione efficace certamente, ma soprattutto innovativa, da parte delle autorità nazionali e locali.

Ad oggi, le città occupano meno del 2 per cento del territorio mondiale totale ma producono l’80 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL) globale e oltre il 70 per cento delle emissioni di carbonio.

La velocità e la portata dell’urbanizzazione presentano per tutti noi delle sfide enormi rispetto all’impatto ambientale, ai cambiamenti climatici, all’aumento delle temperature annue (effetto “isola di calore”), alla possibilità di assicurare abitazioni, infrastrutture e trasporti adeguati, così come i conflitti e la violenza.

Quasi un miliardo di persone, oggi, rientra sotto la dicitura “poveri urbani” e la maggior parte vive in insediamenti urbani informali. Povertà, emarginazione, tensioni sociali e instabilità geopolitica, sono tutti elementi strettamente interconnessi ra loro e alle variabili demografiche, ambientali e climatiche.

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