crisi energetica

Cingolani: “L’Italia ha proposto all’Ue un tetto massimo al prezzo del gas. Indipendenza dalla Russia non prima del 2024”

di |

"Stando agli attuali scenari sarà possibile interrompere la dipendenza dal gas russo non prima della seconda metà del 2024", lo ha detto il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani durante l’informativa alla Camera sulla crisi energetica.

Si è da poco conclusa, presso l’Aula della Camera dei Deputati, l’informativa del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani sulle ulteriori iniziative per contrastare l’aumento dei costi dell’energia.

Il Ministro, dopo aver ripercorsi i principali interventi messi in campo dal Governo nel corso degli ultimi mesi, ha posto l’accento sui seguenti temi:

Il Price-cap in Europa

“Il Governo italiano, in sede di dibattito europeo”, ha spiegato il ministro, “ha proposto un price cap al prezzo del gas nell’ambito delle transazioni di mercato, ed un disallineamento del prezzo di vendita dell’energia prodotta dalle FER da quella prodotta a partire dal Gas. L’idea è quella di introduttore un tetto massimo al prezzo delle transazioni tra tutti gli operatori europei. Tale tetto potrebbe essere anche temporaneo e rivedibile periodicamente”.

Diversificazione di approvvigionamento del Gas 

Cingolani ha enunciato i seguenti interventi che il Governo sta attualmente portando avanti al fine di sostituire, entro il 2024, il Gas importato dalla Russia: 

  • Incremento dell’import di gas algerino;
  • Raggiungimento della massima portata della TAP;
  • Importazione di nuovo GNL da Congo e Angola;
  • Costruzione di nuove infrastrutture di rigassificazione galleggianti. In questo senso è fondamentale che il primo, e ulteriore, rigassificatore galleggiante entri in servizio entro la prima parte del 2023;
  • Massimizzazione dell’attuale capacità di rigassificazione istallata.

Phase-out del Gas Russo non prima della seconda metà del 2024

Per il ministro stando agli attuali scenari sarà possibile interrompere la dipendenza dal gas russo non prima della seconda metà del 2024.

“Possiamo dire che l’ammontare di gas e Gnl reperito mediante la campagna di diversificazione dei fornitori lanciata negli ultimi mesi è sufficiente a rimpiazzare i circa 29 mld di metri cubi di gas russo a partire dalla seconda metà del 2024”, ha spiegato il ministro. “Le nuove forniture richiederanno tempo per andare a regime pertanto nel breve termine, si parla soprattutto degli inverni 2022 e 2023, la riduzione della domanda complessiva di gas dovrà essere accompagnata da misure di contenimento della domanda la cui entità dipenderà anche dalla data della eventuale interruzione delle forniture russe. Se ci interrompessero ora il gas avremmo un serio problema con lo stoccaggio, e sarebbe problematico affrontare l’inverno. Se invece un eventuale stop della fornitura di gas russo avvenisse nei prossimi mesi, tutto dipenderà da quando questa cosa dovesse avvenire”.

“La simulazione – continua Cingolani – su scala mensile indica che un’interruzione dell’importazione del gas dalla Russia a maggio 2022 renderebbe critico il superamento dell’inverno e necessiterebbe di interventi di risparmio molto più forti”, mentre un’interruzione delle importazioni a novembre 2022 consentirebbe un miglior riempimento degli stoccaggi, risulterebbe molto meno critica in termini di sicurezza del sistema anche con misure di risparmio leggere”, ha spiegato.

Riduzione della domanda di Gas

Il Ministro ha enunciato i seguenti interventi che il Governo sta attualmente portando avanti al fine di ridurre l’attuale domanda di gas:

  • Istallazione di nuovi impianti FER sia on-shore che off-shore. In questo senso l’esecutivo ha messo in atto un massiccio piano di semplificazione volto ad agevolare la diffusione degli impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili. 
  • Contingentamento della domanda tramite interventi di efficientamento energetico;
  • Promozione e sviluppo di bio-metano e di carburanti puliti.

“L’accelerazione nello sviluppo delle fonti rinnovabili è un fattore fondamentale in quanto consente di ridurre la domanda complessiva di gas di circa 1 mld di metri cubi ogni 10 terawattora installati. In tutti gli scenari valutati, è di fondamentale importanza – conclude il ministro – che il primo rigassificatore galleggiante entri in funzione entro l’inizio 2023. È fondamentale, perché se non lo abbiamo non riusciamo a sostituire la parte di gas gassoso che ci viene a mancare. Il secondo dovrebbe essere messo in funzione entro la fine del 2023 o massimo inizio 2024″.