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Cinema in crisi: in Italia -7% nel 2014. Avvio sprint nel 2015

Maleficent

Il 2014 è stato un anno nero per il cinema in Italia, anche se le prospettive sono migliori per il 2015, che ha messo a segno la miglior partenza degli ultimi 20 anni in termini di incassi. Secondo i dati Cinetel, che rileva il 93% delle presenze dell’intero mercato, i biglietti venduti nel 2014 sono stati 91.465.599, con una diminuzione del 6,13% rispetto al 2013, e gli incassi sono stati pari a 574.839.395 euro, con una flessione del 7,09%. Rispetto al 2012, il 2014 ha registrato un sostanziale pareggio delle presenze (+0,1%). I dati sono stati presentati oggi a Roma, presso l’Agis, dalle associazioni degli esercenti Anec e Anem e dai distributori e produttori dell’Anica. Alla presentazione sono intervenuti i presidenti Anec, Luigi Cuciniello, Anem, Carlo Bernaschi, Sezione Produttori Anica, Francesca Cima, il vicepresidente Sezione Distributori Anica, Luigi Lonigro, e il presidente Cinetel Michele Napoli.

Lo rende noto l’Anica, aggiungendo che diminuisce la quota di mercato del cinema italiano che in termini di presenze nel 2014 scende al 27,76% contro il 31,16% del 2013 (quando “Sole a catinelle” con Checco Zalone aveva raccolto da solo circa l’8% delle presenze). In calo anche la quota di mercato del cinema Usa, passata dal 53,37% del 2013 al 49,65% del 2014. Cresce il numero di film distribuiti: 470 nel 2014, 16 in più rispetto al 2013, 11 dei quali italiana.

Anche l’anno scorso è continuato il trend di diminuzione del prezzo medio del biglietto, pari a 6,02 euro, contro i 6,08 del 2013.

La medaglia d’oro degli incassi del 2014 è andata a “Maleficent” (2.173.206 presenze e 14.063.557 euro d’incasso), accompagnato sul podio da “Un boss in salotto” (secondo, con 1.888.662 presenze e 12.311.441 euro d’incasso) e “The Wolf of Wall Street” (terzo, con 1.843.901 presenze e 11.959.019 euro d’incasso).

Positivo l’avvio del 2015

I primi sei giorni del 2015 hanno segnato il risultato migliore degli ultimi venti anni, con 4,8 milioni di presenze in sala. Il trend positivo è proseguito anche nei giorni successivi: dal primo al 13 gennaio i biglietti staccati, rispetto allo stesso periodo del 2014 sono aumentati del 10,35% e gli incassi del 10,71%.

Alla buona partenza dell’anno si associa la speranza sui risultati dei tanti potenziali film di successo annunciati, sia italiani che americani, e la volontà espressa dalle associazioni di favorire l’uscita di titoli di richiamo tutti i mesi dell’anno.

Le reazioni

 

“Non si può certo sostenere che vada tutto bene, alla luce dei dati di oggi – ha detto Francesca Cima, presidente Sezione Produttori Anica Ma la crescita degli spettatori italiani di cinema europeo fa emergere una richiesta del pubblico di diversificazione del prodotto che dobbiamo assolutamente cogliere. E anche alcuni successi di film italiani come quelli di Martone, Pif e Sibilia ci dimostrano che ci sono spettatori che desiderano essere sorpresi dai film.

La diversificazione del prodotto deve essere l’obiettivo per tutti i periodi dell’anno, in primis l’estate, durante la quale i film italiani scarseggiano per poi accavallarsi in pochi mesi dell’anno, come è successo lo scorso autunno. Con una distribuzione razionale e diversificata, il pubblico ci può seguire. E per far questo dobbiamo anche coinvolgere gli autori”.

“Quest’anno probabilmente potremo approfittare di una congiuntura favorevole che prevede un’auspicabile presenza italiana molto forte al Festival di Cannes – prosegue Cima – Ma il tema dell’estate in Italia non riguarda soltanto i cinema: è necessaria una rivoluzione culturale che chieda a tutto il paese di non chiudere nei mesi estivi. Ce l’ha fatta la Spagna, il clima non può essere un alibi. E un’altra rivoluzione culturale deve essere intrapresa nei confronti della pirateria: non è possibile che da noi questo fenomeno sia così tollerato, anzi quasi istigato, come succede quando si va a digitare sui motori di ricerca un titolo di un film e nelle prime posizioni si trova sempre il collegamento a un sito di streaming illegale”.

 

“Il dato del 2014 in sala è sicuramente negativo – ha detto Luigi Lonigro, vice presidente Sezione Distributori AnicaPesa la mancanza di un titolo fuori dall’ordinario come è stato lo scorso anno “Sole a catinelle”, che da solo ha totalizzato quello che quest’anno è stato raccolto dai primi quattro film in classifica. Altri elementi negativi il calo del prodotto americano, soprattutto in estate, e del Natale. Tra i dati positivi sicuramente la tenuta del numero delle sale. Alla luce dello switch-off dall’analogico al digitale si tratta di un elemento molto incoraggiante, frutto dello sforzo congiunto di esercenti e distributori. Altro dato interessante è la tenuta delle monosale, anche se con grossi sacrifici da parte del piccolo esercizio. Il dato fondamentale comunque è la rinnovata fiducia reciproca tra esercenti, distributori e produttori, che dobbiamo sempre tenere alta e sfruttare per migliorare il nostro mercato”.

 

“Il 2014 è stato un anno molto difficile per il nostro settore – ha detto Carlo Bernaschi, presidente dell’AnemAbbiamo avuto, dal lato delle entrate, un prodotto internazionale al di sotto delle aspettative, una produzione nazionale carente di grandissimi risultati commerciali, una estate cinematografica latitante. Dal lato delle uscite abbiamo dovuto completare la digitalizzazione di tutte le sale, abbiamo assistito ad un incremento costante delle tassazioni comunali e generali, abbiamo scontato gli effetti di una crisi economica e sociale di proporzioni mai registrata. Nonostante tutto però abbiamo resistito e dimostrato che il cinema è, ancora una volta, la forma d’intrattenimento fuori casa più apprezzata e usata dal pubblico.  I dati illustrati dai colleghi mostrano purtroppo segni negativi in tutti i comparti. Ma su tutti i dati mi sento di evidenziare il ruolo di quell’esercizio minore e di provincia che resiste e che resta quasi un benefattore del pubblico e della società”.

“Il mercato spagnolo – osserva Luigi Cuciniello, presidente Anecè cresciuto nel 2014 del 14% grazie all’incasso di un solo titolo, ‘Otto cognomi baschi’, che ha ottenuto un risultato clamoroso. Vivere di questi fenomeni è molto scorretto”.

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