Il convegno

Cinema. Francesco Rutelli (Anica), le sale cinematografiche migliorano la vita nei centri urbani

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Per i giovani il cinema è l’industria culturale e creativa più attrattiva e pesa per oltre il 50% della spesa annua in prodotti entertainment. Il ruolo dei centri polifunzionali nei quartieri. Emerge la necessità di ripensare la programmazione delle “finestre” di uscita

Sale cinematografiche come luoghi di incontro, magari per degustare cibi e vini, o lanciare attività commerciali, culturali e sociali, è questo il nuovo modello di ‘cinema’ che il presidente Associazione nazionale industrie cinematografiche (Anica), Francesco Rutelli, ha proposto al convegno “Il futuro urbano dei cinema”, organizzato ieri dall’Anica in collaborazione con gli esercenti di Anec e Anem.

Parlando della Legge Franceschini, il Presidente Anica ha detto che “può aiutare a ridefinire gli spazi dentro e fuori la sala, rinnovando l’andare al cinema come un’esperienza personale e sociale coinvolgente”. “Abbiamo analizzato i migliori esempi italiani e internazionali che permettano alle sale di tornare al centro delle abitudini di tutte le generazioni. E, usando la nuova legge, possiamo fare in modo che la vita nei centri urbani venga migliorata da centri polifunzionali di cui sia parte decisiva la sala cinematografica: luoghi di incontro, degustazione, attività commerciali ed altre attività che sono motivo d’attrazione per il pubblico, specialmente per i giovani”.

E proprio rivolgendosi alle nuove generazioni, Franceschini ha spiegato che “il cinema funziona, e tra tutte le industrie culturali e creative è quella che attira meglio i giovani, dunque ha un futuro”.

L’attrattiva del cinema sui giovani è testimoniata inoltre dallo studio della GfK illustrato al convegno da Barbara Riatti, secondo cui: “per i giovani il cinema pesa per oltre il 50% della spesa annua in prodotti entertainment, mentre il cinema rappresenta la prima delle 3 esperienze fuori casa in cima alla lista dei desideri dei consumatori nei mesi invernali”.

La sala resta al centro, ha precisato Luigi Cuciniello, Presidente Anec. “Bisogna rivedere la regolamentazione, i cui limiti appiattiscono i nostri film: il problema dei vincoli dei centri urbani e le troppe tasse massacrano le strutture; l’immersione cinematografica richiede ampi spazi, i quali hanno grossi costi”.

Stiamo assistendo alla desertificazione dei centri urbani. Non chiediamo investimenti a fondo perduto, ma incentivi che ci mettano in condizioni di aggiornarci e generare ricavi”.

Lo spettatore è attratto non solo dal film, ma da tutte le esperienze accessorie in centri moderni e polifunzionali, ha sottolineato Carlo Bernaschi, presidente degli esercenti multiplex ANEM: “Servono incentivi per consentirci di investire nei centri urbani”.

La strada verso multisale polifunzionali in aree urbane è testimoniata da alcuni esempi che vengono direttamente dai territori. In tal senso, tra le diverse esperienze italiane riportate durante il convegno, c’è quella di Gianantonio Furlan di IMG Cinemas, con il grande centro culturale di Venezia Mestre che non è solo un multiplex, ma anche caffetteria, grande libreria e spazi per le più svariate attività, concentrando tutte le attività culturale in un unico posto; e quella di Lionello Cerri, del cinema Anteo di Milano, che a seguito di una importante ristrutturazione presenta delle novità interessanti come la sala cinema-ristorante, una sala multimediale on demand, nursery, e caffè letterario.

Tra gli interventi istituzionali, c’è stato quello di Lidia Ravera, Assessore alla Cultura e allo Sport nella Regione Lazio, secondo cui: “La regione sta riaprendo una ad una tutti i teatri del Lazio che fungeranno anche da cinema; mette in sicurezza le sale cinematografiche e le aggiorna con il digitale. Io volevo fare dell’ex-Gil uno spazio polifunzionale come sarà il nuovo Anteo, ma -ammette in conclusione l’assessore – non ci sono riuscita”.

Il direttore generale per il cinema del MiBACT, Nicola Borrelli, concludendo il convegno, ha affermato: “è ormai una realtà incontrovertibile che la sala non sia più l’unica modalità di soddisfare il bisogno di cinema del pubblico”.

Dobbiamo però comprendere che modalità diverse non sono l’una contro l’altra e in questo spirito si è sviluppata la nuova Legge Franceschini, che del settore della produzione di cinema e audiovisivo ha una visione complessiva”.

Hanno partecipato all’evento anche Paolo Sorrentino, Enrico Vanzina, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi e Paolo Virzì, sottolineando, nei loro interventi video, la necessità di rendere più accattivante l’esperienza del cinema in sala da parte dello spettatore.

I cinema dovrebbero essere accoglienti come le case” ha detto l’autore de “La grande bellezza”, e per Paolo Virzì, “Il cinema in Italia dovrebbe vendere non solo pop corn, ma sfruttare delle potenzialità come la nostra cucina, amplificando l’idea di condivisione e di piacere”. Anche Carlo Verdone ha insistito sull’esigenza di migliorare i servizi extra cinema nelle sale, in questo spalleggiato da Enrico Vanzina. “La sala non basta più per fruire cinema” è invece il presupposto da cui è partito Giovanni Veronesi. “Il cinema va fruito su tutte le piattaforme. E bisogna ripensare la programmazione delle “finestre” di uscita”.