I Dati

Cinema, 99 milioni di biglietti venduti nel 2015. Lombardia in testa, Sardegna in coda

di |

Sulle tv generaliste metà della programmazione occupata dai film più vecchi. Il 47% sono americani.

Tutti i numeri del cinema italiano per l’anno 2015 presentati stamattina a Roma dalla Direzione Generale Cinema del Mibact e ANICA. (SLIDES)

I dati raccolti evidenziano leggere oscillazioni rispetto agli anni precedenti dal punto di vista dei volumi e dei valori della produzione.

Si rileva un lieve calo del numero di film prodotti: 185 rispetto ai 201 del 2014.

In leggero aumento la quota dei film di iniziativa italiana (film italiani e coproduzioni maggioritarie) sul totale dei film prodotti: il 72% del totale con 135 film, rispetto al 69% del 2014 con 140 film (Fig.1).

A fronte del calo del numero di film, aumenta invece il valore del costo totale della produzione: 338,8 milioni di euro nel 2015 contro i 319,5 dell’anno precedente. Anche il valore delle coproduzioni aumenta e nel 2015 ammonta a 63,6 milioni contro i 53,1 del 2014 (Fig.2).

Il segmento delle coproduzioni dimostra segnali di crescita: nel 2015, rispetto all’anno precedente, aumenta il numero delle coproduzioni da 21 a 28 e aumenta il numero di paesi partner, da 11 a 19, sempre con una grande preponderanza delle partnership con la Francia (Fig. 3-4).

 

Il costo medio per film italiani supera i 2 mln

Il costo medio complessivo dei film d’iniziativa italiana prodotti nel 2015 supera i 2 milioni di euro ed è in leggero aumento rispetto al dato dell’anno procedente di 1,9 milioni. È invariata la percentuale, 60%, dei film con costo di produzione inferiore a 1,5 milioni.

I film ad alto budget, ovvero con costo superiore a 3,5 milioni, sono stati 29 nel 2015 (25 nel 2014), con un costo medio di 5,8 milioni (Tab. 1-2).

In netto aumento la quota degli investitori esterni per apporti su cui è stato chiesto il tax credit, che sfiora il 30% del budget totale.

È in aumento anche il tax credit interno, che copre circa il 13% dei costi totali.

I contributi statali diretti costituiscono complessivamente circa l’8% della torta.

I fondi regionali pesano per circa il 4%, mentre quelli sovranazionali superano di poco l’1% del totale.

Il contributo pubblico statale complessivo (diretto e indiretto) pesa per il 20% a cui va aggiunta la quota di credito che lo Stato riconosce agli esterni che investono nella produzione e che assorbe circa il 12% dei costi totali (Tab. 3, Fig. 7) portando quindi l’intervento statale al 32% dei costi di produzione dei film di iniziativa italiana.

 

Tv generaliste, meno spazio per i film europei a vantaggio di quelli americani

Nel 2015 le sette emittenti generaliste (canali Rai, Mediaset e La7) hanno trasmesso complessivamente 3.430 titoli nell’intera giornata, per un totale di 3.887 passaggi, con una riduzione di circa il 5 per cento rispetto al 2014, per lo più attribuibile a una diminuzione di cinema europeo, parzialmente compensata da un aumento di cinema americano (Tabb. 1-2).

Sul fronte della nazionalità dei film inseriti nei palinsesti delle tv generaliste, infatti, quasi la metà (47%) è di produzione americana, mentre la quota dei film italiani, incluse le coproduzioni, raggiunge il 38% dell’offerta.

Metà della programmazione assorbita dai film più vecchi

La fascia oraria preferita dagli editori per la programmazione di film non è la prima serata, ma quella notturna che raccoglie circa i due terzi della programmazione cinematografica complessiva (Fig. 5).

I film più datati (prodotti tra il 1950 e il 1979) assorbono la metà dell’intera programmazione di cinema italiano sulle principali reti (Tab. 4).

I titoli di maggiore audience sulle tv generaliste nel 2015 rispecchiano i risultati degli stessi film programmati nelle sale cinematografiche negli anni precedenti (prodotti dal 2012 in poi), con l’eccezione di un grande classico dei film d’archivio, l’evergreen “Pretty Woman” (1990).

Campione di audience è stato Checco Zalone con “Sole a Catinelle” (film che nel 2013 aveva fatto registrare il record degli incassi sala) su Canale 5.

Otto dei dieci migliori ascolti (tra 4 e 5 milioni di individui) sono registrati da film italiani, stessa proporzione che si registra nella distribuzione dei top 10 tra Rai 1 (8 migliori ascolti) e Canale 5 (che conquista il primo e il decimo posto).

Distribuzione in sala

Il mercato della distribuzione di film in sala cinematografica nel 2015 si è ripreso rispetto agli anni precedenti, facendo registrare un incremento dei risultati al botteghino di circa l’11% rispetto all’anno precedente, mentre in riferimento al numero di biglietti venduti la crescita è stata del 9%. Lo scarto fra i due valori è evidentemente dovuto al leggero aumento del prezzo medio del biglietto.

Secondo la fonte Cinetel, quindi, la spesa del pubblico in sala nell’anno 2015 è stata di circa 637 milioni di euro, per 99 milioni di biglietti venduti (Tab. 10), il terzo miglior risultato degli ultimi 10 anni (Tab. 11).

 

Cala del 16% il pubblico in sala per i film italiani

Decisamente al di sotto della media del mercato il dato di pubblico in sala per i film italiani, i quali, anche a causa dell’assenza di fenomeni eccezionali, che negli anni precedenti avevano dominato il botteghino, ha visto nel 2015 una flessione complessiva di circa il 16% rispetto a all’anno precedente, sia sul fronte del box office che su quello delle presenze registrate. Il cinema italiano, quindi, includendo le coproduzioni, l’anno scorso ha incassato in sala 132 milioni di euro per 21 milioni di biglietti venduti.

La quota di mercato nazionale scende quindi al 20,7% sul fronte degli incassi e al 21,3% sul fronte delle presenze, perdendo in entrambi i casi circa 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente (in questo caso, il peggior risultato degli ultimi 10 anni, Fig. 11).

 

Primo semestre 2016 in ripresa

I primi mesi del 2016 hanno visto una significativa inversione di tendenza per il cinema italiano, che, trainato nuovamente da titoli forti che hanno aggiornato i record di incasso, nel primo trimestre ha raggiunto il 46% di quota di mercato, quasi triplicando gli incassi del 2015 e quasi raddoppiando quelli 2014 (Fig. 12).

Una delle aree di auspicabile miglioramento, attualmente la più critica per il prodotto cinematografico nazionale, è quella che riguarda la cosiddetta “stagionalità”, ovvero la disomogeneità del risultato complessivo al botteghino tra i diversi mesi dell’anno. Il 2015 ha visto il peggior mese di maggio e di luglio dell’ultimo triennio e un autunno discontinuo che non ha consentito di recuperare il deficit accumulato.

 

In Lombardia i maggiori incassi

Dal punto di vista territoriale non muta per il mercato cinematografico nazionale una importante disomogeneità fra aree regionali: le regioni del Centro-Nord sono decisamente più servite da sale e multisale, offrendo una programmazione più ampia, sia nei centri urbani che nelle aree periferiche. Mentre il Sud e le isole denunciano un’importante insufficienza di infrastrutture, con evidenti conseguenze in termini di box office e biglietti venduti.

La Lombardia, in termini assoluti, è la regione che raccoglie la quota più significativa degli incassi, circa il 20% dell’intero mercato nazionale e il 15% degli schermi, mentre la regione fanalino di coda è la Sardegna, con il 2% degli schermi italiani e l’1,7% degli incassi (Fig. 23).

 

Dati cinema 2015 (SLIDES)

Da precisare che quest’anno la presentazione dei dati contiene due importanti novità:

  • un maggiore dettaglio metodologico relativo all’analisi dei dati della produzione cinematografica: accanto alle due categorie di “film prodotti” (ovvero i film che hanno ottenuto il cosiddetto visto censura) e “film di iniziativa italiana” (ovvero l’insieme dei film prodotti con capitali interamente italiani e delle coproduzioni maggioritarie) già adottate negli anni scorsi, si introduce la categoria dei “film ammissibili”, definiti come l’insieme dei film che hanno regolarmente presentato la DIL (Denuncia di Inizio Lavorazione) alla Direzione Generale Cinema e che, quindi, hanno compiuto il regolare percorso amministrativo ai fini dell’ammissione ai benefici previsti dalla normativa;
  • l’estensione dell’analisi al settore della produzione audiovisiva sostenuta con le apposite forme di tax credit, introdotte dal marzo 2015, per la produzione di opere destinate alla televisione o al web sia nazionali, sia estere realizzate in Italia.