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Cina, nuovi obiettivi: spinta alle rinnovabili, ma i data center impongono cautela

Gli obiettivi climatici resi pubblici mercoledì da Pechino confermano la volontà di espandere il settore delle rinnovabili, che il Paese continua a installare a ritmi record. Tuttavia, il Gigante asiatico non ha mai fissato impegni precisi né sulla loro quota nella produzione elettrica né sulla riduzione del carbone.

Cina, sei volte più rinnovabili entro il 2035

Quelli annunciati dal presidente Xi Jinping sono quindi i primi obiettivi concreti di riduzione delle emissioni. Secondo le stime comunicate, la Cina porterà la capacità eolica e solare, già la più grande al mondo, a 3.600 gigawatt entro il 2035, sei volte i livelli del 2020.

Già lo scorso anno Pechino aveva raggiunto con largo anticipo il traguardo di 1.200 GW, segno di una strategia che punta su obiettivi facilmente raggiungibili.

Obiettivi poco ambiziosi

Per Greenpeace East Asia, tuttavia, i nuovi traguardi restano poco ambiziosi: “Se l’espansione di eolico e solare continuerà al ritmo attuale, le installazioni supereranno i 3.000 GW entro il 2030 e raggiungeranno i 4.500 GW entro il 2035“, ha spiegato alla Reuters Yao Zhe, policy adviser dell’organizzazione.

Secondo diversi analisti, la vera sfida per la Cina non è tanto installare nuovi impianti, quanto garantire che l’energia rinnovabile venga effettivamente immessa in rete, sostituendo elettricità da carbone e gas. Non a caso, Xi ha annunciato un obiettivo di riduzione dei gas serra tra il 7% e il 10% rispetto al picco (che deve ancora essere definito), con una possibile anticipazione del traguardo del 2030.

Emissioni: riduzione limitata

Si tratta del primo aggiornamento dagli impegni del 2020, quando Pechino aveva promesso di raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060. Tuttavia i nuovi target, secondo molti osservatori, restano inferiori al taglio del 30% che servirebbe a tenere il Paese in carreggiata verso la neutralità.

Le cautele di Pechino si spiegano anche con l’incertezza sulla crescita della domanda, spinta non solo dagli utenti tradizionali ma anche da settori emergenti come i data center. “La Cina sarà molto restia a porre limiti alla crescita dei consumi“, ha osservato Michael Davidson, professore alla University of California di San Diego.

Carbone, nessun passo indietro

Colpisce, infine, l’assenza di nuove promesse sul carbone: Xi non ha menzionato l’impegno del 2020 di “ridurre gradualmente” l’uso tra il 2026 e il 2030, mentre il Paese continua a costruire e autorizzare nuove miniere.

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