Il documento

Cina: linee guida per l’intelligenza artificiale, a tutela dei dati personali e per ridurre il potere delle Big Tech

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Il Governo di Pechino vuole garantire ai propri cittadini maggiore libertà di scelta, più tutele della privacy e minore impatto dell’IA nelle loro vite. Tra gli obiettivi: responsabilizzare i giganti tecnologici, obbligandoli al rispetto delle regole, e raggiungere la leadership tecnologica entro il 2030.

IA, il documento del ministero cinese della Scienza e della tecnologia

La Cina ha annunciato la pubblicazione di una prima serie di linee guida per disciplinare l’intelligenza artificiale (IA) da un punto di vista etico, sociale e regolatorio.

Tra le priorità di Pechino: una linea di controllo sui livelli etici delle applicazioni, la maggiore tutela dei diritti dei cittadini/utenti, la protezione più ampia dei dati personali e la volontà (mai nascosta) di ridurre l’influenza dei giganti di internet nel grande Paese asiatico.

La pubblicazione del documento ufficiale è avvenuta sul sito web del ministero cinese della Scienza e della tecnologia (Most) e da un punto di vista politico e strategico si ribadisce da parte del Governo l’obiettivo di conquistare la leadership mondiale nel settore dell’IA entro il 2030.

Da un punto di vista prettamente umano, nostro, di cittadini e utenti di rete e tecnologie sempre più avanzate, tali linee consentiranno ai cinesi il pieno potere decisionale sulla volontà o meno di avvalersi dei servizi IA, o sulla possibilità di interromperli in qualsiasi momento.

Le linee guida in questione, che vanno sotto il nome di “Specifiche etiche per l’intelligenza artificiale di nuova generazione”, sono state definite e redatte da un comitato per la governance dell’IA, costituito all’interno del Most nel 2019.

Il Governo di Pechino si impone sulle Big Tech

Si tratta di un primo documento ufficiale in materia, ha spiegato al South China Morning Post, Rebecca Arcesati, analista del think tank tedesco Mercator Institute for China Studies (Merics): “Fino ad ora avevamo visto solo principi di massima”.

Lo Stato sta ora pensando molto seriamente alle trasformazioni sociali a lungo termine che l’IA porterà con sé in Cina, soprattutto in termini di impatto etico sulla vita delle persone, cercando di governare tale transizione e di attenuarne i rischi”, ha spiegato Arcesati.

Tali linee guida, inoltre, sono un messaggio chiaro inviato alle Big Tech, che utilizzano sempre di più queste tecnologie e “che hanno costruito interi modelli di business sugli algoritmi di raccomandazione”, ha precisato l’esperta, cioè quei sistemi di filtraggio dei contenuti che inevitabilmente influenzano le scelte dei consumatori (raccomandazioni personalizzate specifiche per l’utente che in teoria dovrebbero aiutarlo nelle decisioni, spiegano invece le controparti).

Difendere la privacy e le nostre libertà dai sistemi IA

Tali sistemi sono potenziati dall’utilizzo dell’IA ormai e la Cina ha voluto imporre su di esse un controllo più forte, perché di fatto raccolgono una valanga di dati personali sui cittadini, ne violano la privacy e allo stesso tempo indeboliscono il ruolo dello Stato.

Alle Big Tech adesso il Governo di Pechino chiederà più controlli sui loro servizi di IA, sia per prevenire le troppe vulnerabilità tecniche e dei sistemi di sicurezza, sia per limitare gli effetti negativi che queste hanno sulle persone, che devono quindi essere libere di decidere se avvalersi o meno di questi servizi di rete guidati dalle intelligenze artificiali.

In sostanza, aumentano le responsabilità delle grandi società di tecnologia globali, sia in termini di prodotti, sia di servizi, con il divieto di utilizzo di tali tecnologie in attività illegali o in attività che mettano in pericolo la sicurezza nazionale, sia pubblica, sia energetica, sia industriale.